Capitolo 51

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POV'S NICCOLÒ
Sono passati tre giorni da quando siamo tornati e Chiara sta ancora male.
Non ha la febbre a trentotto da ieri. Adesso si è abbassata a trentasette e mezzo... So che è una cosa positiva che le sia scesa, ma preferirei che le passi del tutto. Odio vederla stare così male, non se lo merita affatto.

Il dottore è venuto a visitarla di nuovo e le ha prescritto altre pillole e antibiotici. Lei, ogni volta, fa un sacco di storie perché non vuole prendere le medicine. Le fanno schifo. La capisco, perché nemmeno io vorrei prendere tutte quelle cose, ma deve farlo. Altrimenti non riuscirà a guarire in fretta.

Adesso è mattina e io sono sdraiato sul letto della camera degli ospiti, dato che in camera mia c'è Chiara.
Sono le sei del mattino e io sono sveglio già da un po'... Ho provato a prendere di nuovo sonno cambiando posizione o lato, ma niente da fare. Non sono più riuscito a dormire...

In realtà non è la prima volta che mi succede... È un periodo dove faccio difficoltà ad addormentarmi e mi sveglio prestissimo...

Non so... È come se ci fosse qualcosa che mi turba dentro... Il fatto è che non so nemmeno io di cosa si tratta.

Mi alzo dal letto e vado in bagno per fare una doccia veloce. Quando esco dalla doccia, lavo i denti e mi vesto.

Ho deciso che andrò a comprare la  colazione a Chiara... Chissà, magari se le porto la sua amata brioche con le gocce di cioccolato, mangerà un po'. Lo spero tanto, dato che in questi giorni ha toccato pochissimo cibo.
Metto le scarpe, il giubbotto ed esco di casa. Dato che non avevo voglia di camminare a lungo, vado in un bar vicino casa mia che hanno aperto da poco.

Ordino la colazione per me, per Chiara e prendo qualcosa anche per Valerio, Lorenzo e Mamma.
Pago, prendo il sacchetto ed esco da lì per tornare a casa.

Quando entro in casa, vado in cucina, mangio il mio croissant e mi faccio un caffè. Dopo che ho finito di mangiare, metto la colazione di Chiara in un vassoio e vado a portargliela.

Apro silenziosamente la porta della mia stanza, per non svegliare Chiara, nel caso in cui stesse dormendo.

La trovo seduta sul letto mentre si guarda intorno.

<Buongiorno amore mio> le dico io dopo essere entrato in stanza con il vassoio in mano.

<Buongiorno cuore> dice lei mentre mi sorride.
Sembra stare molto meglio, rispetto a ieri. Spero tanto che la febbre si sia abbassata ancora di più.

Metto il vassoio sul comodino e mi avvicino al letto.
<Come stai?> Le chiedo io dopo averle afferrato il viso.

<Molto meglio, le medicine stanno finalmente facendo effetto.> Mi dice lei con un enorme sorriso sul volto.
È un incanto.

<Sono contentissimo. Hai misurato la febbre?>

<Si, si è finalmente abbassata a trentasette>

Io sorrido contento e le lascio un bacio sulla fronte.
Ci guardiamo intensamente negli occhi e, dopo un po', io inizio a fissarle le labbra. Sono quattro giorni che non ci baciamo e mi sembra di stare vivendo una vera e propria agonia. Mi manca troppo sentire quella meravigliosa sensazione allo stomaco, quando le nostre labbra entrano in contatto.

Lei quando lo nota, si mette a ridere e dice: <Amore mio, anche io ho un estrema voglia di baciarti... Ma ho paura di attaccarti la febbre>

<Tanto stai guarendo... Non sai quanto desidero poterti baciare> dico io avvicinandomi sempre di più al suo viso.

<Non hai paura di ammalarti?>

<Chissenefotte> dico io mandando a fanculo la mia ipocondria per una volta.

Più che un amicoWhere stories live. Discover now