Capitolo 59

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Mi sono svegliata circa un'ora fa, mi sono preparata e adesso sto andando a fare la spesa... Ma prima di uscire, voglio andare a dare un bacino a Niccolò che sta tranquillamente dormendo in camera da letto.

Apro piano la porta, senza fare troppo rumore, entro, mi avvicino a Niccolò e gli accarezzo delicatamente una guancia.
Gli lascio un tenero bacio sulle labbra e, mentre stavo per allontanarmi dal letto, sento che Niccolò mi afferra l'avambraccio e mi trascina sul letto.

<Buongiorno amore mio> sorride e mi bacia.

<Buongiorno, io sto andando a fare la spesa> dico io mentre mi metto a cavalcioni su di lui per fare sì che lui mi guardasse.

<Mmmh... Nono, tu devi rimanere qui con me> mi prende il viso e mi bacia di nuovo.
Inizialmente sembrava un semplice bacio a stampo, ma nessuno dei due aveva intenzione di staccarsi... Così il bacio si intensifica diventando pieno di passione.

Mi stacco e dico: <Nì... Non posso, devo andare> rido un po'

<Uff... Devi proprio?> Fa il dispiaciuto.
In questi giorni è stato a dormire da sua madre, quindi non abbiamo avuto l'occasione di passare tanto tempo insieme.

<Si, Niccolò> continuo a ridere.
Mi guarda dritto negli occhi e, come ogni volta, il suo sguardo mi ipnotizza. Resterei ore ed ore ad ammirare i suoi occhi, che sono come diamanti.
Lo abbraccio.

<Dio, quanto ti amo> gli lascio un bacetto sulla guancia.

<Io di più Chiarè> mi stringe forte a sé.

<Dai, fammi alzare così vengo con te a fare la spesa>

<Ma Nic, non c'è bisogno. Riesco anche da sola, l'ho sempre fatto>

<Lo so bene, ma voglio comunque darti una mano>

<E va bene>

...

<Niccolò, sembri un bambino di cinque anni... Possibile che tu non sappia stare fermo nemmeno un secondo?> Dico io sbuffando. Mi stava facendo letteralmente esasperare.

Siamo al supermercato da più di quaranta minuti, e Niccolò non smette di giocare con il carrello e fare avanti e indietro. Mi domando come possa aver fatto Anna, in tutti questi anni, a crescere da sola Niccolò e i suoi fratelli. Io non ce la farei mai. Bisogna avere tanta forza e pazienza. Purtroppo sono virtù che io non possiedo, e non credo di riuscire ad acquisire nemmeno in futuro.

<Va bene, la smetto> dice lui ridendo.

<Poi mi spieghi esattamente cosa ci trovi di divertente... Comunque, tu inizia a metterti in fila per pagare, io nel frattempo vado a prendere una cosa che ho dimenticato>

<Perfetto, a dopo> dice lui andando verso le casse.

Io vado nel reparto dei biscotti e... non riesco a credere ai miei occhi. Damiano è qui davanti a me. Di nuovo lui?!? Ma cosa cazzo ci fa qui?

Sento un'improvviso peso sul petto. L'aria inizia a mancarmi e i miei occhi diventano lucidi.
Fortunatamente lui non si è ancora accorto della mia presenza, dato che è super concentrato a guardare i prezzi dei vari biscotti che ci sono sullo scaffale.

Devo andarmene all'istante... Non posso rischiare che lui mi veda. Riesco a sbloccarmi da quello stato e corro via verso le casse.

Appena noto la figura di Niccolò, mi avvicino. Sta riponendo le cose sul nastro della cassa.
<Ei amore... Ma non dovevi prendere una cosa che avevi dimenticato?>

<Oh... Ehm... Io non l'ho presa perché... Non c'era> dico io ancora scioccata per quello che mi era successo qualche minuto prima.

<Va tutto bene? Sei pallida e hai la voce tremante> ha un tono di voce molto preoccupato.

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