Capitolo 35.

1.7K 60 5
                                    

Chloé - Tre settimane dopo

Fingo di non sentire il cellulare che squilla incessantemente da interi minuti e sposto tutta la mia attenzione sull'interessantissima tazza di caffellatte che sto bevendo. Gioco con il cucchiaino facendo movimenti circolari e cerco di ignorare lo sguardo di mia sorella che brucia su di me.

"Puoi almeno metterlo in silenzioso?" mi chiede infastidita, quando realizza che non le  avrei mai parlato per prima.

Alzo lo sguardo e lascio che i miei occhi incontrino i suoi, poi stringo le labbra e, con un movimento rapido, abbasso il volume del telefono per poi lasciarlo cadere di nuovo sul tavolo.

"Non pensi che sia il momento di dargli una possibilità?" domanda dopo qualche secondo con un filo di voce, guadagnandosi uno sguardo fulmineo da parte mia.

"Fai sul serio? Sei stata la prima a dirmi di lasciarlo perdere e a mettermi in guardia perché avevi capito che nascondesse qualcosa... Cos'è cambiato ora?" le faccio notare stizzita.

Juliette sospira e si alza dallo sgabello per venire più vicina a me. "Ha sbagliato, Chlo, e anche tanto; questo nessuno lo mette in dubbio. Penso solo che forse una seconda chance la meriti..." mormora.

"Ok, sei ufficialmente impazzita" sentenzio, agitando le mani e facendo per andarmene.

Lei però mi blocca, posando una mano sul mio avambraccio. "Chlo..." mi ammonisce. "Voglio dire che una persona che ha realmente solo ed esclusivamente giocato con i tuoi sentimenti senza mai provare nulla per te, non ti tartassa con telefonate e messaggi per intere settimane. So che non gli credi quando ti dice che ti ama, e visto ciò che ha fatto, non ti biasimo per questo, ma se non demorde forse un fondo di verità in quello che dice c'è, non pensi?" mi chiede con tono calmo, incrociando le braccia al petto.

Dopo averla fissata con un'espressione neutra per qualche secondo, mi passo una mano fra i capelli e sbuffo rumorosamente. "Non lo so, Juli... Quello che dici ha senso effettivamente, ma come posso fidarmi ancora di lui? Come faccio a credere a quello che mi racconta se per settimane mi ha riempita di bugie e storielle?"

"So che è difficile, Chlo..." sospira lei. "Ma guardati. Quando parli di lui, gli occhi ti si illuminano ancora come il primo giorno. Questo vorrà pur dire qualcosa, no?" chiede sorridendo dolcemente e allungando una mano verso il mio viso, per spostarmi una ciocca di capelli dietro l'orecchio. "Dagli una possibilità. Fallo per te, fidati, Chlo"

"E se dovessi farmi abbindolare un'altra volta? Non voglio soffrire ancora, Juli. Non ne posso più, sul serio..." mormoro, reggendomi la testa con il braccio.

"Non succederà" mi rassicura mia sorella, stringendomi una mano. "Ti fidi di me? Certe cose le capisci a pelle. Se ti sta mentendo lo capisci dagli occhi, dai movimenti. Si vede se una persona a cui tieni è sincera" intima.

Annuisco piano e abbasso la testa, giocando con il lembo della mia felpa, e proprio in quel momento il mio cellulare ricomincia a suonare.

Alzo velocemente lo sguardo e fisso il nome di Carlos sullo schermo, ripensando a tutto quello che Juliette mi ha appena detto.

"È ancora lui?" mi domanda, indicando il telefono con un cenno.

"Già..." sussurro. "Dici che dovrei rispondere?" chiedo insicura, mordendomi piano il labbro inferiore.

Juliette annuisce decisa, mentre afferra il telefono e fa per premere la cornetta verde.

"Juliette, che diavolo-" esclamo tentando di bloccarla, ma zittendomi immediatamente non appena noto l'inizio della telefonata sullo schermo.

"Ti odio" mimo con le labbra, prima di portarmi il cellulare all'orecchio e girarmi dandole le spalle.

"Chlo?" mi richiama Carlos, dall'altra parte della cornetta.

"Sì, ehm" balbetto, grattandomi la testa e strizzando gli occhi, in preda al panico e con il cuore a mille che minaccia di uscire dalla gabbia toracica. Sono settimane che non sento la sua voce. "Sono qui" sussurro infine.

"Che bello sentirti, Dio mio" mormora lui. "Aspettavo questo momento da settimane" confessa poi. "Come stai?"

"Sto... bene, credo. E tu?" dico quasi in automatico.

"Mi manchi da morire, Chlo. Vorrei vederti per parlare, se me lo permetti..." mi spiega.

Fisso per qualche secondo un punto sul pavimento, completamente in tilt e confusa su cosa rispondere. Mentre una parte di me desidererebbe ancora fiondarsi tra le sue braccia come se fosse la prima volta, l'altra vorrebbe solo cedere all'impulso di strangolarlo e prenderlo a calci per tutto quello che mi ha fatto passare, per tutte le balle che mi ha raccontato.

"Chloé, ci sei?" mi richiama, interrompendo la mia riflessione.

"Scusami, sì. Sono qui" rispondo prontamente. "Va bene Carlos, vediamoci" dico tutto d'un fiato.

"Cosa? Sul serio?" chiede incredulo. "Voglio dire, sono contento. È che per tutto questo tempo non mi hai neanche risposto ai messaggi, insomma... non me l'aspettavo" spiega parlando a raffica, facendomi ridacchiare.

"Ho cambiato idea" dico soltanto, scrollando le spalle.

"Vengo a Montecarlo in questi giorni. Ti avviso prima di piombarti in casa, va bene?" chiede cercando di nascondere l'entusiasmo che sta provando in questo momento, fallendo miseramente. Mi sembra quasi di vederlo, col sorriso furbetto e gli occhi vispi.

"Va bene" dico soltanto. "A presto, Carlos" lo saluto prima di riagganciare e di girarmi di nuovo verso Juliette, che mi guarda soddisfatta.

"Sono fiera di te, biscottino" dice sorridendo, marcando con la voce il nomignolo affettuoso con cui mi chiamava quando eravamo bambine e avvolgendomi in un abbraccio.

"Spero tanto di aver fatto la cosa giusta, Juli..." sussurro contro il suo orecchio.

"Ti batte forte il cuore, Chlo... Ti basta come risposta?"

Paid-for love - Carlos SainzOnde histórias criam vida. Descubra agora