CAPITOLO 14

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Pov Riley:

A quanto sembrava quella tipa voleva vedermi piangere dalla paura e aveva ben pensato di far comparire una gabbia di corrente elettrica per circondarmi.
In verità ero spaventata, ero sola e non sapevo come uscire da quella situazione. Loro erano visibilmente in vantaggio e io non avevo nessuna carta da poter giocare. Lei continuava a non vedere la mia paura, perché, anche a costo di farmi male, non le l'avrei data vinta, ma il mio cuore batteva all'impazzata.

Ero in una brutta situazione, non potevo contare su nessuno, ancora una volta dovevo salvarmi da sola. Così spensi per un attimo tutte le loro voci, eliminai le loro risate, le loro parole dalla mia testa e pensai. L'unico suono che sentivo era lo scrosciare del fiume e fu proprio il rumore dell'acqua a riportarmi alla mente le parole di Oliver.

<Per quanto riguarda le streghe, loro hanno il potere di modificare la materia umana, modificandola a loro piacimento, hanno il controllo di tutto tranne degli elementi naturali. Aria, Acqua, Terra e Fuoco sono sotto l'esclusivo controllo dei Lancaster.>

Mi alzai in piedi. "Come vedi non basta un trucchetto di magia per terrorizzarmi, soprattutto se questo trucchetto è una gabbietta per uccellini! Voi due lì dietro non sapete fare niente di meglio?"

Le stavo provocando, le avevo sfidate a fare meglio della loro compagna, sperando che cadessero nella mia trappola e che spinte dall'orgoglio agissero impulsivamente.

Avevo il giubbotto ormai lacero, avevo tagli sulle ginocchia e sulle mani, i pantaloni erano strappati e sporchi di sangue secco. Lasciai il telefono nelle tasche del giubbotto e lo posai per terra.

Nel frattempo le altre due che fino ad allora erano rimaste in disparte si avvicinarono: "Lina, rompi la gabbia; ci penso io a sistemarla!" Urlò una.

"Fatti da parte Shona, chiuderò io la bocca a questa inutile umana!"

Si aprì così un'accesa discussione e questo basto affinché Lina perdesse la concentrazione e la gabbia perdesse la sua forza. Sfruttai quel momento di debolezza per correre via, scavalcare la ringhiera e tuffarmi in acqua.

Il contatto con l'acqua ghiacciata servì a calmarmi e a riportare i miei battiti cardiaci al loro giusto ritmo. Il fiume non era molto profondo, ma comunque dovevo muovermi per rimanere a galla.

Le tre si sporsero a guardarmi, "pensi di sfuggirci!" Urlò quella che doveva essere Shona e mi lanciò contro una palla ricca di filamenti luminosi, che brillava nella notte come un sole accecante.

Era quello il momento di mettere alla prova le parole di Oliver, sperai che avesse detto la verità e di non essermi sbagliata.

Presi un bel respiro e andai sott'acqua. Quando fui totalmente immersa, una sensazione di pace mi avvolse. Ero nella mia bolla, nulla del mondo esterno poteva sfiorarmi; mi sentivo un po' come una stella, che sta lì immobile, fissa nel cielo, osserva il mondo senza prendervi parte, senza sporcarsi con il male umano. Io in quel momento provavo la stessa sensazione: finalmente, anche se per pochissimi secondi, mi parve di poter essere me stessa, senza le costrizioni del mondo e senza quei limiti che mi ponevo di solito.

Aprii gli occhi e li rivolsi verso la superficie; vidi la sfera di energia dissolversi al contatto con l'acqua, scoppiando come una bolla di sapone. Tornai in superficie e vidi le loro facce stupite: "Tu... tu come lo sapevi?" Esclamò sconcertata Shona.

"Non c'è tempo per discutere, sta arrivando qualcuno. Andiamo via!" E così come erano arrivate scomparvero.

Tirai un sospiro di sollievo e mi apprestai a uscire dall'acqua per recuperare giubbotto e telefono.

Siamo ACQUA e FUOCOWhere stories live. Discover now