Capitolo 16

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Metto un po' di pancakes per me su un piatto e su un altro piatto quelli di Niccolò. Li porto sul tavolo per mettere un po' di zucchero a velo.
Dopo che ho finito alzo lo sguardo e vedo Niccolò senza maglietta sulla porta che mi guarda.

<Che guardi? Ti sei incantato?>

<Io ti adoro... Hai fatto i pancakes?>

< Dove hai messo la maglietta? Io l'ho lasciata in camera> dico mettendo le braccia incrociate.

<L'ho vista, ma non mi va di metterla>

<Se non la metti non mangi>

<Eddaje Chià>

<Vai a mettere la maglietta e torni qua>

<Uffaaa> va in camera e cinque minuti dopo torna con la maglietta indosso.

<Va bene adesso mamma?> mi dice lui scherzando

<Si>

Mangiamo quei buonissimi pancakes e ci andiamo a sedere sul divano per guardare qualcosa su Netflix.
Facciamo partire un film che inizialmente sembrava interessante ma dopo un po' è diventato noioso.

Così, siccome mi stavo annoiando, metto la testa sulle gambe di Niccolò e lo guardo.
Osservo i lineamenti del suo volto dal basso e trovo ogni singolo dettaglio del suo viso perfetto così com'è.
Abbassa lo sguardo per osservare cosa stessi facendo e mi sorride. Io ricambio il sorriso.

<Niccolò?>

<La smetti di chiamarmi con il mio nome intero, grazie>

<Come dovrei chiamarti?>

<Come vuoi tu, basta che non mi chiami per nome intero>

<Ok... Nic?>

<Dimmi>

<Resti qui per cena?>

<Non vorrei disturbarti...>

<Ma statte zitto, falso, sai benissimo che ti avrei fatto rimanere qui con me ugualmente>

<Ah sì? Come mai ne sei così sicura?>

<Perché ho le mie certezze per esserlo> gli faccio la linguaccia

<Vaffanculo stronza> dice ridendo

Io in risposta gli alzo un dito medio accompagnato da un mio sorriso falso.

Dopo che abbiamo deciso come prendere le pizze, Niccolò chiama la pizzeria e le ordina. Dovrebbero arrivare entro le ventuno.
Mentre aspettiamo l'arrivo delle pizze, apparecchiamo la tavola e prendiamo qualche bevanda.

<Nì?>

<Dimmi>

<Ma tua madre quando torna a Roma? È passato tantissimo tempo dall'ultima volta che l'ho vista e mi manca un sacco>

<Dovrebbe tornare tra qualche giorno oppure la prossima settimana... Non ricordo bene... Comunque se ti va, dopo, le facciamo una video chiamata, così la vedi>

<Siii, mi farebbe un sacco di piacere>

<Sapessi com'era contenta quando le ho detto che sei tornata a Roma>

<Davvero?> Dico sorridendo con gli occhi pieni di lacrime per la gioia. Comprendetemi, ho le mestruazioni.

<Si, per lei sei la figlia femmina che non ha mai avuto... Quando le ho detto che abbiamo fatto pace, per poco non si metteva a saltare dalla gioia>

<Hahahaha, io la amo>

Dopo un po' arrivano le pizze e le mangiamo subito.
Io arrivata a metà mi fermo perché, anche se avevo ancora un po' fame, mi sentirei in imbarazzo nel mangiare tanto davanti Niccolò. Non è assolutamente colpa sua... Sono io che mi faccio questi stupidi pensieri
Niccolò invece continua a mangiarla, ma quando vede che smetto di mangiare, si ferma e mi dice:
<Perché non la mangi tutta?>

<Non ho più fame... Sto scoppiando>

<Chiara, non dirmi che lo fai per non ingrassare>

<Niccolò, ti prego non iniziamo di nuovo con questa cazzo di discussione>

<Guarda che io lo dico per te. Devi mangiare, non c'è bisogno che tu faccia queste diete strane e insensate... Per me sei perfetta così>

Sentendo queste parole, arrossisco un sacco e senza dire niente lo vado ad abbracciare. Lui mi stringe forte a se e mi da un bacio in testa.

Mentre ci stavamo abbracciando, sentiamo il telefono di Niccolò squillare. Così gli dico: <Nì... Rispondi dai> stavo per staccarmi dall'abbraccio, ma Niccolò mi stringe di nuovo.

<Li richiamo più tardi... Ti prego, resta ancora un po' qui con me... Tra le tue braccia si sta da Dio>

<Anche io sto benissimo qui con te... Ma se hanno da dirti qualcosa di importante?>

Così Niccolò sbuffa, ci stacchiamo e vedo che è Anna, sua madre. È una videochiamata. Lui risponde e dice:
<A mà... Guarda co' chi sto>

<Ciao Annaaa> dico mandandole un bacio.

<Oh tesoro mio... Allora è vero che sei tornata e che avete chiarito>

<Si... Come stai?>

<Io tutto bene, tu bella mia?>

<Tutto bene>

<Si mamma, anche io sto bene, grazie per averlo chiesto> dice Niccolò facendo il finto offeso.

<Niccolò, ma statte zitto che io e te ci sentiamo sempre... Chiara non la vedo da un sacco di tempo>
Faccio la linguaccia a Niccolò per prenderlo un po' per il culo.

<Che fate ragazzi?>

<Stavamo mangiando> dice Niccolò. Penso che lo abbia detto per chiudere più in fretta, visto che voleva abbracciarmi ancora. Sorrido per questo pensiero.

<Ah scusate se vi ho interrotto... Ci sentiamo dopo in caso.>

<Ok, ciao mamy>

<Ciao Anna> le mando un bacio e chiude la chiamata. Niccolò, mette il silenzioso e posa il telefono dicendo: < Così nessuno può rompermi le palle>

Io rido scuotendo la testa.

<È inutile che ridi... Tanto lo so che anche tu stavi impazzendo perché volevi tornare a stare attaccata a me>

< Quanto sei antipatico> dico io alzando gli occhi al cielo.

Lui ride e mi dice tornando serio: <Adesso abbracciami e stringimi il più forte che puoi... Ho bisogno di sentirti vicina>

Lo abbraccio stringendolo forte forte e lui mi dà tanti baci sulla testa.
Sento tantissime farfalle volare dentro la mia pancia.

<Nic...>

<Mh?> Dice lui con gli occhi chiusi mentre si gode il momento.

<Sei una delle persone più importanti della mia vita... Per qualsiasi cosa, ricordati che io sono sempre qui per te.>

<Che dolce che sei bimba... Stessa cosa tu, mi sei stata accanto nei momenti più difficili della mia vita... E questo non lo dimenticherò mai> dice lui dandomi un bacio in fronte come se volesse dirmi "ci sono io a proteggerti da tutto".

Più che un amicoOnde histórias criam vida. Descubra agora