Sogni infranti

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Kylian&Nafris

Novembre

Kylian: In una vita così frenetica, tra un allenamento, un'intervista, le partite e le questioni extra lavoro é sempre più difficile avere tempo per se stessi. Posso dire che in questi ultimi mesi non mi sono fermato per niente. I gol arrivavano, erano già 12. In Champions 4 con il Paris primo nel girone più tosto tra tutti a mani basse con la Roma di Gini e il Manchester di Cristiano.
Mio padre mi ha sempre insegnato che ci saranno tante persone che cercheranno di fermarmi durante il mio cammino. Le sue parole credo di averle prese quasi alla lettera perché effettivamente in campo non mi prende nessuno e se mi fermano é perché mi randellano sulle caviglie. Ed é esattamente per questo motivo che nell'ultima settimana ho il gesso sulla mia caviglia destra: giochevamo contro il Troyes e tutto filava liscio.
Eravamo 3-0 a 20 minuti dalla fine, 2 gol miei e uno di Marco. Era un evento che segnasse, ed ero pronto a offrirgli la cena la sera. Sarebbe dovuta essere una bella serata con me e lui più Nafris e Jessica, la moglie di Marco.  Non ci fu nulla di tutto questo...
Il Troyes aveva ormai mollato la presa, e non opponeva più resistenza. Ma mentre provavo la mia classica giocata per saltare l'uomo, arriva un altro difensore a togliermi la palla. 
Quest'ultima rotola via, ma il piede del difensore non si ferma e finisce per colpire la mia caviglia che in quel momento era rigida. Il dolore era paragonabile a 20 aghi che mi si conficcavano addosso... Subito dopo sentii un enorme formicolio sulla parte dove mi aveva colpito.
Mentre i medici mi spruzzavano il solito ghiaccio spray (stavolta inutilmente), mi girai verso la tribuna... Nafris era lì, forse incredula, forse non aveva capito cosa mi era successo, almeno inizialmente. 
Quando provai a rimettermi in piedi non c'era nulla da fare... Non camminavo. Quando portarono la barella mi sono sentito morire: vedevo il mondiale scomparire, la Champions scomparire... E tutto quello che é stato bello in quest'ultimi mesi, infrangersi totalmente. 

"Coraggio Ky, vedrai che ti riprendi presto". Disse Ney, che di infortuni del genere ne sapeva qualcosa. Magari era vero, oppure era solo per alleggerire quel groppone che avevo in gola e che non riuscì più a trattenere quando fuori dallo stadio davanti all'ambulanza pronta per andare all'ospedale, vidi Nafris che si avvicinò verso di me.

Mi diede un bacio, e poi i medici mi portarono via.

Nafris:"Non, attendez, laissez-moi monter!" (No aspettate, fatemi salire!).
Alla risposta negativa del medico quasi mi veniva da prenderlo a parolacce. Ma riuscì a tenere a bada la rabbia contando fino a 5 e scongiurando una figura di merda davanti a infermieri e giornalisti.
Prima che si chiudesse la seconda anta dell'ambulanza vidi Ky che mi fece 2 gesti con la mano destra. Un pollice verso su prima e un mezzo cuore poi. Non so bene cosa volesse comunicarmi, però una cosa era sicura: dovevo raggiungerlo il prima possibile.

Nafris&Ney&Marco

Nafris: Dopo 5 minuti per elaborare tutto quello che era successo, presi l'iniziativa. 
La partita intanto era finita, ed erano tutti negli spogliatoi, ma la roba di Kylian era ancora tutta lì. Non avevo idea di come entrare là dentro: conoscevo tutti, ma loro non conoscevano me. L'unico con cui potevo parlare era Marco, che spesso ci faceva da tassista e ogni tanto veniva a casa. Ma il problema rimaneva sempre lo stesso: come ci entro io là dentro?
Dovevo entrare e sperare che nessuno mi prendesse per una qualunque. Così presi coraggio e mi diressi verso lo spogliatoio. Ma c'era un altro problema: non avevo idea di come arrivarci.
Passai nelle zone più disparate: prima provai a rientrare verso la tribuna ma i cancelli erano già chiusi, così come le porte per entrare nell'area VIP. Mi rimaneva solo un'unica speranza: piazzarmi nella strada da cui passavano i calciatori per prendere il pullman. Ero sovrappensiero a tal punto che mi dimenticai che in quelle zone dovevo rimanere dietro le transenne in mezzo alla calca di tifosi che volevano foto e autografi. Mi ritornò in mente il flashback di me e Kylian in questa zona dello stadio, ma a Torino, in quella notte sotto il nevischio. La prima volta che ci vedevamo dal vivo. Ma poco prima di perdermi nei ricordi, eccoli lì tutti quanti... Passavano tutti, firmavano autografi, facevano foto, ma nessuna traccia di Marco.
Dopo qualche minuto vidi in lontananza Ney che si avvicinava. Aveva lui la borsa di Kylian! Quell'inconfondibile borsa gucci grigia era proprio la sua. Arrivò anche Marco poco dopo.

Gli feci cenno con la mano e loro si avvicinarono...

Ney: "Ahh c'est toi Nafris? Ce n'est pas vraiment un bon moment mais je suis heureux de te connaître" (Ahh sei tu Nafris? Non é proprio un bel momento, ma sono felice di conoscerti).

Nafris: Mi parlava con un francese abbastanza scarso, ma mi faceva piacere che ci provasse. E poi finalmente parlavo con lui.

"Ce n'est pas le moment... Tu pourrais me donner le sac de Ky, je vais le voir" (ciao ney, hai ragione non é un bel momento... Mi potresti dare a me la borsa di Ky, tanto sto andando da lui per vedere come sta).

Marco: "No non ti preoccupare... Stiamo andando anche noi. Ti portiamo noi".

Nafris: "Perfetto allora, grazie mille ragazzi".

Ney: "Grazzie, Vamos vamos a ver como està Ky".

Qualche minuto dopo...
In macchina

Nafris: "Mais vous avez vu comment c'est arrivé? Parce que j'étais distraite pendant une seconde" (ma voi avete visto come é successo? Perché io mi ero distratta per un secondo).

Marco: "Io l'ho visto... Il difensore gli é entrato direttamente in scivolata da dietro e gli ha preso in pieno la caviglia".

Nafris: "Non sembra solo una botta però".

Marco: "No infatti non camminava... La caviglia era gonfia come per una distorsione".

Ney: "Eu não vi muito, mas parecia semelhante ao que eu tinha em fevereiro do ano passado (io non ho visto molto, ma sembrava simile a quello che ho avuto io a febbraio dell'anno scorso).

Marco: "Eh più o meno... Se non hai capito, ha detto che sembrava lo stesso infortunio che ha avuto lui l'anno scorso".

Nafris: "Avevo capito qualcosa del genere... Ma adesso sai anche il portoghese?".

Marco: "Stando insieme a questo pazzo, un po' ormai lo capisco... Não é verdade, irmão? (Non é vero fratello?).

Ney: "Verdade... Io un po' cerco apprendere italiano".

Nafris: Vedevo loro molto tranquilli... Scherzavano, ridevano, ma io stavo morendo dentro... Avevo già stampata l'immagine di Kylian in stampelle nel cervello. E questa cosa mi faceva stare non male, di più.
Dopo qualche secondo di silenzio in macchina, Marco ha puntato lo specchietto retrovisore per guardarmi in faccia.

Marco: "Ma ti stai preoccupando così tanto?"

Nafris: "Beh, tranquilla non lo sono..."

Marco: "Ma vedrai che andrà tutto bene... Kylian lo conosciamo, é una roccia. Sarà di nuovo in piedi nel giro di qualche giorno".

Ney: "Sii gata, ne t'inquiète pas... Kylian va bientôt s'en remettre" (Sii bella,non ti preoccupare... Kylian si riprenderà presto).

Nafris: " Speriamo, speriamo...".

Non avevo altro da fare se non aspettare di arrivare all'ospedale... Durante il tragitto feci un paio di volta le corna per evitare qualunque tipo di macumba che avessero fatto  a Kylian, ma soprattutto a me e alla mia salute mentale.

Quello Che FuWhere stories live. Discover now