Capitolo 21.

2K 64 3
                                    

Carlos

Mi rigiro nel letto per l'ennesima volta, tenendo gli occhi spalancati a causa dell'insonnia.

Guardo Eleonora che dorme accanto a me e immediatamente vengo avvolto da una fitta che dallo stomaco si espande in tutto il corpo e mi fa contrarre il viso in una smorfia. Mi sento terribilmente in colpa nei suoi confronti; è una donna meravigliosa, dolce e premurosa, e non si merita affatto di essere tradita nel profondo in una maniera come questa.

Non riesco a togliermi le immagini di Chloé e il suo ragazzo dalla mente. È come se sentissi di aver sprecato l'occasione più importante della mia vita, come se avessi semplicemente il bisogno di chiudere gli occhi e trovarmi accanto a lei, al posto di Mathieu.

Chiudo gli occhi e inizio a massaggiarmi le tempie, cercando di far uscire dalla mia testa tutti quei pensieri orribili, ma senza successo.

Mi alzo e faccio attenzione a non svegliare Eleonora, che invece dorme come un angioletto.

Fino all'ultimo passo che faccio per raggiungere la porta, cerco in mille modi di autoconvincermi a non fare davvero quello che sto pensando, ma nessun tentativo si rivela utile.

Esco velocemente dalla stanza, chiudo la porta alle mie spalle stando attento a non fare troppo rumore, e inizio a camminare verso l'ascensore.

Arrivo al terzo piano e inizio a camminare, finché non raggiungo la camera 367.

Prendo un bel respiro e non ci penso un attimo di più: busso alla porta di Chloé e spero che venga lei ad aprire.

"Carlos? Ma che ci fai qui a quest'ora?" chiede non appena mi vede, stringendosi in un cardigan e uscendo sul corridoio, socchiudendo la porta.

"Scusami, lo so che non era il caso che venissi qui..." mormoro in imbarazzo, grattandomi la nuca. "Volevo solo parlare con te"

"Alle tre di notte?" chiede ironica, incrociando le braccia al petto.

Abbozzo un sorriso che poi contagia anche lei e le accarezzo piano un braccio, facendo sì che i miei occhi si incrocino con i suoi.

"Scusami, Carlos" dice improvvisamente lei. "Avevi ragione, quella sera a Monaco. È stato ridicolo da parte mia fare quella scenata, e oltretutto è stato solo a causa mia se siamo arrivati ad odiarci in quel modo..." mormora sincera.

La guardo un po' spiazzato da quella sua confessione, ma allo stesso tempo sollevato dal fatto che finalmente stiamo riuscendo ad avere una conversazione normale senza insultarci o mandarci frecciatine.

"Sta' tranquilla, ok? È acqua passata" dico soltanto, sorridendo leggermente.

"Eleonora è una ragazza molto fortunata" afferma con un filo di malinconia nella voce.

Annuisco e abbasso la testa, sentendomi ancora più in colpa di prima quando mi ricordo di averla lasciata da sola in camera di notte per venire qui.

"Anche tu hai un ragazzo" esordisco io. "L'ho visto oggi, quando Eleonora è venuta a salutarvi"

Sul suo viso spunta subito un sorriso enorme e genuino. "Sì. Non stiamo insieme da molto, ma è davvero una persona d'oro" mi informa annuendo, mentre sento il mio cuore che si frantuma in mille pezzettini.

Lei è felice con lui. Si vede lontano un miglio, non ha bisogno di nient'altro. Sta guarendo dalla sua bruttissima malattia, ha accanto delle persone che la amano come merita. Perché mai dovrebbe interessarle tornare sui suoi passi per pensare ad un futuro con me?

"Sono contento per te, Chlo" sussurro. "Scusa ancora se sono venuto qui a disturbarti, ma non riuscivo a dormire sapendo che c'era qualcosa di irrisolto tra di noi" confesso.

"Anch'io volevo parlarne" dice annuendo. "Adesso vai, domani devi essere carico" mi suggerisce, posando una mano sulla mia spalla.

Ridacchio e annuisco, prima di lasciarle un bacio sulla guancia, nel quale mi soffermo forse un po' troppo.

Mi stacco lentamente e ci guardiamo negli occhi per qualche secondo, quasi con timore. È uno sguardo che sa di cose non dette e di conti in sospeso.

"Buonanotte, Carlos" dice con un filo di voce, risvegliandomi da quello stato di trance.

"Buonanotte" rispondo soltanto, prima di girarmi verso l'ascensore e iniziare a camminare.

***

Chloé

Rientro in camera in fretta e con il cuore che minaccia di uscirmi dal petto da un momento all'altro.

Mi chiudo la porta alle spalle e mi appoggio ad essa con la schiena, chiudendo gli occhi e iniziando a regolarizzare la respirazione. È incredibile quanto Carlos riesca ad avere potere su di me anche dopo settimane senza avere alcun tipo di contatto.

"Chlo?" mi richiama Mathieu con voce assonnata, facendomi aprire gli occhi di colpo.

Mi avvolgo nel cardigan e torno velocemente a letto accanto a lui, che a malapena riesce a tenere gli occhi aperti e mi guarda confuso. "Che stavi facendo?"

"Scusami, non volevo svegliarti... Avevo solo bisogno di prendere un po' d'aria, non riuscivo a dormire" mormoro inventando quella che mi sembra la scusa più plausibile.

Lui non sembra crederci, ma per qualche strano motivo decide di darmi il beneficio del dubbio, limitandosi ad annuire. "Vieni qui" dice poi, allargando un braccio per farmi appoggiare la testa sul suo petto.

Mi sistemo accanto a lui e cerco di avere un comportamento che sia il più normale possibile in modo da non destare sospetti, ma la verità è che quel momento che c'è stato con Carlos mi ha davvero scossa.

Mi costringo a chiudere gli occhi e a scacciare i pensieri, cosa che inizialmente non mi riesce affatto. Dopo qualche minuto di concentrazione, però, anche grazie all'orario e alla stanchezza, mi lascio cullare dal ritmo del respiro di Mathieu e mi addormento.

Paid-for love - Carlos SainzWhere stories live. Discover now