CAPITOLO 41

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Finito il mio monologo, mi soffermai un po' sui loro volti.

Sven mi guardava come un nemico, non si fidava delle mie parole e non faceva nulla per nasconderlo; Sandy invece mi osservava con quei suoi occhioni azzurri, pensando forse che tutto quello che avevo raccontato non era poi troppo folle.

Madeleine era triste e sicuramente si stava chiedendo perché non mi fossi confidata con lei, dopo tutto quello che mi aveva raccontato. Oliver aveva le braccia incrociate e mi fissava come se stesse soppesando le mie parole; c'era una determinazione nei suoi occhi che non avevo mai visto.

Blake accigliato, appariva annoiato dal mio discorso, ma speravo con tutta me stessa che fosse solo una facciata e poi c'era Kora che mi fissava con un misto di rabbia e compassione.

"Perché mai Charlene avrebbe dovuto affidare a te questo compito? Ti conosceva a male pena!" Ecco la titubanza di Oliver che veniva fuori.

"Sono una Lancaster e come tale sono l'intermediario perfetto fra le varie specie... dovreste conoscere la nostra storia." Ero certa che Kora avesse raccontato loro la storia sull'origine dei Lancaster.

"Su questo hai ragione, ma perché ha scelto te e non me?" Domandò Kora.

"C'era bisogno di qualcuno di neutrale che indagasse senza propendere per nessuna delle due parti... tu eri fin troppo legata a Blake e ai Greens per essere obiettiva." Forse ero stata troppo dura, ma quella era la verità. Non ero stata io a scegliere quel ruolo, semplicemente non avevo avuto altra scelta.

"Perché non ci hai detto la verità fin da subito? Perché hai mentito?"

"Secondo te avevo altra scelta, Med. Se fossi arrivata qui, dopo un anno, a dirvi che vi sbagliavate, che i Blacks non erano quello che credevate e che c'era qualcun altro dietro a muovere i fili, voi mi avreste mai creduto? No, non lo avreste mai fatto. Ho dovuto cercare delle prove da mostrarvi, prove che parlassero al mio posto; perché alle mie parole non avreste mai creduto. Nessuno di voi lo avrebbe mai fatto."

"Quindi che prove hai portato?" Mi provocò Blake.

Sollevai la maglia, scostai la benda che mi copriva il fianco e mostrai loro la mia ferita. "Gli esseri che ci hanno attaccato ieri non erano né Greens né Blacks e non so nemmeno se fossero veramente degli uomini. Erano spietati, non si fermavano davanti a niente e nessuno; portavano solo distruzione."

"Chi ti dice che non fossero stati mandati dai Blacks?"

"Blake, ho combattuto fianco a fianco con Stone e ti posso assicurare che era sorpreso quanto me di quello che stava accadendo. Non sono stati i Blacks." Sentenziai.

"Bene, vedo che siete diventati intimi... cosa c'è fra voi?" Questa volta era stato Sven a parlare. Faceva palesemente riferimento a quello era successo con Oliver la sera prima.

Per fortuna mi ero ricordata di evitare di chiamarlo per nome, altrimenti mi avrebbero cacciato immediatamente.

"Di tutto quello che ho detto, a te importa solo che ho chiamato il Traghettatore come lo chiamano i suoi amici? Tra me e Stone non c'è nulla, ma dopo che ho rischiato la vita con lui, credo di potermi permettere un po' di confidenza."

Mi alzai, ero stanca di quell'interrogatorio, avevo fatto la mia parte, ero stata sincera, ora toccava solo a loro assimilare e accettare quello che avevo detto.

"Vi ho detto tutto quello so. Ora tocca a voi accettarlo. Stone parlerà con i Blacks e se voi vorrete, potreste incontrarvi e parlare, senza ringhiarvi contro come degli animali, ma magari semplicemente dialogando. Alla fine avete molto in comune: vi siete fatti entrambi manipolare come delle marionette!"

Siamo ACQUA e FUOCOWhere stories live. Discover now