CAPITOLO 40

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Erano le 6.30 quando Caleb silenziosamente mi tolse l'asciugamano che avevo come coperta e aprì l'armadio per recuperare altri vestiti.

"Non volevo svegliarti, fiocco di neve..."

"Tranquillo, meglio così." Mi alzai dal letto. "Almeno ho un po' di tempo per prepararmi alla ramanzina dei Greens." Detto ciò mi avvicinai a lui, acciuffai l'asciugamano che aveva tra le mani e corsi a chiudermi in bagno, anticipando le sue mosse.

"Riley, esci da lì! Era il mio turno!" Batté sulla porta.

"Mi dispiace Cal, hai perso la tua occasione!" Mi lavai in fretta, non volevo farlo aspettare molto.

Quando uscii dal bagno, lo trovai sdraiato sul letto con gli occhi rivolti al soffitto.

"Il bagno è tutto tuo, Cal..."

"Vedo che sei particolarmente simpatica oggi, fiocco di neve..." Con un balzo saltò giù dal letto e me lo ritrovai di fronte, che mi fissava ardentemente.

"Sarà l'adrenalina per ciò che è successo ieri e per quello che succederà oggi..." Cercai di non pensare al bacio della sera prima.

Percorse con gli occhi il mio corpo, "mhhh... come sta la ferita?"

"Bene, devo ammettere che hai fatto un buon lavoro..." I punti erano pressoché perfetti, ma evitai di dirglielo.

"Non posso lamentarmi nemmeno io, dottoressa..."

A quel nomignolo rabbrividii. Odiavo l'idea che un giorno sarei stata chiamata così e continuavo a sperare in un alternativa, in qualcosa che potesse cambiare l'ordine degli eventi; qualcosa che facesse smettere una volta per tutte mia madre di ricattarmi, qualcosa che mi rendesse finalmente libera.

Scossi la testa, chiudendo quel pensiero in una delle mie scatole rosse; ci avrei pensato in un altro momento.

"Mentre tu ti prepari, io faccio colazione... avrai qualcosa da mangiare vero?"

"Non lo so, non posso garantire che ci sia qualcosa, però cerca pure, magari sei fortunata!" Mi toccò velocemente una guancia e scomparve oltre la porta del bagno.

"Due regole..." Urlò prima che scendessi nel soggiorno.

"Pensavo odiassi le regole..." Sorrisi, immaginandomi la sua espressione.

"Queste sono fondamentali. Non usare la mia tazza bianca e prima di mangiare controlla la scadenza di qualsiasi cosa. Non sarò responsabile di una tua eventuale intossicazione alimentare!"

"Ricevuto capo." Detto ciò scesi giù.

Trovare qualcosa in quella cucina era stata una vera impresa: gli scaffali era completamente vuoti, il frigorifero conteneva verdure andate a male e qualcos'altro di non ben identificato. Ero riuscita solo a recuperare una busta di biscotti scaduti solo da 2 giorni e una bustina di tè ancora utilizzabile. In compenso però avevo trovato una quantità spropositata di caffè.

Stavo mettendo dell'acqua calda in una tazza quando la porta d'ingresso si aprì improvvisamente. Vedere comparire davanti a me l'uomo da cui mi ero sempre guardata le spalle, mi fece perdere la concentrazione e l'acqua cadde sul bancone.

"Non ci credo!" Sbuffai.

"Che ci fai tu qui?" In tutta la sua altezza Julian si ergeva di fronte a me con le braccia incrociate e gli occhi di chi è pronto ad agire.

"Tu ti intrufoli dentro casa di qualcuno e chiedi a chi c'è dentro cosa sta facendo?" Mi voltai per prendere la bustina del tè e la immersi nella tazza, "dovresti rivedere le tue abilità di ladro oltre a quelle di pedinatore!"

Siamo ACQUA e FUOCOWhere stories live. Discover now