Uno - stupido cuore

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"Ti auguro di entrare Matti, so quanto ci tieni, impegnati al massimo, ci sentiamo"

Davvero?
Davvero?
Lo stesso ragazzo che gli aveva lasciato la piastrina "non si molla mai"?

Era scoppiato in un pianto nervoso, e nessuno era lì a consolarlo. Ci sarebbe stato Christian, se fossero stati ad Amici21, ma non era stato così.
Anzi, Christian stesso era stata la causa del suo male.

Da quel momento non si erano più sentiti, e ogni volta che se ne rendeva conto, Mattia aveva i brividi.
All'inizio era stato sconvolgente uscire dal programma e ritrovarsi con zero messaggi in quella chat che era sempre stata così piena di vocali, foto o stupidissimi sticker.

E invece adesso a Mattia non restava nulla di Christian, nulla se non quello stupido tatuaggio che avrebbe dovuto sigillare il loro rapporto per l'eternità.

Così, senza motivo: era scomparso.

Mattia ci aveva pianto la notte, quando era nel programma, durante il periodo del serale.
Perché non poteva vederlo, non poteva ascoltarlo, non poteva sentire il suo tocco e neanche quel profumo familiare ed autunnale del ragazzo.

Christian gli ricordava l'autunno: le foglie marroni che cadono, l'odore della pioggia, le giornate che si abbreviano, il sole che tramonta prima e sorge dopo.
Una stagione affascinante ma poco popolare: o la ami o la odi.

E lui di certo l'amava.
La stagione.

Poi si era confidato con Raimondo, e anche con i professionisti, che gli avevano fatto aprire gli occhi e gli avevano fatto comprendere che se Christian si era comportato così, doveva solo lasciarlo perdere perché evidentemente non era un vero amico.

È sempre facile giudicare quando si assiste ad una situazione e non la si vive.

Mattia voleva assolutamente dare retta a tutti quei consigli, a quelle critiche al moro, ma dentro di sé sentiva che le cose non potevano stare davvero in quel modo.

Che senso aveva?
Com'era possibile che la sua anima gemella platonica fosse scomparsa dall'oggi al domani? Ci doveva essere un serio motivo dietro.

Eppure adesso era fine agosto, e lui se ne stava sulla spiaggia di Bari, al tramonto, insieme a Dario, con cui non aveva mai perso i rapporti.
Dario e Mattia si erano trovati subito in sintonia, due anni prima, e forse il fatto che anche l'altro ballerino fosse pugliese aveva aiutato i due a tenersi in contatto nonostante in casetta il legame si fosse affievolito nell'ultimo periodo.

«Chissà perché alcune cose succedono»

«In che senso?»

«Boh, ti ricordi la canzone di Alex? Quella che fa "semplicemente accade, accade"»
Canticchiò Dario.

«Certo che me la ricordo»

«Beh, stavo pensando che non sono d'accordo. Non va bene che "accada" e basta. Dietro deve esserci sempre un motivo.»

Dario era estremamente intelligente e arguto, quindi Mattia intuì subito che quel discorso non fosse casuale.

«Cosa stai cercando di dirmi, Da'?»

«Stavo pensando a Christian»

Ecco, appunto.

Christian per Mattia e per la famiglia Zenzola era un tabù da quando era tornato a casa. Nessuno lo doveva nominare, nessuno doveva anche solo accennare a fatti che lo ricordassero.
Semplicemente Mattia era anestetizzato, apatico sotto quel punto di vista.
Christian era una parentesi che non voleva riaprire.

«Non mi va di parlare di lui, Da'..»

«Ma io non voglio parlare di lui. Voglio parlare di te. Tipo: ti rendi conto che ormai mi chiami sempre per nome?»

qualcosa di grande [zenzonelli]Där berättelser lever. Upptäck nu