Capitolo 36.

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Chloé

Picchietto nervosamente le unghie sulla superficie del tavolo della sala, massacrando a morsi il mio labbro inferiore e fissando l'orologio appeso alla parete di fronte a me. 

Qualche minuto fa, Carlos mi ha mandato un messaggio per dirmi che poco dopo sarebbe arrivato a casa mia, e da quel momento il tempo sembra non passare mai; è come se ogni movimento delle lancette andasse a rallentatore. Ho un magone assurdo allo stomaco e l'ansia mi sta letteralmente divorando dall'interno. 

Mi sono chiesta continuamente, in questi giorni, se avessi davvero fatto la cosa giusta dando ascolto ai consigli di Juliette. La paura di soffrire ancora e di dover sentire di nuovo sulla mia pelle tutta quella negatività mi soffoca al solo pensiero. Ho passato ore, giorni, settimane rannicchiata nel mio letto senza voler vedere o sentire nessuno. Trascorrevo le giornate dividendomi tra il cellulare e la televisione, fingendo di prestare attenzione a quello che capitava davanti ai miei occhi, alzandomi solamente per andare in bagno e per recuperare sporadicamente qualcosa da mangiare. Piangevo ininterrottamente fino ad addormentarmi e mi risvegliavo la mattina seguente con il cuore pesante e la sensazione orribile di avere un enorme masso appoggiato sul petto. 

Tutto questo è andato avanti fino a che un giorno mia sorella non ha deciso di venire a trovarmi con la scusa del "sai, ero da queste parti e ho pensato di passare"; in realtà, aveva capito perfettamente che non stavo bene come dicevo a lei per non farla preoccupare troppo, quindi aveva preparato in fretta e furia un trolley e si era precipitata da me. 

È rimasta per una settimana e la sua vicinanza mi ha aiutata veramente, nel senso più profondo del termine: pian piano, sono riuscita a riprendere in mano la mia vita e a smetterla di passare le mie giornate sdraiata come un'ameba. Probabilmente, se non ci fosse stata lei mi avrebbero ritrovata morta nel disordine di casa mia. 

Il suono assordante del citofono mi risveglia dai miei pensieri e mi fa sobbalzare sulla sedia. Mi sistemo distrattamente i capelli e la felpa e corro verso la porta, prendendo un bel respiro prima di aprirla. Ci siamo, Chlo

Quando i miei occhi incontrano quelli di Carlos è come se tutto il mondo intorno a noi sparisse. Non vederlo per tutto questo tempo ha reso questo momento ancora più magico e sì, ora so rispondere alla domanda che mi ha tanto tormentata in questi ultimi giorni: ho fatto bene a dare ascolto a Juliette. 

"Chlo" mi saluta sussurrando e cercando di contenere il più possibile il suo entusiasmo che, invece, risulta molto evidente. 

"Ciao" rispondo dolcemente, mentre sento il mio cuore che inizia a fare su e giù per il mio stomaco. "Entra pure, vieni" 

Lui mi segue dentro casa e prende posto sulla sedia su cui ero seduta fino a pochi secondi fa, poi si volta a guardarmi e mi sorride, prendendomi la mano. "Sei ancora più bella dell'ultima volta che ti ho vista..." mormora, facendomi arrossire. 

"E tu sei rimasto il solito ruffiano" commento ridacchiando e ruotando gli occhi. "Come stai?" gli chiedo poco dopo, tornando seria e sedendomi accanto a lui. 

"Ora che finalmente ho la possibilità di rivederti e di parlarti sto meglio. Non aspettavo altro" mi fa sapere, accarezzandomi un ginocchio con la punta delle dita. 

Il mio sguardo cade sulla sua mano e rimane fisso per qualche secondo. "Carlos..." sospiro, sfiorandogli il braccio. 

"Chlo, sono serio" afferma sicuro, guardandomi negli occhi e intrecciando le mie dita con le sue. "Voglio ricominciare da zero con te. Voglio dimostrarti quanto ti amo e farti capire quanto realmente sono pentito per quello che ho fatto. Mi sento un coglione. E non mi perdonerò mai il fatto di essere stato la causa delle tue sofferenze in tutto questo periodo, ma te lo giuro, voglio rimediare" dice con enfasi, stringendo la mia mano sempre di più e prendendo a mala pena aria tra una frase e l'altra. "Voglio addormentarmi mentre ti tengo tra le mie braccia e svegliarmi accanto a te, voglio portarti la colazione a letto, dedicarti ogni singolo podio, ogni piccolo traguardo della mia carriera... Voglio te, Chlo, in tutte le tue sfumature e con tutto ciò che questo comporterà" conclude, facendomi sorridere. 

"Carlos, io..." sospiro guardandolo con gli occhi lucidi. "Non sai quanto ti ho pensato in queste settimane. Mi mancavi in una maniera disarmante e anche se una grande parte di me ti ha odiato profondamente per quello che hai fatto, c'era un angolino in fondo al mio cuore che non aveva la benché minima intenzione di dimenticarti" confesso, osservando come le sue labbra si curvano sempre di più in un sorriso. "Ma ho sofferto davvero tanto. E non potrei sopportare di nuovo tutto quello che ho patito già una volta, Carlos. Quindi ti prego, ti prego con tutta me stessa: se torni, stavolta fallo senza filtri. Non voglio più bugie, storielle o prese in giro. Voglio la trasparenza, la fedeltà. Promettimelo" gli chiedo con voce tremante. 

Per tutta risposta, lui si sporge ancora di più verso di me, lasciando che le nostre labbra si sfiorino. "Te lo prometto, amore mio. Sarà come se tutto questo non fosse mai successo" sussurra, prima di eliminare completamente la distanza fra noi dando inizio ad un bacio pieno di passione. 

Un bacio che racchiude settimane di paure, rabbia, incertezze, parole non dette e sentimenti soffocati. Così intenso, così carico di emozioni pure. 

"Mi sei mancata così tanto..." mormora staccandosi e appoggiando la sua fronte contro la mia. 

Afferro entrambe le sue mani e le stringo forte nelle mie senza staccarmi dal suo viso, poi lo bacio di nuovo teneramente. "Anche tu mi sei mancato" 

Paid-for love - Carlos SainzDove le storie prendono vita. Scoprilo ora