Quarantuno - simpatia ed empatia

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Quei giorni a Roma stavano trascorrendo abbastanza tranquilli ed erano quasi giunti al termine del loro soggiorno.

Si erano goduti la compagnia l'uno dell'altro, abbracciandosi e baciandosi spesso - c'erano dei momenti in cui Mattia sembrava travolto dallo spiacevole ricordo e Christian era sufficientemente bravo da capire quando non toccarlo.

Avevano parlato tantissimo.

Parlavano di tutto e di nulla insieme, ed era questo il bello di quei due.

Della danza, della quantità di gente nella capitale, della squisitezza della cucina romana, dei vecchi compagni di Amici.

E poi si divertivano a commentare insieme i nuovi concorrenti del talent show fingendosi dei critici abbastanza competenti da bocciare o promuovere gli alunni - soprattutto quelli di canto.

E poi facevano dei video blog - che ovviamente non pubblicavano - fingendosi infiuencer mentre spiegavano la storia dei monumenti della città. In realtà, però, erano due ignoranti tremendi in storia e non sapevano nemmeno come si scrivesse Caligola. Avevano aperto una discussione perché il moro sosteneva si scrivesse con la doppia elle, mentre Mattia, decisamente più fresco di studi, era sicurissimo si stesse sbagliando.

Erano i soliti Mattia e Christian, i soliti migliori amici che scherzavano per ogni cosa.

Solo che in più, adesso, si baciavano e si facevano complimenti liberamente.

Del tipo che adesso il moro faceva molta meno fatica a dirgli "quanto sei bello" quando lo vedeva sbadigliare la mattina presto, e Mattia poteva appurare quanto il maggiore si stesse impegnando per rompere ogni muro che aveva minuziosamente costruito in due anni di repressione.

E sicuramente quella del corvino era stata una crescita graduale, perché ce ne era voluto per farlo sciogliere abbastanza, però adesso sembrava essersi innamorato tutto in una volta, tanto che lo ripeteva in continuazione.

Come se facesse bene più a se stesso che a Mattia.

Come se fosse un sentimento che aveva messo a tacere per così tanti anni che adesso necessitava di urlarlo ai quattro venti.

In quei giorni Mattia aveva telefonato spesso alla madre, confidandole di essere felicissimo perché finalmente era ricambiato e invece rifiutandosi di spiegare la modalità con cui avesse lasciato Giovanni.

Quel pezzo di merda.

Ancora non dormiva sereno la notte, quando la sensazione del suo tocco era forte più che mai.

E Dario, ovviamente, aveva contattato spesso Mattia.

Come stai?
10.53

So che sei con Chri quindi immagino meglio
10.54

Sappi che ci sono
10.54

So che non ti va di parlarne, né che si sparga la voce, so che vuoi discrezione
10.54

Però sappi anche che l'ho bloccato ovunque, che mi è venuto a bussare alla porta due giorni fa ed io non mi sono potuto fermare dal tirargli un pugno in faccia
10.55

Spero tu comprenda
10.55

Poi giuro non l'ho più visto
10.56

Divertiti a Roma, ci sentiamo presto
10.56

E saluta l'altro pollo
10.57

qualcosa di grande [zenzonelli]Where stories live. Discover now