Capitolo 53 <<È qui>>

214 10 1
                                    

Sento la magia attivarsi, combattere contro Amelia. Sta cercando di fare qualcosa,cerco di combatterla, di andare contro a quello che sta facendo, ma non ci riesco. Cado a terra e mi ritrovo nella casa del nonno. Mi alzo in piedi velocemente. La casa del nonno è sempre la stessa, mi guardo intorno e i particolari che notavo da piccola, non ci sono. La ragnatela all'angolo del soffitto, lo sportello del forno leggermente rotto sul vetro. Non sono lì fisicamente, sono in una chamber de chasse.
<<Non pensavo Amelia fosse così potente da riuscirti a mandarti qui>> sobbalzo al suono della sua voce, mi giro di scatto. Mio nonno è davanti a me, con un sorriso raggiante, come se ci fossimo visti ieri.
<<D'altronde, sei sempre stata tu la mia preferita>>
<<Che cosa vuoi da me?>> non so le parole come mi escano dalla bocca. Il cuore batte all'impazzata, sento il mio corpo tremare, ma non lo do a vedere. Si avvicina lentamente a me.
<<Ancora non l'hai capito?>> lo guardo dritto negli occhi. Senza paura.
<<Io voglio tutto>> un pugno d'aria mi arriva dritto allo stomaco facendomi urtare contro la parete. Riesco a non cadere a terra.
<<Il tutto sarebbe il potere! Non è vero?!>> gli urlo contro. Sembra non avermi capito, ma so che l'ha fatto, questo è il momento della grande frase ad effetto.
<<Sei diventato così vecchio che non riesci a formulare nemmeno una risposta?>> mi guarda e sorride.
<<Sono più vicino di quanto pensi>>
Mi sveglio di soprassalto. Sono a casa dei Mikaelson, su un tavolo, nel salone. Mi siedo. Sento il sangue che esce dalla bocca.
<<Che cosa è successo?>> chiede Elijah, é al mio fianco, dall'altro c'è Klaus. Mi alzo faticosamente, barcollo ma Elijah mi tiene. Guardo i balconi interni e cerco di percepire qualcosa.
<<Vuoi parlare dannazione!>> esordisce Marcel.
<<Sta zitto!>> gli sbraito contro, la sua espressione è sorpresa e impaurita dalla mia reazione.
Chiudo gli occhi e mi concentro sulla percezione del calore.
Dopo qualche secondo sento parlare qualcuno, è Klaus.
<<Tuo nonno sa fare lo stesso trucchetto di tua cugina, non è vero?>> mi giro verso di lui solo con lo sguardo.
<<Lui è qui>>
<<Sarebbe così stupido da venire qui?>> chiede Kol.
Mi fermo e rifletto. Per quanto potere voglia, sa che gli originali sono potenti. Li sento parlare, mentre io penso, penso, penso, fino a quando non mi gira la testa, fino a quando non ci arrivo. Mi giro verso di loro. Sono tutti davanti a me.
<<Lui vuole il potere, vuole tutto, per avere potere deve sconfiggere noi e per sconfiggere noi deve distruggere quello che abbiamo di più caro>>
<<Siamo tutti qui, non può uccidere uno della famiglia>> constata Rebekah.
<<Siamo sicuri che le bombe siano tutte disattivate?>> chiedo
<<Il calore atomico non c'è>> risponde Freya.
La guardo.
<<Mio nonno era un genio in chimica>>
Guardo l'orologio, é passato così tanto tempo? Mancando 10 minuti allo scadere delle 24 ore.
<<Esiste un'incantesimo per rilevare energia chimica?>>
<<Controllo>> dice Freya, si allontana seguita da Davina.
<<Lo farebbe davvero?>> chiede Alan
<<Se muoiono dei civili, lo ucciderò con le mie stesse mani>> afferma Marcel.
Li lascio parlare, vado verso la stanza dove ho visto entrare Freya e Davina.
Stanno guardando la mappa quando entro. Mi sposto e guardo anche io il punto.
<<É qui>> memorizzo il nome della strada.
Esco, sotto gli sguardi interrogativi di Freya e Davina.
Vado verso l'armeria, sotto gli occhi indagatori di tutti.
<<Silensios Maximus>> sussurro senza farmi sentire quando sento Klaus Elijah e Kol seguirmi, ho un piano.
<<Che stai facendo?>> chiede Klaus, mentre prendo una balestra e provo il tiro.
<<Penso che sia una trappola, andrò da sola>>
<<Chi l'ha decisa questa cosa?>> chiede Klaus, con quel suo tono, che conosco fin troppo bene.
<<Io>> dico mentre infilo un coltello nella scarpa.
<<Siamo una famiglia Alexandra, le tue battaglie sono anche le nostre>>
<<Se non riesco a detonare la bomba, ne rimarrete tutti secchi>>
<<Noi ci riusciremo, insieme>> afferma Kol.
<<Non posso>> rimangono sorpresi da questa mia risposta.
<<Non posso rischiare che qualcuno di voi si faccia male per quel pezzo di merda>>
<<È una questione del mio passato, e devo risolverla da sola>> continuo. Ci riflettono, tutti e tre. Si guardano per un secondo.
<<No>> afferma Klaus deciso.
Con un schiocco delle dita, hanno tutti e tre il collo spezzato. Mi avvicino a mio padre, disteso a terra. Ha gli occhi chiusi, se lo vedo bene da vicino mi accorgo che gli assomiglio molto: il taglio degli occhi, la forma delle labbra.
<<Torno presto>> sussurro.
Vado verso la finestra.

Alexandra Mikaelson - the eldest childDove le storie prendono vita. Scoprilo ora