CAPITOLO 44

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Parai il primo affondo di un Licantropo e girai su me stessa per evitare di essere colpita nuovamente. Puntai l'asta allo stomaco della creatura e cercai di ferirlo. Il colpo andò a buon fine, ma, dopo pochi secondi, un altro di loro mi fu addosso.

"Non ti facevo una tipa così violenta, Riley..." Disse Julian mentre combatteva anche lui a pochi metri da me.

"Di solito non lo sono, ma questi cosi, non sono esseri viventi... sono solo frutto della pazzia di qualche stregone!" Bloccai l'ennesima artigliata della creatura davanti a me.

L'asta non era adatta a quella situazione, c'erano troppi nemici e un'arma così grande non era utile, mi rendeva solo più lenta e prevedibile. Inoltre quegli esseri sembravano più veloci e forti della sera prima, come se avessero fatto il pieno di energie.

Sferrai l'ennesimo colpo e feci scomparire dalle mie mani la lancia. Mi bastò visualizzare nella mente ciò di cui avevo bisogno per far comparire sulle mie mani due pugnali. Quelle armi erano più leggere, pratiche e veloci, decisamente adatte a quel combattimento.

Spostai per pochi secondi lo sguardo su Julian, aveva appena ferito mortalmente un vampiro, che adesso era cenere, e stava fronteggiando uno stregone, o almeno una creatura con i suoi poteri. Per i Licantropi, i combattenti con poteri magici erano i più difficili da sconfiggere perché non usavano il corpo a corpo, ma i loro poteri e i lupi erano decisamente in svantaggio da quel punto di vista.

Quella distrazione mi costò cara: un vampiro riuscì ad afferrarmi per le spalle e a scaraventarmi sullo scaffale della libreria. La fitta alla schiena mi tolse il respiro, ma dopo un po' mi costrinsi a rialzare.

Non potevo perdere tempo, non quando Julian pareva trovarsi in seria difficoltà. Infatti era riuscito non so come a spezzare il collo a un licantropo, ma lo stregone aveva approfittato del momento e lo aveva colpito in pieno petto con una scarica di energia.

Se fosse capitato a me, molto probabilmente sarei morta... rabbrividii al pensiero.

Noi Lancaster potevamo avere poteri unici, decisamente capaci di cambiare l'esito di uno scontro, ma la fragilità del nostro corpo umano era qualcosa che inevitabilmente ci poneva in una posizione di svantaggio. Ai miei avversari non sarebbe servito molto per farmi fuori e sapere quanto rischiavo ogni volta che combattevo, mi faceva rabbrividire.

Chiusi gli occhi, feci un respiro profondo e misi da parte quel pensiero. Potevo sentire i battiti incessanti del mio cuore rimbombare nella mente, mi estraniai dal mondo quel poco che bastava per riprendere il controllo del mio corpo. Sentii l'alito di una di quelle creature a un palmo dal mio viso. Spalancai gli occhi e affondai il pugnale nella gola di quel vampiro che stava per farmi fuori.

Misi velocemente a fuoco lo spazio intorno a me: Julian era a terra, raggomitolato su stesso per parare il successivo colpo dello stregone. I Licantropi erano forti, guarivano in fretta, ma non erano indistruttibili. Non ero certa che il Segugio avrebbe sopportato un altro colpo...

Lasciai così che la mia magia fluisse fuori dal mio corpo e creai intorno al mio amico una bolla d'acqua, che poteva sembrare fragile, ma che sapevo nessuno stregone sarebbe riuscito a superare. Come previsto la saetta di energia rimbalzò sullo scudo e Julian sfruttò quel momento di sorpresa della creatura per balzare fuori dalla bolla e colpire alla gola l'avversario.

Vidi gli occhi del Segugio sgranati per lo sforzo e la sorpresa, forse non si aspettava una mossa simile da parte mia. Mi fece un segno di assenso e io gli sorrisi di rimando. Vidi però la sua espressione incupirsi in fretta e le sue pupille dilatate fissare qualcosa alle mie spalle. Non fece in tempo a urlare per avvertirmi di guardarmi le spalle che mi voltai di scatto e premetti il palmo della mia mano sul petto di una creatura. La pressione dell'acqua che fuoriuscì dalla mano fu abbastanza forte da bucare il petto di qualsiasi cosa stava per farmi fuori.

Siamo ACQUA e FUOCOWhere stories live. Discover now