Trentadue - chiarimenti e confusione

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«Matti...»

Quella voce soave si stava insinuando delicata tra le sue orecchie.

«Piccolo...»

Era sicuramente un sogno, tipo quelli che sembrano così reali e... e sei in pace.

Come sotto l'effetto di una droga.

Tutto è confuso, nulla è stabile.

«Non ti faccio arrabbiare più se l'effetto è questo...»

Un tono scherzoso.

Era il suo Chri.

Voleva maledettamente aprire gli occhi ma allo stesso tempo era così confortevole e comoda quella sensazione di assopimento che lo stava travolgendo.

Voleva dormire un altro po'.

Le sue labbra avvertirono una leggera pressione.

Sì: era decisamente un sogno.

Però... però quella pressione era così morbida e dolce...

Delicata come un bacio.

Un bacio timido sulle labbra.

Ebbe la conferma di essere vivo quando avvertì il proprio stomaco sfarfallare ed il cuore battere più forte.

Possibile che un semplice bacio lo portasse al settimo cielo in quel modo?

Improvvisamente non aveva più voglia di dormire: la realtà si prospettava come molto più interessante.

Aprì gli occhi a fatica e si ritrovò davanti il principe più bello del mondo.

«Ciao, bella addormentata»

Sghignazzò tenero Christian, accarezzandogli la testa.

Un sogno.

Mattia impiegò qualche minuto per mettere a fuoco il luogo in cui si trovasse: una stanza d'ospedale.

Sul serio?!

«Ma...»

Tentò di mettersi a sedere ma il maggiore lo fermò.

«Fermo, fermo Matti. Chiamo l'infermiera»

«No- aspetta! Spiegami cosa... sto facendo qui»

«Te lo spiego quando siamo a casa, mh? Tua madre ha chiamato la mia e l'ha minacciata di denunciarci per sequestro di persona, quindi per favore ora verifichiamo che stai bene e... e torniamo a casa mia che tua madre vuole rivederti al più presto e-»

«Ok. Basta, mi scoppia la testa! Chiama questa infermiera e andiamocene»

Dopo i dovuti accertamenti, i due tornarono in motorino a casa, stringendosi l'uno all'altro come ai vecchi tempi, ed erano stati accolti dalle due cagnolone allegre.

Mamma Anna e papà Ivan erano usciti a pranzo fuori per lasciar loro più spazio possibile, mentre Alexia se ne stava appollaiata sul divano insieme al fidanzato.

«Matti! Stai bene?! Ho saputo che-»

«Ale, è ancora frastornato, che dici di interrogarlo dopo? Grazie.»

Parlò scorbutico il ballerino di hip hop, mentre trascinava il minore in camera da letto.

La verità è che in tutti quegli anni non aveva mai sopportato le eccessive attenzioni della sorella nei confronti del pugliese.

Si appiccicava troppo.

«Tu resta qua. Io ti preparo qualcosa da mangiare»

«Guarda che- che posso camminare, eh! Sto bene, ho... puoi spiegarmi che cazzo è successo?»

qualcosa di grande [zenzonelli]Where stories live. Discover now