Capitolo 13.

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Carlos

Mi guardo allo specchio mentre sistemo il colletto della camicia e impreco contro i bottoni quando non riesco ad infilarli nell'occhiello del polsino.

"Che succede?" chiede Caco spalancando la porta della camera e affacciandosi con aria preoccupata.

"Questa dannatissima camicia non vuole collaborare" borbotto a denti stretti, allungando il braccio nella sua direzione per far sì che ci pensi lui.

"Certo, è la camicia..." commenta ironico, riuscendoci al primo colpo.

"Quando arriva Chloé? L'hai sentita?" chiedo evitando il contatto visivo e cambiando argomento.

"Ci raggiunge direttamente al ristorante" mi fa sapere, uscendo dalla stanza per tornare in sala.

Aggrotto le sopracciglia e sbuffo, andandogli dietro come un bambino. "Perché? Non poteva passare qui e venire con noi?"

"Carlos..." mi ammonisce, alzando gli occhi al cielo e sedendosi sul divano per mettersi le scarpe. "Stai facendo i capricci. Hai cinque anni, per caso?" chiede scocciato.

"Non capisco perché non vuole vedermi" commento, scuotendo la testa. "Ha detto che avremmo parlato, che avremm-"

"Carlos, per favore" mi rimprovera interrompendomi. "Io non voglio entrare nelle vostre faccende personali, ma ti chiedo solo una cosa" inizia, unendo le mani e guardandomi negli occhi. "Non fate cazzate stasera. È una cena di lavoro, ok? Mettitelo in testa e vedi di non ubriacarti come hai fatto al gala di fine anno" dice con tono fermo.

Annuisco piano e mi porto le mani ai fianchi, abbassando lo sguardo. "Hai ragione, certo" mormoro soltanto, tornando in camera per finire di prepararmi.

***

Io, Caco e Charles arriviamo alla cena leggermente in ritardo rispetto all'orario dell'appuntamento.

Mi guardo intorno in giro per la sala e rimango quasi a bocca aperta quando mi accorgo che Chloé è già arrivata ed è più bella che mai.

Sta reggendo in mano un calice di prosecco. Il suo corpo è fasciato da un vestito blu attillato che le arriva a metà coscia e mette in evidenza tutti i suoi pregi. I capelli sono raccolti in una coda molto alta e ci sono solo due piccole ciocche libere che le incorniciano la fronte.

Mi dirigo a passo svelto al gruppo di persone con cui sta parlando e saluto velocemente tutti, stampandomi un sorriso forzato in faccia, poi avvicino la bocca alla sua per lasciarle un bacio a stampo, ma lei gira la testa e tutto quello che le mie labbra toccano è la sua guancia.

La guardo negli occhi per un millesimo di secondo e capisco che vuole mantenersi distaccata; vuole portare avanti nel migliore dei modi l'accordo per il quale ha firmato, nulla di più.

La prendo per mano e la trascino con me al nostro tavolo, che è ancora vuoto, sfruttando l'occasione per parlarle da solo.

"Che cosa c'è, Carlos?" mi chiede fingendo un sorriso mentre si guarda intorno.

"Hai detto che avremmo potuto parlare quando saresti tornata. Perché allora sei venuta direttamente qui?" chiedo a denti stretti, fregandomene delle persone intorno.

"Non penso che questo sia il momento e il luogo adatto per parlare" afferma spostando nuovamente lo sguardo su di me. "Limitiamoci a fare quello per cui siamo qui, ok? Ci sarà occasione per parlare" conclude brevemente, accarezzandomi una spalla e alzandosi dalla sedia per raggiungere alcuni membri del team con cui stava parlando quando sono arrivato.

Frustrato, batto nervosamente il piede a terra e bevo tutto d'un fiato il calice di prosecco che trovo davanti al mio segnaposto.

Mi giro nuovamente verso Chloé e la vedo pericolosamente vicina ad Alessandro, uno dei miei ingegneri. Ridono e scherzano come se si conoscessero da una vita. Lei gli appoggia una mano sull'avambraccio e lui continua a far scorrere il suo sguardo su tutto il suo corpo, senza cercare neanche minimamente di nascondere il suo desiderio nei suoi confronti. Si passa la lingua sulle labbra e le dice qualcosa avvicinandosi ancora di più al suo orecchio, facendola scoppiare a ridere.

Mi alzo immediatamente dalla sedia e vado a passo svelto verso di loro con lo sguardo carico d'odio, ma il mio percorso viene bruscamente interrotto da Caco, che mi si ferma davanti a braccia incrociate e mi guarda con un sopracciglio alzato. "Che cosa ti ho chiesto?"

"Mi spii?" chiedo infastidito, sbuffando e posando di nuovo gli occhi su Chloé.

"Si vedeva da un chilometro, Carlos. Non serve spiarti" mi fa notare, appoggiando una mano sulla mia spalla. "Metti da parte tutto per qualche ora, ok?" si raccomanda, prima di allontanarsi e lasciarmi in mezzo alla sala.

***

Chloé

Sorseggio il mio vino e cerco di non far trapelare l'infinita gelosia che sto provando nel guardare Carlos flirtare con una delle cameriere che ci ha servito durante la serata.

La guarda dolcemente con quel suo sorriso accattivante che detesto e amo allo stesso tempo, e le guance mi vanno in fiamme quando lo vedo allungare una mano verso i suoi capelli per spostarglieli dietro l'orecchio.

"Scusami un attimo" mormoro abbozzando un sorriso e rivolgendomi ad Alessandro, con cui ho parlato per gran parte della serata.

Mi avvicino lentamente alla coppietta felice e sorrido cercando di sembrare il più tranquilla possibile quando incrocio lo sguardo della ragazza che si è aggiudicata l'attenzione di Carlos.

La sua risata si spegne e si allontana all'istante, facendo sì che Carlos si giri verso di me.

"Pensi di poter smettere di provarci con la cameriera davanti a tutti i tuoi colleghi?" ringhio infastidita, abbassando leggermente il tono della voce.

"Oh, wow!" esclama ironico. "Ma guarda! Hai già finito di parlare con il tuo nuovo amichetto?" mi chiede indicando Alessandro con un cenno.

Alzo gli occhi al cielo e incrocio le braccia al petto prima di rispondergli mentre gli rivolgo uno sguardo truce. "Non ho fatto niente di male" gli faccio notare parlando acidamente.

Ride senza umorismo e scuote la testa, avvicinandosi di più al mio viso e facendo sfiorare i nostri nasi. "Smettila di giocare col fuoco, Chloé. Rischi di scottarti" mi avverte, allontanandosi nuovamente subito dopo. "Ora scusami, devo andare a salutare gli altri" aggiunge iniziando a camminare e lasciandomi in quell'angolo piena di rabbia e frustrazione.

Paid-for love - Carlos SainzUnde poveștirile trăiesc. Descoperă acum