Noi...

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Kylian

Sabato sera. Ero appena tornato a casa dopo la tournée estiva: a parte il caldo torrido della California mi sono divertito, anche se il mister ha deciso di farmi giocare solo 2 delle 4 gare che erano previste. Con Pochettino esonerato, la dirigenza aveva momentaneamente chiamato Camara, l'allenatore delle giovanili. Proprio per questo, mise in campo tanti ragazzi che in Prima squadra avevo intravisto a malapena solo da qualche allenamento. Non mi voglio lamentare troppo del poco minutaggio... Alla fine sono solo gare amichevoli di poco valore. Il mister mi diede 90 minuti contro il Manchester United: a fine partita ci scambiammo le maglie con Cristiano, il mio idolo sin da bambino. Ma la cosa più incredibile, é che fu lui stesso a chiedermi la maglia dopo il fischio finale della partita, che finì a reti bianche. Qualche anno fa sarei scoppiato di gioia, ora é la normalità;

Nell'altra partita contro i Los Angeles Galaxy, il mister mi fece entrare per gli ultimi 30 minuti, e ne feci 2 che chiusero la partita per 1-4.

E' stata una bella esperienza anche fuori dal campo. Negli Stati Uniti hanno molta voglia di calcio, anche se il loro campionato non é male. Anche durante i momenti degli autografi e delle foto, le persone non mi assalivano, non erano invadenti e mi facevano respirare.

Tutto bellissimo. Ma la tranquillità di casa mia non ha eguali Ma tutto sarebbe durato meno di 24 ore: ero tornato a Parigi solo per svuotare le valigie con tutte le cose che non servivano e dare una lavata ai vestiti. Il jet lag mi mandava in fumo il cervello ma la mattina seguente avrei avuto il volo per Cagliari, per finalmente rincontrare Nafris... E poco importava se avevo dormito poco o se non sapevo dove sarei andato. L'importante... era andare da lei.

Nafris

Mi ripetevo in testa di star serena. Ma al solo pensiero che il giorno seguente avrei visto Kylian mi tremavano le mani e le gambe. Non riuscivo a star ferma un secondo: mamma ogni tanto veniva in camera per chiedermi se volessi qualche pastiglia per calmarmi. Ma solo a sentire i nomi strani di quelle pastiglie mi veniva ancora più ansia. Ogni tanto ridavo una controllata all'outfit. Più lo guardavo e più mi convincevo di volerlo cambiare. Un top bianco e la gonna in Jeans... Si dai alla fine mi sta bene. Ma forse c'era qualcosa di meglio. Non importa. Va bene così. Chiudo l'armadio e non se ne parla più.

Lui sarebbe arrivato a Cagliari in mattinata e ci saremmo dovuti incontrare in centro. Non mi disse però dove avrebbe passato la notte. Ospitarlo a casa mi sembrava inopportuno... E anche i miei non so come lo avrebbero potuto accogliere. In realtà c'era un'organizzazione pari a zero: non sapevo quanto tempo sarebbe restato e cosa avremmo fatto. Proprio per questo mio padre mi continuava a fare domande. Gli dicevo che gli avrei fatto sapere tutto per tempo, ma non ero così convincente, lo ammetto.

Mi misi a letto verso le 23, ma i pensieri continuavano a viaggiare: é incredibile che da una mia fissa per lui, sia nato tutto questo. Alla fine però credo che sia tutto un buon segno: ha spinto lui per vederci qui. Ed io non posso che esserne strafelice. Però c'era ancora un punto che non mi tornava: Come abbiamo fatto ad arrivare a questo punto? Tra di noi c'è davvero qualcosa?

Kylian

La mattina seguente...

A ritmo di zombie ero appena sceso dall'aereo. Un sole che picchiava fortissimo mi dava il benvenuto a Cagliari. Mi ero vestito abbastanza pesante, per cercare di mascherarmi tra la folla e per fortuna nessuno mi aveva fermato. Come un fantasma sbarcavo in un'isola tutta da scoprire. Presi un taxi per arrivare in centro città: le mie prime impressioni sono buone. Anche le persone erano gentili e cordiali. Certo, con il tassista ho dovuto capirmi a gesti, ma alla fine é andato tutto bene. Non so ancora come faremo con Nafris, ma in chat stavamo iniziando a parlare un po' di più in francese, perciò ero tranquillo.

Dissi al tassista di fermarsi davanti a quello che inizialmente mi sembrò un enorme Castello. Presi la borsa e aprii il telefono per capire di che cosa si trattasse. Cagliari mi si presentava con l'imponenza del Bastione Saint-Remy. Un enorme scalinata davanti, e una struttura che dominava l'intera città. Sono riuscito a resistere alla tentazione di salirci: mi volevo tenere il più bello da vedere con Nafris. Ed al proposito, dovevo avvisarla che ero qui.

L'unico problema é che in tutto questo tempo, non ci eravamo ancora scambiati i numeri di telefono e abbiamo continuato a parlare da Instagram. Dopo neanche 10 secondi che le scrissi arrivò la sua risposta: "Sono già qui, dove sei?" (Je deja ici, ou es-tu?).

Le dissi di mandarmi la posizione é che l'avrei raggiunta io. Mi prese un qualcosa di strano allo stomaco. Neanche prima delle partite avevo questa strana sensazione. Come se fosse un momento in cui dovevo preoccuparmi. Non c'era nulla di cui preoccuparsi, ma avevo una sensazione di vuoto nello stomaco. E nel mentre camminavo per raggiungerla. Arrivato al luogo che mi indicava la geolocalizzazione del telefono mi trovo davanti a una sottospecie di stazione.

Passa poco tempo. Qualche secondo di attesa. E alla fine eccola lì. In tutto il suo splendore, con il sole che illuminava la sua camminata verso di me. Improvvisamente, lo stomaco torna come sempre. Non sento di aver bisogno di nient'altro. Lei mi guarda da lontano mentre si avvicina lentamente. Noto il sorriso accennato e le fossette che si formano sulle guance. Ormai mancano pochi metri. Allargando le braccia esclamò in italiano: "Ho caldissimo, ma vieni qua".

E rieccoci quindi. Abbracciati di nuovo. In una sauna che era quella città, che era la sua, ma in quel momento, la nostra...

Quello Che FuWhere stories live. Discover now