Capitolo 7.

2.2K 79 4
                                    

Carlos - Due settimane dopo, Abu Dhabi

"Sono le ultime due curve, Carlos. Con calma, hai molto distacco"

Le parole del mio ingegnere di pista mi rimbombano nella testa e raggiungono le mie terminazioni nervose. Inizio a sudare più di quanto non lo stia già facendo, le mani mi prudono e le gambe tremano.

"Continua così, ottimo lavoro. Una curva, Carlos" 

Stacco il piede dall'acceleratore, per poi riaffondarlo subito dopo per affrontare l'ultimo pezzo di rettilineo, fino a raggiungere il traguardo.

"Carlos Sainz, you are the world champion!"

Alzo una mano dal volante e inizio immediatamente ad agitarla verso il cielo con il pugno chiuso. "Yes! We did it, guys! We did it!" esclamo tenendo premuto il pulsante per aprire il microfono.

Fermo la mia monoposto davanti al numero 1 e salgo in piedi sulla parte posteriore, alzando le braccia al cielo. Subito dopo, corro verso il mio team ed esulto insieme a loro, tra lacrime di gioia, sorrisi e tanta soddisfazione per il lavoro ripagato.

I giornalisti e le telecamere mi inseguono per l'intero box, finché tra le mie braccia non si fionda anche Chloé. Mi stringe forte e io la prendo in braccio, facendole fare un paio di giri prima di posare le mie labbra sulle sue e baciarla rapidamente a stampo.

Non è la prima volta che la bacio in pubblico, eppure ogni volta giurerei di sentirla sorridere sotto il mio tocco, come se fosse qualcosa di reale.

Una serie di applausi e fischi raggiungono le mie orecchie e fanno sì che io mi stacchi da lei, ridacchiando e posandola di nuovo a terra.

"Sono felicissima per te" sussurra al mio orecchio quando mi abbraccia di nuovo e allaccia le sue braccia dietro alla mia nuca, arrossendo violentemente.

"Carlos, congratulazioni!" esclama una reporter dietro di noi, con un grande sorriso sulle labbra.

Mi volto per guardarla e le rivolgo anch'io un'espressione soddisfatta prima di risponderle. "Grazie mille"

"Perché non ci racconti? Come ti sei sentito quando hai capito che stava davvero accadendo e come ti senti ora che hai il titolo in tasca?" chiede tutto d'un fiato, alzando la voce per farsi sentire e sovrastare le voci di tutte le altre persone che mi stanno festeggiando.

"Incredibilmente appagato e in pace. È una sensazione indescrivibile, mi sento completo" ammetto.

"Vuoi ringraziare qualcuno a parte, ovviamente, te stesso?" domanda ancora, ridacchiando.

"Beh, innanzitutto tutta la scuderia perché senza questi meravigliosi ragazzi nulla di tutto ciò sarebbe possibile" inizio, indicando il mio team. "E poi la mia ragazza Chloé, che mi è stata molto vicina in queste ultime settimane e mi ha supportato tanto" aggiungo, mettendo un braccio attorno al suo collo e attirandola verso il mio petto.

La giornalista intervista velocemente anche lei, facendole qualche rapida domanda, poi ci saluta e ci lascia di nuovo ai festeggiamenti.

***

Chloé

Questa sera ci sarà una grande festa organizzata dalla Ferrari per la vittoria di Carlos. Ci sarà ovviamente tanta musica, tanta gente e, come ogni party che si rispetti, tanto cibo.

Mi sto preparando psicologicamente da qualche ora, consapevole del fatto che dovrò mangiare di fronte a tante, troppe persone.

Il fatto di pensarci così tanto sicuramente non mi fa bene: purtroppo ho avuto un paio di crisi di pianto, non riuscivo a calmarmi in nessun modo e, nonostante ora mi sia ripresa, adesso ho comunque gli occhi gonfi e molto arrossati.

Decido di iniziare a prepararmi con largo anticipo, per cercare di scacciare i pensieri.

Per l'occasione, scelgo un vestito nero in seta, non molto attillato e che mi fascia le gambe fino a metà coscia, abbinato a degli stivaletti bassi con il tacco.

Realizzo un trucco molto semplice com'è mio solito fare: Carlos mi aveva anche proposto di chiamare una truccatrice e una parrucchiera per l'occasione, ma non sono proprio il tipo che rimane su una sedia per delle ore per farsi truccare, così ho gentilmente rifiutato.

"Wow... Sei davvero bella, Chlo" mormora Carlos rientrando in camera e puntando il suo sguardo su di me.

Mi giro e gli rivolgo un sorriso imbarazzato, ringraziandolo subito dopo e tornando immediatamente a guardarmi allo specchio per finire di sistemarmi i capelli.

I suoi occhi però non si staccano dalla mia figura. Carlos continua a scrutarmi e si avvicina lentamente a me, fino a posare una sua mano sul mio avambraccio. Mi volto automaticamente verso di lui e lo guardo un po' confusa, non sapendomi spiegare quel gesto.

"Che hai, Chlo?" chiede a bassa voce. "Hai pianto?" aggiunge poi, osservandomi meglio da vicino.

Stringo le labbra e sposto di nuovo lo sguardo verso lo specchio, scuotendo ripetutamente la testa, ma lui non ci casca.

"Dimmi che succede. Non saremo fidanzati davvero ma ci tengo a te, sai che puoi parlarmi se ne hai bisogno" mi dice, prendendomi il mento e costringendomi a girarmi a guardarlo.

Faccio un lungo sospiro e abbasso lo sguardo, indecisa sul da farsi. Vorrei raccontargli di tutti i miei problemi perché sfogarsi con qualcuno fa comunque bene e lui, in particolar modo, riesce sempre a farmi sentire meglio; d'altra parte, però, vorrei evitare di espormi troppo per evitare un coinvolgimento emotivo. Dopotutto, anche se non è molto comune, il mio è a tutti gli effetti un lavoro e dovrei rimanere un minimo professionale. Già il fatto di provare questa lieve gelosia nei suoi confronti, teoricamente non andrebbe bene.

Sono già pronta ad inventare una scusa, ma quando punto di nuovo i miei occhi nei suoi color caffè, alcune lacrime iniziano a rigarmi il viso, costringendomi praticamente ad essere il più trasparente possibile.

I suoi pollici si muovono lentamente sulle mie guance, asciugandole e massaggiandole piano; le sue iridi si puntano nelle mie.

"Ho un disturbo alimentare" dico soltanto, come a volermi togliere un peso.

La sua faccia mostra un'espressione stupita e preoccupata allo stesso tempo. "Chlo..." sussurra, scrutandomi. "Mi dispiace, non ne avevo idea, io-"

"Non devi scusarti. Non è un argomento che amo affrontare, ma voglio parlarne con te" dico piano, interrompendolo.

Lui annuisce. Lo prendo per mano e lo faccio sedere sul bordo del mio letto, dove mi accomodo anch'io prima di iniziare a raccontargli tutto. L'inizio della mia malattia, le cure dalla nutrizionista, gli incontri dallo psicoterapeuta e tutti i miei progressi, le mie ricadute e le mie costanti paure.

Carlos mi ascolta senza perdersi neanche una parola. Non fa domande, ma è attento a tutto ciò che dico, stringendomi forte la mano e, forse, riuscendo anche ad incollare di nuovo tra di loro dei piccoli pezzetti del mio cuore che si erano rotti da molto tempo.

Paid-for love - Carlos SainzWhere stories live. Discover now