Capitolo 26 - Troppo facile -

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Qualche lacrima scende sulle mie guance. Non so se di gioia o di dolore. Oppure tutte e due. Il rumore di ricaricamento di un'arma mi fa stare sull'allerta. Ho tutto il tempo del mondo per schivare un colpa alla testa. Rotolo verso il corpo di Marcus e involontariamente mi ritrovo sul suo corpo morto. Non è lui, non è la sua faccia. Mi alzo e mi riparo dietro ad un albero. Maledetto bastardo! La forza bruta con cui i colpi colpiscono l'albero dietro di me mi perfora le orecchie. Amplifico l'udito e sento il battito di almeno venti persone. ventuno. Un battito debole, ma c'è. Appena ricaricano le armi mi affaccio. Tre elicotteri mi accerchiano. Esco allo scoperto e con un incantesimo creo una corda indistruttibile. La avvolgo alla coda dell'elicottero e con tutta la forza che ho in corpo, tiro, facendolo decollare bruscamente a terra. Un boato accompagna lo schianto. Come se volessi scacciare via una mosca, uso la magia per eliminare l'elicottero che si trova dietro di me. Barcolla con una forza allucinante ma non cade. Il pilota deve essere un vero esperto. Faccio una capriola schivando un colpo e faccio comparire un arco e una freccia. Colpisco le eliche e allora ne manca uno. Mi giro e inizio a parare i colpi con delle acrobazie. Quando si fermano, so cosa devo fare.
<<Perché non parliamo da persone civili?>>
Schivo un altro colpo, roteando il busto.
<<Lo prendo come un no>> prendo il primo albero che vedo e lo strappo via dalla terra. Lancio e gli elicotteri sono ufficialmente abbattuti.
<<Troppo facile>>
Vado in ogni elicottero e mi nutro di tutti, tutti quanti. Non ne salvo uno. Tutto quel sangue mi rida forza, ma mi fa apparire come una bestia. Un mostro. Quando sto prosciugando l'ultimo, alzo la testa. Sento il potere, la magia che mi fa pulsare le vene. Ora posso affrontare Marcus come si deve. Quando abbasso lo sguardo e vedo tutti i cadaveri sparsi un po' ovunque, mi ricordo di quella promessa che mi ero fatta a me stessa.

Non avrei più fatto una cosa del genere.

Come al solito, non ci sono riuscita. Chiudo gli occhi e qualche altra lacrima scende. Arriva fino alle labbra. Sanno di sangue. Non devo avere un bello aspetto in questo momento. Vado sul corpo dell'ennesimo finto Marcus e gli entro nella mente. Vedo una costa rocciosa, un mare violento che si infrange contro gli scogli. Si trova sulla costa di New Orleans, a sud ovest. Poi sento la sua voce.
<<Rapirò la bambina>>

KLAUS POV

<<Papà!>> sento la voce di mia figlia ma non capisco niente. Questo gas deve essere pieno di verbena e strozza lupo. La vista mi si annebbia. Odio non sapere cosa sta succedendo. Odio non poter essere in grado di proteggerla in questo momento. Sento il mio corpo cedere a terra e senza volerlo, chiudo gli occhi.
<<Klaus!>>
<<Klaus!>> sento la voce di Elijah richiamarmi. Sbarro gli occhi e mi alzo di scatto. Sono disteso sul divano.
<<Che cosa è successo?>> dico guardando i miei fratelli e sorelle ad uno ad uno. C'è anche Marcel. Rebekah sembra sul punto di piangere e Elijah sembra arrabbiato.
<<Marcus>> dice Freya guardandomi negli occhi. Solo sentire il suo nome mi fa salire il sangue al cervello. Maledetto bastardo! Lo faccio a pezzi.
<<Io gli cavo gli occhi la prossima volta che lo vedo, e me li mangio come olive vicino ad un martini!>>
<<Il tuo sarcasmo non manca nemmeno in queste situazioni>> dice Kol cercando di confortarmi, ma non ci riesce. Guardo Freya.
<<Hanno occultato la sua posizione>>
Sento i canini spuntare. Non può essere.
<<Hai provato più di una volta?>> chiedo alzando leggermente la voce. Freya annuisce. Mi metto le mani nei capelli.
<<Che facciamo?>> chiede Marcel
Qualcuno entra in casa, mi giro ed è l'amica di Alexandra, Ashley. Ha gli occhi rossi e gonfi. Sembra che pianga da ore. Cerca di parlare ma non ci riesce.
<<Ashley, che succede?>> chiede Freya, avvicinandosi.
<<La mia bambina...>>
<<Cosa?>> chiede Elijah stavolta.
<<Dovete aiutarmi vi prego, qualcuno ha preso la mia bambina!>> Ashley si butta tra le braccia di Freya.
<<Vi prego aiutatemi!>> è disperata, la capisco perfettamente. Ho provato tante volte quella paura, compreso adesso.
<<Ti aiuteremo>> dice Freya. Si stacca dall'abbraccio e mette le mani sul viso rosso di Ashley.
<<Ma ho bisogno che tu rimanga lucida>> Ashley annuisce e si asciuga le lacrime.
<<E Alexandra?>> chiede Marcel.
<<Cosa è successo?>> chiede Ashley, adesso sembra più preoccupata di prima.
<<Marcus>> dico. Ashley si mette le mani davanti alla bocca.
<<Non sappiamo come aiutarla in questo momento, risolviamo una cosa alla volta>> dice Rebekah. Infondo a ragione e poi Alexandra si arrabbierebbe se non aiutassimo la sua amica. Quelle poche volte che le ho viste assieme mi sono sembrate parecchio legate, quasi come se fossero due sorelle.
<<Lei se la caverà>> dice Ashley, convinta. Lo sono anch'io. Ne sono certo.
<<Facciamo un incantesimo di localizzazione>>
Fatto l'incantesimo, Freya appura che la bambina si trovi sulla costa a sud ovest di New Orleans, la costa rocciosa.
<<Andiamo>> dico, seguito da tutti. Prendiamo due macchine e in un ora siamo a destinazione. Il rumore del mare agitato è forte. Ci avviciniamo e la vediamo. La bambina si dimena, sospesa in aria da un incantesimo.
<<Mamma!>> urla quando nota la mamma.
<<Amore!>> Inizia a correre ma la blocco tirandola per un braccio. Marcus è alla nostra sinistra, su una parte di costa non raggiungibile a piedi. Con una mano tiene l'incantesimo.
<<Hai visto piccola Alexandra? Ti avevo detto che la mamma ci avrebbe raggiunto presto!>> urla e da quello che dice deduco che questa sia una trappola.
<<Ti prego Marcus, è solo una bambina!>> urla la madre tra le lacrime.
<<Il fine giustifica i mezzi cara Ashley, ricordatelo sempre>> un elicottero sta venendo verso di noi, tutti ci fermiamo ad osservarlo. Si ferma sopra il mare verso Marcus.
<<No!>> urla Ashley
Lo sportello dell'elicottero si apre, qualcuno esce e si butta a capofitto verso il mare, verso la bambina.
<<Oh mio dio!>> urla Rebekah.
La bambina cade verso il mare, sta per tuffarsi quando quel qualcuno uscito dall'elicottero la prende e la copre con il proprio corpo. Quel qualcuno è Alexandra, la mia Alexandra.

Alexandra Mikaelson - the eldest childWhere stories live. Discover now