Il mio più grande sogno

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Nafris

Domenica mattina. Insolito per me svegliarmi così presto in questo giorno. Ero abituata a svegliarmi tardi, invece erano solo le 7,30. Ci siamo trasferiti da poco qua a Torino con la mia famiglia. Papà ha trovato una nuova sistemazione qui, perciò io mamma e mio fratello lo abbiamo seguito. Andò tutto molto velocemente. Anche troppo per i miei gusti: in pochi giorni lasciai la mia amata Sardegna, le mie amiche, i miei amici  per trasferirmi qua. Torino é grande... E io non conosco nessuno. Inoltre, riniziare un anno scolastico a marzo, non é facile. Dovevo farmi forza e cercare di fare nuove conoscenze da subito. Nonostante tutto, cercavo di tenermi in contatto con i miei amici di sempre. Mi mancavano, ma sapevo di poter contare sul loro supporto. In ogni caso, non dormii moltissimo perché la sera del giorno prima successe una cosa insperata: il mio idolo Kylian mi iniziò a seguire su Instagram!!! Ma dal nulla proprio. La tachicardia, un pianto di gioia. Chi non conosce Kiki, può anche evitare di rivolgermi la parola: si tratta del calciatore più forte, più bono, e più grande che esista. Non ha eguali: é un ragazzo semplice, non pretende di vivere nel lusso... Insomma, diciamo che si gode la sua fama in maniera molto tranquilla. Ed é proprio questa sua grande fama che rendeva quel momento, un evento che mi fece saltare di gioia. Mi mise anche due like alle storie dove lo taggai. Non ero propensa a fare troppe storie, ma quando il mio Kiki era felice perché faceva bene in campo, non potevo solo stare a guardare. Allo stesso tempo però non sapevo cosa fare. Mi ha seguito. E poi? Mica viene qua e mi porta via con lui. Non sa dove abito... Può provare a scoprirlo se vuole. Oppure glielo dico così viene. Ma chissà se ha sbagliato. Magari qualcuno li ha rubato il telefono... Ok, basta, sto impazzendo. Intanto, siccome era domenica, Papà era a casa da lavoro, così siamo usciti per fare un po' i turisti qua a Torino. Come ho già detto, abbiamo traslocato da poco, perciò non avevamo ancora visto la città. Era la mia prima volta qui. Ma a primo impatto non mi aveva fatto una bellissima impressione: mi sembrò troppo caotica, e poi non aveva tutto questo fascino tra le vie, come per esempio Milano, Verona o altre città che ho visitato. Sicuramente però mi sarei divertita la sera: infatti Papà riuscì a prendere i biglietti per portarmi allo stadio a vedere Juventus-Cagliari. Inutile dire che ero al settimo cielo: Kylian era in testa 25 ore su 24, ma ero tifosa anche della squadra della mia città, il Cagliari. Era anche la mia prima volta in uno stadio che non fosse la Unipol Domus, quindi ero contentissima. Comunque Torino, continuava a non piacermi. Andammo a mangiare in un ristorante vicino, e non mi piacque quasi niente. Ma come cucinano questi? Bah, mi adeguerò, o almeno ci provo. Tornammo a casa nel pomeriggio, e ci suonarono al campanello più o meno alle 16:30 : erano i vicini di casa. Sembravano particolarmente socievoli, e felici di vederci. Mi fecero una buona impressione, anche se parlavano davvero troppo. Avevano però una figlia, che aveva la mia stessa età, Diana. Era molto diversa dai genitori: aveva dei caratteri afro-americani e parlava poco. Notai subito la cover del suo telefono però: erano i Chase Atlantic!! Furono una mia fissa ai tempi delle medie, ma anche i primi anni delle superiori. Parlammo un po' del più e del meno e capì qualcosa di lei. "Io non sono italiana al 100%. Sono nata a Bobigny, vicino Parigi, ma i miei genitori biologici, sono originari della Martinica. Mio padre era violento e mamma era disperata. Così, con gli ultimi soldi rimasti, mamma mi affidò a un centro dove c'erano altri bambini come me".
Io ascoltavo e provavo un senso di angoscia nei suoi confronti abbastanza importante. "Poi, arrivò un po' di fortuna per me... E 3 anni fa mi adottarono i miei attuali genitori, quelli che hai appena conosciuto. Sono felice adesso. Ho una vita tranquilla. Ma mi manca mia mamma".
Per rincuorarla, le dissi che nonostante tutto, la mamma sarà stata bene, che sarebbe stata fiera di sua figlia se l'avesse vista come era cresciuta. Però mi colpì: a 18 anni aveva vissuto già tantissimo. Non sarà stato facile per lei ambientarsi qui in Italia, con una nuova lingua e con dei nuovi genitori. Parlava benissimo l'italiano, nonostante fosse qua da appena 3 anni. Provai molta solidarietà e stima allo stesso tempo nei suoi confronti. Poi però cambiai discorso, e iniziammo a parlare delle nostre passioni. Ci fermò Papà quando venne in camera mia per dirmi di prepararmi perchè stavamo per andare allo stadio. Salutai Diana e i suoi genitori. Bello però, avevo trovato delle belle persone. "Ci é andata bene con i vicini!" disse papà. "Sappiamo a chi affidarci in caso" continuò mamma.
Ne parlai un po' anche con i miei amici, e anche loro erano contenti per me. Non poteva andare meglio di così. "Sono contenta per te Nafris... Ti voglio bene amo, finalmente... Vedi che era solo questione di tempo? Son contentissimo for youuu<3".
In breve, questo era ciò che mi scrissero. Mi fanno sentire importante. Ma basta parlare di sentimenti... Devo andare a tifare il mio Cagliari. Per fortuna lo stadio era vicino, infatti, mancavano solo 2 ore all'inizio della partita. Papà prese i biglietti per  la tribuna, e io non potevo essere più contenta perché é il mio posto preferito. L'atmosfera era calda ma  ero un po' in ansia. Lo stadio, la partita, il calcio, mi fa questo effetto. Mi sono emozionata anche perché non andavo da un po' allo stadio... E poi come ho già detto, questa era la mia prima volta all'Allianz Stadium. Entrati dentro, c'era un'atmosfera fantastica. Nonostante la Juventus la odi, hanno davvero un bello stadio. Ma la cosa più bella era in campo: come fai a non incantarti, guardando Dybala, Chiesa o Pellegrini? Di che parliamo. Dall'altra parte poi c'erano loro, i miei ragazzi: Jo, Nando, Ceppi, Marino... Se non storpio i nomi non sono io. La partita comincia, il freddo mi urta il sistema nervoso, ma mi consola che il Cagliari passa subito avanti. E non solo mi consola: Mi fa gridare di gioia!!! Pavo di testa da calcio d'angolo, STUPENDO! A fine primo tempo, con il Cagliari avanti, la testa mi disse di guardare il telefono... Cosa che di solito, durante le partite non faccio, ma mi venne voglia di rivedere i due like di Kiki. Ancora non ci potevo credere... Che bello, CHE BELLO! 

Alla fine la partita finì 1-1. il gol del pari lo ha segnato Dybala. Bastardo! Mi rimangio tutto quello che ho detto prima. Non segnavi da una vita e torni a segnare con il Cagliari?? Basta. In ogni caso é stata una bella serata. Il mio Cagliari aveva giocato bene, io ero contentissima di me e della mia giornata in generale. Anche Papà se ne accorse: "Nafris, non ti vedevo così felice da un po', allora ti piace Torino?".
Esitai a rispondere.  Ma sicuramente, mi sentivo davvero bene in quel momento!

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