Capitolo 18.

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Chloé

"Prima di tutto, il nostro non era un vero fidanzamento"

"Non hai il diritto di scaricare tutta la colpa su di me soltanto perché sono andato avanti"

Le parole di Carlos rimbombano ininterrottamente nella mia testa da ieri sera. I suoi occhi infuriati, il suo tono di voce carico di rabbia; sono immagini che mi ritrovo davanti ogni volta che chiudo gli occhi e che non dimenticherò facilmente.

"Spero vivamente che adesso tu abbia imparato la lezione..." commenta Charles sedendosi sul mio letto con una camomilla calda tra le mani.

Alzo gli occhi al cielo e afferro la tazza soffiando leggermente sul liquido prima di berne un po'. "Grazie per avermi ospitata" sussurro guardandolo. "E scusa per il casino che ho combinato, non volevo rovinare l'atmosfera"

"Non serve che mi ringrazi" mormora spostandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio. "E non è a me che dovresti chiedere scusa" osserva, quasi cantilenando.

Lo guardo confusa e lui alza un sopracciglio.

"No, Charles. Non chiederò scusa a Carlos... Mi sono già umiliata abbastanza" dico a bassa voce, stringendo nervosamente la tazza fra le mani.

Lui ride senza umorismo e si alza, guardandomi dall'alto in basso mentre scuote la testa. "Sei veramente incredibile" commenta.

"Che vuoi dire, scusa?" gli chiedo infastidita.

"Che dovresti farti un esame di coscienza" dice con tono fermo, lasciandomi spiazzata. "Carlos avrà anche i suoi difetti, ma ieri sera aveva ragione! Non so se tu lo faccia apposta o meno, però credo che dovresti analizzare la situazione e prenderti le colpe che hai, perché ce l'hai, Chloé, credimi"

"Wow..." sussurro ironica, lasciando uscire una risatina nervosa dalle mie labbra. "Non pensavo che avessi questa opinione di me..."

"Ma quale opinione? Chlo, ti voglio bene e lo sai. Sono tuo amico e in quanto tale ti dico quello che penso anche se questo significa non condividere il tuo punto di vista" mi spiega. "Se poi tu credi che l'amicizia consista nel dare sempre ragione all'altro, anche quando non ce l'ha, sono fatti tuoi. E ora scusami, ma ho dei giri da fare" conclude uscendo dalla camera e sbattendosi il portone di casa alle spalle.

Appoggio la camomilla sul comodino e sospiro rumorosamente, passandomi una mano sul viso e stropicciandomi gli occhi.

Nel giro di pochi secondi, ripenso a tutto quello che è successo con Carlos. Al modo surreale in cui è iniziato il nostro rapporto, alla nostra recita infinita, a quanto andassimo d'accordo, a quanto io cambiassi positivamente quando ero con lui. Ma anche alla nostra notte di sesso, alla mattina in cui sono scappata come una vigliacca, al mio continuo evitarlo.

La verità è che sì, so che Carlos ha ragione, ma non sono abbastanza coraggiosa da ammetterlo agli altri. È più facile dare la colpa a lui, farlo passare come lo stronzo della situazione. Come, allo stesso modo, è stato più facile correre via da lui ed allontanarmi invece di affrontarlo e guardare in faccia la realtà.

È stato più facile, sì. Ma da codardi.

***

Carlos

"Carlos?" mi richiama Eleonora, facendomi distogliere lo sguardo dalla tv su cui mi sono fissato ma che in realtà non sto ascoltando.

"Mh?" rispondo distrattamente.

"Non credi che sia il caso di parlare di quello che è successo ieri sera?" chiede piano, quasi con paura.

Sbuffo e butto la testa all'indietro, girandomi poi a guardarla senza dire nulla.

"Ti comporti come se fosse tutto normale, come se ieri la tua ex non avesse fatto una scenata isterica davanti a decine di persone" mi fa notare gesticolando.

"Te l'ho già detto, Ele. Innanzitutto era ubriaca; ti assicuro che se fosse stata sobria non si sarebbe mai azzardata a fare una cosa del genere. E poi non c'è nient'altro da aggiungere. Le ho già detto in faccia tutto quello che penso e le ho fatto capire che deve accettare che io sia riuscito ad andare avanti senza di lei" dico tutto d'un fiato innervosendomi.

"Mi è sembrata molto ferita, lo sai?" mormora lei, sedendosi sul divano accanto a me con le gambe incrociate.

"La difendi?" chiedo confuso alzando un sopracciglio.

"Non la sto difendendo, anche perché non so come sono andate le cose fra voi. Sto solo dicendo che mi è sembrato che ci stesse molto male" dice scrollando le spalle, con una tranquillità che mi infastidisce ancora di più.

"Ti garantisco che il cattivo in questa storia non sono io" ribadisco. "Chloé è una persona molto fragile, ma sa essere anche egoista e meschina. Anche se lei non vuole accettarlo, la colpa è solo sua se tra di noi c'è questa tensione" concludo alzandomi e andando a bere un po' d'acqua.

Eleonora mi segue e mi abbraccia dolcemente da dietro, appoggiando la guancia sulla mia schiena prima di lasciarmi un bacino sulla scapola.

"Scusami, piccola" sussurro girandomi e trovandomi la sua faccia di fronte. "Non volevo alzare la voce, è che-"

"Non dire nulla. Sta' tranquillo, ok?" mi interrompe, mettendomi un dito sulle labbra e abbozzando un sorriso.

"Vieni qui" mormoro avvicinandomi e facendo sfiorare le punte dei nostri nasi prima di baciarla e stringerla dai fianchi.

Paid-for love - Carlos SainzWhere stories live. Discover now