CAPITOLO 21

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Il giorno dopo, nel pomeriggio presto, mi recai a all'indirizzo fornitomi da Charlene. Il luogo che mi aveva indicato era un vecchio negozietto vintage, che aveva un' insegna di legno a indicarne il nome, anche se ormai non si leggeva più quale fosse.

La vetrina era totalmente impolverata; a occupare il maggior spazio c'era un cavallo a dondolo di legno, che come fosse vivo, si muoveva a ritmo cadenzato. Sulla sinistra c'era un carillon a forma di giostra che sembrava essere lì da anni e un peluche a forma di orsacchiotto che fissava con occhi attenti l'ingresso al locale.

Cercai di non soffermarmi su quanto fosse inquietante quella scena ed entrai; ad accompagnare il mio ingresso ci fu il suono di una campanella attaccata alla porta. L'interno rispecchiava molto la vetrina: era un negozio dell'usato, c'era di tutto, dai giocattoli alle macchine da scrivere, dai libri ai cappotti vintage; tutto trasudava amore per il passato. In generale il locale era buio, tetro, ma delle lucine sparse qui e là davano l'idea che fosse un posto in cui, un amante della storia, come me, si sarebbe volontariamente persa.

Charlene spostò la tenda che si trovava dietro il bancone e vidi i suoi occhi illuminarsi quando mi scorse lì intenta a studiare il luogo.

"Non credevo saresti venuta..."

"Io invece credo di sì. Sapevi che quelle parole mi avrebbero convinta a venire..."

"Si forse hai ragione... comunque vieni dietro con me e parliamo un po'!"

Mi invitò a superare quella tendina che dava su un carinissimo retrobottega con libri sparsi ovunque, mappamondi intagliati nel legno e una serie di fantastici orologi a cucù.

"Siediti qui!"

Mi sedetti su uno sgabello abbastanza alto che mi impediva di toccare il pavimento con i piedi; mentre lei si accomodò su una poltrona marrone che si trovava lì di fronte.

"Come stai? Ti sei ripresa bene?"

"Sto bene e grazie per avermi curata dopo... dopo quella sera..."

"Non preoccuparti, con gli anni sono diventata abbastanza brava a occuparmi delle ferite magiche!" Mi sorrise.

"Non vorrei essere maleducata, ma sono venuta qui per sapere qualcosa in più su di me e su quello che è successo, non per conversare."

"Sei una persona diretta, mi piace!" Si accomodò meglio sulla poltrona, "cosa ricordi di quella sera?"

"Non molto in realtà... ricordo che quando Alysia ha puntato una lama alla gola di Kora ho avuto paura che la uccidesse così, un minuto prima stavo urlando per fermarla, un minuto dopo mi sono trovata circondata dalla neve e i ragazzi erano diventati delle statue di ghiaccio." Quella era la prima volta che raccontavo a voce alta quello che era successo e che ammettevo a me stessa di aver quasi ucciso i miei amici.

"Ricordi anche come sei riuscita a ritirare la tua magia?"

"No..." In realtà ero quasi certa che fosse stato il calore delle mani dello sconosciuto a farmi concentrare su qualcosa che non fosse il freddo.

"Tu hai detto che sono una Lancaster dell'Acqua, ma cosa centra la neve, il ghiaccio e il freddo con il mio potere?"

"Prima di rispondere a questa domanda è bene che ti racconti qualcosa in più sui Lancaster!" Si alzò e recuperò un libro tra quelli che occupavano gli scaffali impolverati.

Charlene posò il volume sulla scrivania, cercando di far spazio fra tutte quelle cianfrusaglie sparse qui e là, e aprì l'enorme testo. Sulla prima pagina era stampata una rosa rossa.

"La conosci vero?"

Annuii: "È lo stemma della casata Lancaster, una rosa rossa..."

"I Lancaster sono principalmente conosciuti per la faida con gli York e la conseguente Guerra delle Due Rose. In realtà l'entrata nel mondo soprannaturale di questa casata risale proprio a quegli anni."

Siamo ACQUA e FUOCOWhere stories live. Discover now