L'incontro...

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Nafris&Kylian

Nafris

Aprile. Un mese che non mi dispiace. Ed ero piena di energia positiva. Non me lo sarei mai immaginato che dopo la sfuriata in classe le mie giornate sarebbero cambiate così in meglio. Era come se fossi uscita fuori da un guscio, che mi ero costruita da sola, per via del mio essere introversa, insicura di chi mi circonda e fin troppo cocciuta. Ma alla fine, a suon di urla, son riuscita a romperlo, e la situazione cambiò drasticamente: in classe non sentivo più quelle risate per quello che ho, che sono e che esterno. Mi ero guadagnata il rispetto di gran parte della classe, anche se rimanevo sempre quella "di fuori". A pensare questa cosa mi prendevo un po' male, ma del resto, mi sarei dovuta sorbire questa gente solo per qualche altro mese. Cercavo di evitare queste riflessioni complicate, perché se sommavo queste situazioni al fatto che tra pochi mesi avrei avuto la maturità, mi sarebbe salita un'ansia che difficilmente qualcuna o qualcuno mi avrebbe colmato. Vivevo alla giornata. Senza pensare al futuro. 

In ogni caso, l'ansia ce l'avevo ugualmente. Il motivo era molto semplice: quella sera Kylian era a Torino per la partita di Champions con il suo PSG. Aspettavo questo giorno come non so che cosa. L'agitazione era triplicata anche perché sarei andata a vederla, con lui in persona che mi aveva invitata. Anche questa, non riuscivo a spiegarmela. Eppure, i miracoli accadono. Ma non ci potevo credere finché non vedevo. E in effetti non ci vedevo proprio... E no, non sto parlando che mi mancano 3 diotrie per occhio: Kylian mi scrisse che mi avrebbe fatto avere due biglietti per la partita di questa sera (se non mi dispiaceva). Fino a lì tutto bene. Se non fosse che io a poche ore dalla partita non vedevo l'ombra di quei due biglietti. Da lì ovviamente sono partite le paranoie: "Avrà sbagliato persona? Gli avranno hackerato il profilo? Mi sono sognata tutto questo? O forse sto ancora sognando?".

Troppe domande e poche risposte. Inoltre mio padre, vista la situazione, aveva preso altri impegni per la serata, lasciandomi sola. Quindi in caso mi fossero arrivati, con chi sarei dovuta andare? 

Kylian

Torino. Mercoledì mattina. Ma la testa é già a stasera: quarti di Champions da brividi contro la Juventus. Era solo la seconda volta che venivo qua a Torino: la prima volta che venni qua, giocavo ancora con il Monaco. Segnai anche la rete dell'inutile 2-1, ma allo stesso tempo fu una grande soddisfazione. 

Però ora é tutto diverso: La sera avremmo dovuto confermarci come squadra. Dopo una doppia sfida con il Real nella quale abbiamo avuto la meglio tra le polemiche interne ed esterne. E personalmente, avevo qualche critica di troppo da zittire: perché erano 4 gare che non segnavo. A Madrid ero restato a secco e anche nelle partite contro Bordeaux, Monaco e Lorient in campionato. Mi mancava segnare. La partita con la Juventus però era un'opportunità che non potevo perdere. Per fortuna non avevo problemi con le gerarchie in squadra. Nonostante il mister non mi vedesse di buon occhio dopo il litigio con Messi, non avrebbe mai rinunciato a me. La mattina saremmo dovuti andare in sala stampa poi nel primo pomeriggio avevamo una breve rifinitura. Arrivato in sala stampa le prime domande erano quelle di sempre. Ormai le so a memoria: "Come stai? Quanto é importante questa partita? Come l'avete preparata?". 

Poi ovviamente non poteva mancare: "Dopo quello che é successo negli spogliatoi a Madrid, come va il rapporto tra te e Messi?". Mantengo la calma. Non potevo dire ciò che pensavo davvero. Perciò ho cercato di fare quello che mi riesce meglio anche in campo: dribbling stretto e mi smarco. E così ho fatto. Ho girato attorno alla questione: "Sono cose che capitano all'interno di uno spogliatoio. Quello che conta adesso é la partita di stasera per andare avanti nel nostro percorso". Per fortuna poi, per il resto della conferenza, hanno fatto domande solo a Marquinhos e al mister. 

Quello Che FuWhere stories live. Discover now