Ventidue - Crudelia

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«Quando torniamo a Napoli, Chri? Voglio riprendere a lavorare. Abbiamo fatto delle ferie abbastanza lunghe per il tuo amichetto arrapato»

Lavoro.

La compagnia di ballo.

Cazzo.

«Era questo il tuo obiettivo, vero? Dall'inizio? La compagnia di ballo?»

Lei sorrise, accarezzandogli una guancia.

Chi cazzo si era messo accanto, pur di fuggire da se stesso?

Un ragazzo incontra una ragazza.

Sono entrambi persi, nella vita lui non ce la fa più, e lei lo capisce, e risulta essere tutto ciò di cui lui ha bisogno per non sprofondare nel vuoto.

Lei è bella. Tanto bella da sembrare troppo per lui.

È perfetta, ha una marcia in più.

È dolce. È comprensiva.

Lei lo ama.

Lo aiuta, lo incoraggia a fare la cosa giusta, gli fa capire che la vita non è poi così male.

Ha le armi per estorcergli l'amore.

E sì, è un'estorsione, perché, forse Dario aveva ragione. Forse Christian l'amava per gratitudine.

A volte essere amati ti porta ad amare.

Ma quella di lei è solo una strategia. Lei ha solo bisogno del lavoro dei suoi sogni.

Dice di essere buona, dice di essere follemente innamorata, ma è una predatrice. Una predatrice affascinante.

Prima stordisce la preda con i suoi baci, con le sue parole, con le sue lacrimucce da ragazza indifesa, con i suoi abbracci caldi.

Lo stordisce con quella voglia insana di sesso che ha.

Lui si aggrappa a lei per non pensare ad altro, poi prova a reagire però non capisce che lentamente sta fuoriuscendo la parte maligna di lei.

Ognuno di noi possiede una parte pura e limpida ed una maligna e maliziosa, ed è giusto e sano che entrambe esistano e convivano.

Christian mostrava solo quella limpida, Rebecca ormai mostrava solo quella maligna.

Il problema è che la degenerazione del maligno porta alla cattiveria totale.

La degenerazione del lato puro, invece, porta a reprimere se stessi, e quindi all'infelicità.

E Christian ogni volta aveva provato a fermare Rebecca, a impedirle di far prevalere la cattiveria, ma lei lo ingannava.

Lei rispondeva "giuro che è l'ultima volta" e poi prendeva a baciarlo ovunque, mentre lui era inerme e non comprendeva cosa volesse davvero, e si lasciava abbracciare dalla voluttuosità, affogando nei suoi vizi.

E appena ci litigava, lei se lo riprendeva, gridandogli "ti amo" fino a diventare brutta.

Forse, però, non lo amava davvero.

Forse era manipolazione.

E forse più che desiderio, era ossessione.

«Ti voglio fuori casa, fuori da questo letto. Adesso.»

Parlò, duro, risvegliandosi da quello stato di trance.

«Perché?»

«Sai perché, Rebecca. Vai via.»

«Perché mi fai questo? Tu sei esattamente come me»

«Io sto cercando di cambiare.»

E Christian era ancora peggio di lei, perché era complice di tutto quel male che la ragazza aveva sperperato, incurante.

qualcosa di grande [zenzonelli]Where stories live. Discover now