Prologo

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Mattia era uscito da quel programma diciannovenne, eppure, vi era entrato a diciassette anni e mezzo.

Aveva trascorso due anni nel luogo più ambito di Italia: quella casetta di Amici, dove aveva visto sbocciare amori e nascere amicizie preziose, oltre che coltivare talenti.

L'affetto da parte del pubblico gli aveva permesso di avere più successo e fama di tutti -non che gli importasse realmente, però ad un ragazzino adolescente faceva sempre piacere sapere di essere idolatrato.

E da quando aveva ammesso la sua sessualità, lo era ancora di più.

In realtà era successo spontaneamente. In modo quasi naturale -nonostante fosse alquanto innaturale la maniera in cui avesse cercato di reprimere la sua lieve attrazione verso gli uomini negli anni precedenti- si era trovato a chiacchierare con Raimondo, che era il suo secondo papà, e aveva confessato, più a se stesso che al suo Maestro, che a volte i maschi non gli erano stati indifferenti. Però propendeva comunque per le ragazze, ecco.

Dopo che lo aveva ammesso, ad una settimana dal serale, i social erano impazziti, tutti i fan avevano iniziato ad aprire altre fanpage di supporto e si era spesso trovato al centro di alcuni articoli sul web dal titolo "il bel Mattia è gay: la confessione a Todaro", in cui il ragazzo veniva semplicemente strumentalizzato e utilizzato come specchietto per le allodole.

Ecco perché, a volte, odiava aver deciso di far ritorno in quel programma. Amici si era rivelato tanto prezioso quanto nocivo. Gli aveva permesso di creare e sviluppare rapporti puri e leali, ma allo stesso tempo lo aveva reso il centro di infiniti dibattiti e diatribe.

Dopo averlo confessato, Maria aveva domandato al piccolo se andasse bene mandare in onda quella parte di daytime, e Mattia aveva sospirato.
Aveva detto di sì, che andava bene, perché alla fine quello era lui e non poteva più vergognarsene.

Maria era fiera di lui, gli aveva fatto un discorso commovente. Forse era la prima volta che quella donna si era immedesimata nel ballerino, dopo due anni di conoscenza.

«Sai cosa, Matti? E non me ne volere, ma un anno fa non mi avresti mai dato questa risposta. Non perché tu fossi debole... probabilmente eri semplicemente inconsapevole: ancora non capivi bene le tue sensazioni e le tue emozioni. Però dovresti essere fiero di te -e lo dico davvero- perché tu stai avendo il coraggio di aprire e accogliere finalmente ciò che hai dentro e che non puoi cambiare, e lo so che per te, che sei visto come il "latin lover" da tutti, non è facile, però ti ammiro, Mattia. Sei cresciuto. Il vecchio Mattia non ci sarebbe mai riuscito.»

Quelle parole lo avevano perseguitato, in senso buono, per tutta la sua -lunghissima- permanenza nel programma. Maria aveva ragione, lui aveva avuto il coraggio di farlo, di essere sincero.

E allora perché il suo migliore amico, il suo "frate" dopo quella notizia era scomparso?

Era stata dura, per lui, lì dentro.

Christian e Mattia si sentivano ogni giorno, appena il piccolo prendeva il cellulare, dopo aver scritto un messaggio di affetto alla madre, chiamava il maggiore per raccontargli le sue avventure ed i suoi incarichi lì in casetta, mentre ascoltava volentieri le vicende nella vita del moro, costantemente in giro per il mondo, ad inseguire il suo sogno con sempre più desiderio.

Eppure, dopo quel daytime, Christian era scomparso. Morto.

Il barese si era convinto che fosse dovuto agli impegni di lavoro perché, dai, era ridicolo riempirsi di paranoie solo perché per una volta non gli aveva risposto al telefono -quasi rompendo una tradizione.
Eppure anche il giorno dopo, e quello dopo ancora, il moro non si era fatto vivo.

E Mattia stava lottando per entrare al serale, e quello stupido lo faceva solo agitare ed innervosire.
Si sentiva fragile, debole, non amato, disprezzato, quasi.

Che poi insomma, il coming out l'aveva fatto lui, quindi si aspettava che Christian gli scrivesse qualcosa, che gli dicesse che era fiero di lui e che aveva avuto una forza gigantesca ad essere onesto davanti a tutta Italia.

Ed invece?

Per di più il piccolo era noto per la sua innegabile permalosità ed era anche estremamente orgoglioso, quindi non lo aveva più contattato neanche lui.
Però era venerdì mattina, e il pomeriggio avrebbero registrato l'ultima puntata del pomeridiano, e lui non poteva restare con quell'ansia addosso, perché, se mai fosse entrato, non si sarebbero sentiti per chissà quanto tempo.

Lo chiamò, ma naturalmente non rispose.

Il suo cuore si stava spezzando ogni secondo di più.
Decise di scrivergli un messaggio.

"senti Chri io non lo so che ti succede ma mi aspettavo mi rispondessi in questi giorni"
"so che sei impegnato e sono contento che la tua vita sia così piena di cose, ma sai anche come ci si sente a combattere fino all'ultimo per una maglia del serale, e in questa settimana che è la più difficile per me tu sei completamente sparito, neanche un messaggio"
"per di più dopo quel daytime"
"puoi rispondermi per favore?"

La risposta era arrivata subito.
"Ora non posso parlare."
"Ti auguro di entrare Matti, so quanto ci tieni, impegnati al massimo, ci sentiamo"

qualcosa di grande [zenzonelli]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora