CAPITOLO 9

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Bluebay aveva questa bellissima zona pedonale che si allargava in un enorme piazza circondata da negozietti di ogni tipo. Al centro di questa piazza c'era una fontana; era chiamata la fontana dei sospiri, chiunque passando di lì, gettava una monetina e lasciava che una preoccupazione venisse lavata via dalla forza purificatrice dell'acqua. Quello era il posto che mi aiutava a rilassarmi e a lasciare che i pensieri, belli o brutti, venissero spazzati via.

Mentre camminavo diretta lì, notai che i negozi erano ormai chiusi. Era tardi ed era un giorno lavorativo, sicuramente in quella piazza non ci sarebbe stato nessuno.

Quella consapevolezza mi aiutò a sentire finalmente il mio corpo: il cuore batteva all'impazzata, la gola mi si stava chiudendo e la vista era ormai annebbiata. Mi sedetti su una panchina e cercai di fare respiri profondi, consapevole che non avrei potuto evitare che l'attacco di panico mi travolgesse.

Era quello il modo con cui pagavo l'eccessivo controllo delle mie emozioni e il sangue freddo anche nelle situazioni peggiori. Gli attacchi di panico erano iniziati proprio quando avevo cominciato a non lasciarmi trasportare da nessun tipo di sensazioni, rabbia o gioia che fosse. Ero talmente spezzata dentro che non riuscivo a provare più niente, tutto sembrava scivolarmi addosso, ma in realtà tutto si impregnava dentro di me, mi consumava piano piano e si portava via ogni volta un pezzetto di me.

Quel giorno un pezzo di me era andato via con Tim: non era stato il sangue a impressionarmi, né la minaccia che i suoi occhi non si sarebbero mai più riaperti. Ciò che mi aveva veramente segnato era stata la sua preoccupazione per sua madre, nel momento peggiore, lui aveva pensato a rassicurare lei e questo mi aveva ricordato tanto la me di diversi anni fa.

La mia era sempre stata la famiglia "perfetta", la cosiddetta famiglia del mulino bianco: mio padre era un banchiere, mia madre era un medico di grande successo e poi c'eravamo io e mia sorella Denise.

Mia madre, Fiona Davis, era nata in una famiglia sui generis: i miei nonni erano degli hippie, vivevano secondo le loro regole infischiandosene di quello che i cittadini di Denville dicevano su di loro. Stando a quanto mi aveva raccontato mia nonna, mia madre aveva sempre sofferto molto quella situazione; l'essere criticati e giudicati, non essere mai ritenuti all'altezza, l'aveva portata a odiare la vita dai condotta dai miei nonni.

Per quel motivo aveva sempre fatto di tutto per ottenere buoni voti e una borsa di studio per una della università della Ivy League. Era diventata un medico di grande successo, dal sangue freddo e dal comportamento impeccabile. Aveva incontrato mio padre, il principe della finanza, a una cena di beneficenza ed entrambi si erano resi conto che una loro unione sarebbe stata vantaggiosa per entrambi e avevano deciso di sposarsi.

Si potrebbe pensare che mia madre avesse deciso di vivere lontano da Denville e costruirsi una vita nella grande CentralCity, invece aveva deciso di ritornare nella sua città natale e mostrare a tutti quanto era cambiata e quanto fosse diventata perfetta.

Quel suo ideale di perfezione, quella sua voglia di rivalsa si erano riversati sulla sua famiglia, su me e mia sorella Denise.

Mia madre si occupava di beneficenza per le minoranze, lavorava instancabilmente in ospedale come neurochirurgo e trovava sempre del tempo per me e mia sorella. Era tutto perfetto, tutto fin troppo perfetto, tutto calcolato nei minimi dettagli, tutto già programmato e prestabilito, niente poteva andare fuori controllo.

Fino ai miei diciassette anni non me ne resi conto, non mi resi conto che la mia vita, non era veramente mia, ma che lei, la donna che tanto ammiravo, l'aveva fatta sua.

Ricordo che avevamo un grande calendario giornaliero in casa, appeso accanto al frigorifero. Erano segnati con colori diversi tutti i nostri impegni, i miei e quelli di Denise, perché mio padre viveva per gran parte dei giorni in un loft a CentralCity. Io e mia sorella dovevamo rispettare con rigore militare tutti gli impegni, tutte le attività che lei aveva già scelto per noi.

Siamo ACQUA e FUOCOWhere stories live. Discover now