Capitolo 9 - Liscio come l'olio -

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Io e Hope in due settimane legammo, anche parecchio. Lo avevamo fatto solo perché io lo avevo permesso. Chi si avvicina a me prima o poi si fa male, ma è la mia famiglia. È come se avessi bisogno di loro. Ho bisogno che il mio stesso sangue sia di fianco a me. In quelle volte che ci siamo viste, abbiamo parlato. Di tutto. Lei mi ha raccontato che in famiglia sono tutti sposati tranne Rebekah che si è proclamata uno "spirito libero". Nostro padre con una certa Caroline, conosciuta parecchi anni fa a Mystic Falls, in Virginia. Hayley a quanto pare ha fatto una figlia con un fratello e si è sposato l'altro fratello. Freya con Keelin, un lupo mannaro e Kol con Davina, una strega molto potente, a detta di Hope. Mi ha anche raccontato che Klaus dopo quello che è successo, ha passato la maggior parte del tempo chiuso in camera sua...e questa cosa non ha fatto altro che girovagare nella mia testa, sopratutto di notte. Mi domandavo e mi domando tutt'oggi, mentre sono seduta a bordo del letto, il perché.
Si è pentito?
Se sì, allora perché non mi cerca?
Queste domande sembrano quasi distruggermi l'anima e sto facendo uno sforzo incredibile per non andare da lui e dirgli tutto quello che provo. Non posso, non posso mostrarmi debole. Me lo diceva sempre, lui.

<<Prima regola della guerra: non mostrarti mai debole davanti al nemico, mi hai capito?>>
<<S...i>>
<<Non ti ho sentito!>>
Un colpo di frusta fa compagnia al silenzio.
<<Si!>>

I raggi del sole entrano nella camera come una lamina d'oro sottile. Riesco a sentire il suo calore. Mi lascio abbandonare a quella sensazione di calore e cerco di scacciare via i brutti ricordi. Senza successo. Oggi è un altro giorno, un altro giorno...in cui devo combattere. Faccio un bel respiro profondo e trovo la forza dentro di me, di alzarmi e sopravvivere.

<<Mamma!>>
<<Mia dolce Alexandra!>>
Mamma mi prende in braccio e mi fa fare una giravolta.
<<Ti ho trovato>>
<<Oh no che non l'hai fatto! Ti ho trovato io>> dice facendomi stendere sul divano.
<<Mamma basta ti prego...argh>>
<<Ammettilo che sei una schiappa a giocare a nascondino>>
<<Mai>> dico tra le risate.
Le dolci e soffici mani della mamma mi fanno il solletico da quello che mi sembra ormai una vita e quando lei non ce la fa più, si stende di fianco a me.
<<Mamma>>
<<Si?>>
<<Io...io e te>>
<<Mhmh>>
<<Resteremo per sempre insieme non è vero?>>
<<Certo tesoro mio>> dice accarezzandomi i capelli.
<<Me lo prometti?>>
<<Te lo prometto...ma>>
<<Ma cosa?>>
<<Ci sarà un momento in cui tu dovrai combattere per conto tuo>>
<<Come?>>
<<Lo so che fa paura>>
Guardo il soffitto e prendo la sua mano.
<<Ma io sarò sempre qui>>
<<Nel mio cuore?>>
<<Si>>
<<Ma ora sono al tuo fianco>>
<<Penso al presente, giusto!>>
<<Tu sei una guerriera Alexandra, non dimenticarlo mai>>
Mi alzo e alzo il braccio a mo' di SuperMan.
<<Una guerriera! Una guerriera!>>
La mamma ride. Come osa? Io sono una guerriera! L'ha detto lei!

Il ricordo di mia madre mi fa sorridere, una guerriera. Non so se sono una guerriera mamma, le guerriere combatto con coraggio, io non c'è l'ho, faccio solo finta di averlo.
<<Quanto mi manchi>> dico ad alta voce. Con la giusta carica, mi alzo e scendo le scale. Guardo il grande orologio a pendolo in salone e vedo che sono le 7:30. Strano...Ashley ancora non si è presentata. Visto che oggi è giorno di lavoro, accompagnata dalla musica, mi preparo e faccio colazione. Stranamente sono di buon umore, nonostante non ci sia un motivo per essere di buon umore. Ma che importa! Mi faccio troppe domande. Mentre scendo le scale, intenta ad uscire, una perla mi esce dalla bocca.
<<Facciamo anche oggi il culo a tutti quanti>>
Rido delle mie battute e, armata di zaino in spalla, salgo sulla motocicletta e mi prendo anche qualche minuto per osservarla. L'opacità del nero negli anni è rimasta sempre intatta, nonostante i numerosi incidenti che ho fatto. La sella è comoda e i manubri sono lucidissimi. La amo, ma...si può sposare una moto? Ah no?
Per le strade di New Orleans sfreccio a tutta velocità mentre urlo di gioia. Mi ha sempre dato tanta adrenalina sfrecciarci sopra. Quando in men di cinque minuti arrivo, decido di chiamare Ashley. Guardo di sfuggita il bar da fuori e vedo che è già aperto, bene.
<<Sono Ashley, lasciatemi un calorosissimo messaggio per me, grazie vi amoooo...beep>>
<<Ashley sono io, ho trovato strano che tu non ti sia presentata stamane a casa, stai bene? È successo qualcosa? Ti sei perlomeno...svegliata? Richiamami e non farmi preoccupare grazie>>
Lo so che sono paranoica, ma non lo faccio apposta, sono solo...molto protettiva.
Salgo gli scalini ed entro nel bar. Come ogni mattina, quel posto pullula di gente.
<<Buongiorno capo>>
<<Marco! Come procede?>>
<<Liscio come l'olio>>
<<Molto bene>> gli sorrido e vado nell'area riservata ai dipendenti. Mi accorgo troppo tardi dei rumori che provengono da dentro.
<<Josephine!>>
<<Oh mio dio!>>
<<Jason!>>
<<Oh! Capo!>>
Sono sulla piccola scrivania di legno, Josephine seduta sopra e Josh accovacciato. Richiudo la porta velocemente. Porca puttana!
<<Può entrare!>> sento urlare da Jason. Entro e vedo che ora sono sistemati. Ho visto la cosa di Josephine ma solo di sfuggita, poi ho altre preferenze. Non mi da nemmeno il tempo di parlare che Josephine, loquace qual'é, inizia a parlare a raffica.
<<Alexandra mi dispiace tanto! Ero arrivata e sono stata presa dal momento, mi sono fatta travolgere->>
<<Alt!>> dico mettendo la mano davanti a me.
<<Non voglio sapere i particolari! Vi prego!>>
<<Ci dispiace tanto capo!>> dice Jason.
<<Solo per questa volta sorvolerò>> i due amanti fanno un sospiro di sollievo.
<<Per questa settimana non avrete il giorno di riposo>> annuiscono.
<<E poi, cazzo! Prendetevi una stanza in un Hotel, a casa di qualcuno di voi! Fate quello che vi pare ma non qui! Chiaro?>> dico cercando di essere autoritaria ma non antipatica. Mi sono impegnata molto per avere la fiducia di tutti quanti.
<<Si>> dicono in coro.
<<Ora andate a dare una mano, c'è tanta gente e tu stai pensando a leccare la sua figa!>> dico indicando Josephine. Ora mi stanno guardando con un po' di shock nel volto. Non sanno se ridere o prenderla male.
<<Andate! Su! Op op!>> dico invitandoli con la mano.
Quando sono usciti, chiudo la porta dietro di me. Metto la fronte sulla porta e non posso fare a meno di ridere.
<<Porca puttana>>
Vado in bagno e mi bagno il viso. Non mi era mai successa una cosa del genere. Acchiappare qualcuno in live.
Non riesco a smettere di ridere. Se qualcuno mi vedesse da fuori, mi prenderebbe per pazza. Ma non riesco a smettere! Smetto solo quando sento il mio telefono vibrare. Guardo il display. Ci sono due messaggi.
Buongiorno! Come va?
Uno è di Hope.
Sto bene, e tu?
Digito il messaggio, lo mando e poi guardo l'altro. É di Ashley.
Buongiorno raggio di sole! Oggi non mi sento molto bene e non vengo a lavoro! Mi dispiace... questo sarà il mio giorno di ferie della settimana! Volevo anche chiederti se stasera ti piacerebbe passare la serata con me. Ricordi le nostre serate? Schifezze, giochi da tavolo e alcool. Ci stai?
Leggo il lungo messaggio e sbuffo, odio i messaggi lunghi.
Fammi capire, ci sei per una serata a casa, ma non per il lavoro?
Subito arriva la risposta.
Voglio che passiamo la serata insieme perché mi sto annoiando da sola e poi lo sai... io mi ammalo ogni morte di papa e poi tu... non ti ammali mai! Quindi vengo alle 20:00. Porto tanta vodka e un bel po' di schifezze del Mc Donald!
Sbuffo e decido che glie la do per vinta solo per questa volta.
Salti il lavoro solo per questa volta! Sia chiaro. Ci vediamo stasera

Alexandra Mikaelson - the eldest childWhere stories live. Discover now