<Amore, no. Dai, non piangere> dice lui mentre mi stringe e mi accarezza i capelli.

Io non lo ascolto e continuo a piangere sulla sua spalla. Sto così per altri cinque minuti e poi Niccolò dice: <Adesso basta piangere, mh? Che dici, me lo dai un bel bacio?>

Io mi asciugo le lacrime e faccio unire le nostre labbra, dando vita a un bacio pieno di passione.

<A zozzoni, basta così. Vi ricordo che certe cose non si fanno in pubblico> dice Gianmarco dato che né io né Niccolò avevamo intenzione di staccarci da quel bacio.

Niccolò in risposta, gli alza un dito medio e continua a baciarmi.
Ci stacchiamo solo quando non abbiamo più nemmeno un briciolo di fiato. Io gli sorrido e gli lascio un ultimo bacio a stampo sulle labbra.

<Eh basta, ve state a consuma' le labbra> dice Adriano.

<Amò, ma fatte un po' de cazzi tua oh> gli dice Camilla per poi dargli un leggero schiaffo in testa.

Ci mettiamo tutti a ridere. Io e Niccolò prendiamo posto.

<Amore, la vuoi una birra?> Gli chiedo io.

<Si, grazie. Se mi dici dov'è, vado a prenderla>

<Non c'è bisogno, vado io. Tu riposati, sarai stanco>
Mi alzo, vado in cucina, apro il frigo e prendo una birra per Niccolò. Torno di là e gli dò la birra.

<Grazie> mi risponde Niccolò sorridendo.
Io ricambio il suo sorriso come per dire "non c'è di che".

Mi stavo sedendo sulla mia sedia, ma Niccolò mi prende dal braccio e mi trascina costringendomi a sedere sulle sue gambe. Niccolò inizia a bere...

Osservo da molto vicino la scena delle sue carnose labbra che si attaccano alla bottiglia... Dio. Penso di non aver mai desiderato così tanto di essere una semplice bottiglia... OK CHIARA, BASTA. CALMATI E CERCA DI CONTENERTI.

Lui posa la bottiglia sul tavolo e poi mi guarda. Io ricambio il suo sguardo, allaccio le mie braccia intorno al suo collo e lo bacio. Le sue mani si posizionano sulla mia vita per poi scendere piano piano verso i miei fianchi e dopo sul mio sedere. A quel punto, mi stacco dal bacio e gli sussurro: <Signor Moriconi... Le mani si tengono al proprio posto>

<Questo è il loro posto, non vedi? Ci stanno perfettamente... Comunque, questo vestito ti sta da Dio... Peccato, però> dice lui a voce bassa.

<Peccato per cosa?> Gli chiedo io non capendo.

<Peccato che dopo sarò costretto a togliertelo di dosso> sussurra lentamente al mio orecchio.
Io arrossisco e mi alzo per tornare sulla mia sedia.
Lui si mette a ridere per la mia reazione.

.....

La cena sta procedendo abbastanza tranquillamente.

Stavo parlando con i ragazzi, quando sento la mano di Niccolò (che stava sulla mia coscia) andare sempre più su.
Mi blocco un attimo, perché questa cosa mi fa perdere la concentrazione, e poi riprende a parlare. 

I ragazzi notano questo mio disorientamento improvviso e guardano Niccolò che stava sorridendo.
<Fratè, ma te sei proprio un porco. Ma te pareva il momento? Quella povera ragazza stava parlando> dicono tutti ridendo.

Niccolò scoppia a ridere e io divento tutta rossa.

<È meglio se lo portiamo un attimo fuori a fuma' na sigaretta... sto maiale> i ragazzi escono in balcone e si portano Niccolò dietro.

<Niccolò stasera è tremendo> dice Priscilla ridendo seguita dalle altre.

<Voi ridete, ma io ho seriamente paura> dico io facendo una faccia da finta impaurita.

Più che un amicoWhere stories live. Discover now