XI.

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Stanza 4, blocco 6

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Stanza 4, blocco 6.

Stanza 4, blocco 6.

Lo aveva ripetuto allo sfinimento. Tante volte come un mantra.

Stanza 4, blocco 6.

Taehyung lo aspettava al suo dormitorio.

Stanza 4, blocco 6.

Jungkook camminava per il polo universitario in cerca dell'appartamento del collega. Forse amico.

Con razionale sicurezza gli aveva dato quell'appuntamento, e - adesso - stava vagano in solitario, sperso nel patio di quell'ala del collegio.

Reiterava nella sua mente le indicazioni per arrivare alla porta di Taehyung, in modo da non farle cadere nell'oblio. Non poteva dimenticarsene, non poteva dimenticarsi di Kim Taehyung.

Faceva la conta delle porte. Ne passava in rassegna una ad una. Scorgeva al di là delle colonne in pietra il numero di ogni stanza.

Jungkook si trovava nel blocco 6, che disperato camminava in cerca di quell'entrata.

Guardò l'orologio. L'ora digitale segnava le 18:57.

A passo concitato continuava a cercare il numero 4 fra le targhette su ogni campanello.

"Stanza 4, blocco 6." si ripeteva. "Stanza 4, blocco 6." ormai a Jungkook pareva un rito, atto a scacciare la sua costernazione.

Quella folle e irrazionale traversata lo fece approdare al culmine. Raggiunse il punto più lontano del patio onde si trovavano gli ultimi appartamenti.

Si voltò. Dietro di lui, solamente un corridoio buio. Un baratro senza luce da cui filtrava il vento di ghiaccio, una forza insopprimibile che gli pungeva la pelle.

Davanti a lui quella porta. La stanza 4, del blocco 6.

Jungkook deglutì. Si fermò lì davanti, quasi come se il soffio spirante invernale lo avesse costretto. Una parte di sé lo bloccava; l'altra lo spinse a bussare timido.

Le nocche intorpidite sul legno rimbombarono attraverso la gola gelida. Jungkook non udì nemmeno un rumore in risposta, fino a quando-

"Vieni avanti." una voce calda e squillante scongelò il suo cuore, strattonato dalla bufera.

In quella sera d'inverno avrebbe nevicato.

Jungkook entrò dentro l'appartamento, chiudendosi la porta alle spalle.

"Impeccabile, Jungkook. Sei in perfetto orario."

Stringeva il bocchino argentato fra le dita lunghe e affusolate. Lo picchiettava con il pollice per far cadere la cenere a terra.

Late Night Academy | VKWhere stories live. Discover now