XXI.

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Casuali gli incontri, accidentale il destino

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Casuali gli incontri, accidentale il destino. Non sempre si manifestano come pura coincidenza.

Ogni convergenza è spontaneamente incentivata dalle varie forze regolatrici del fato.

Non tutto si mostra come pura casualità; la mano della sorte interviene qualora ce ne sia bisogno.

Jungkook indossava delle deliziose scarpe ginniche. Ambigue per chi le vedesse al di fuori, alquanto particolari.

Da quando frequentava la Late Night Academy - da quando aveva fatto l'avventizia conoscenza di Taehyung - apprezzava di riguardo ogni cosa fosse diversa.

Aveva preso a non etichettare qualsiasi cosa, a non dividere il mondo in quel tetro binarismo fallace.

Gli calzavano alla perfezione. Quelle Stan Smith bianco panna, adornate dal rosa soffice, da cui spiccavano sulla linguetta due piccole orecchie da coniglio.

Jungkook si era sistemato comodo per quella sua giornata casalinga. Il suo solo programma era lo studio.

Vi doveva dedicarsi con zelo, poiché le lezioni di diritto internazionale lo surzavano fino all'ultima goccia in corpo.

Nella sua stanza il silenzio. Adornava i capelli folti e lunghi con preziosi fermagli davanti allo specchio.

Dedicava ai dettagli ogni singola attenzione, per risultare impeccabile, anche qualora fosse rimasto in casa.

Era a suo agio nella tuta comoda, grigia soffice. Aveva imparato a non dar nulla per scontato, a valutare ciascuna piccolezza gli balzasse all'occhio attento, scrutatore - così come gli aveva insegnato Taehyung.

Presente dal primo giorno nei suoi pensieri, quelle ultime volte lo aveva immaginato sempre di più. Ogni sua parola, ogni suo consiglio.

Durante le dirette metteva in atto i suoi dettami, qualora fosse stato solo; funzionavano a meraviglia.

Al contrario, avesse ripreso con lui, le donazioni per Baby Star Candy aumentavano del doppio, se non del triplo.

Taehyung percepiva la soddisfazione sulle sue guance. Diventavano rosee.

L'olivastro della pelle di Jungkook si tingeva di un colorito caldo, tanto da suscitare il sorriso del riccio. Non aveva bisogno di soldi; come lo aveva definito Jimin, non era benestante, semplicemente ricco.

Dei guadagni di Jungkook se ne sarebbe fatto ben poco. Il suo vero premio era la soddisfazione, non tanto l'esperienza - sì come aveva dichiarato.

Si emozionava nel vedere Jungkook raggiungere i suoi obiettivi.

Preparò la cucina. Ogni cosa era al suo posto, il pavimento lindo, l'acquaio pulito.

Girò per la stanza con l'intento di raccogliere i suoi libri e porli sul tavolo per iniziare quella sessione di studio.

Late Night Academy | VKWhere stories live. Discover now