Intermezzo: Ritorno alla normalità

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Kylian

Non ricordo con certezza a che ora mi svegliai quel giorno... So solo che tornai a casa tardissimo e con un fortissimo mal di testa. Avevo chiesto al Paris un giorno di stop per via di impegni personali, quando in realtà era tutt'altro: il giorno a Cagliari passato con Nafris é stato fantastico. Pagherei oro per riviverlo e magari avere altro tempo per stare  insieme. Purtroppo però era ora di tornare alla vita di sempre. A distanza di pochi giorni avrei dovuto giocare la Supercoppa di Francia contro il Nantes e dopo appena una settimana sarebbe iniziato il campionato. Trascorsi la giornata in totale tranquillità, tra analisi delle partite ed aspirine per farmi passare gli enormi danni che mi provocò il tour de force dagli Stati Uniti a Cagliari passando per Parigi. 

Non avevo neanche la testa per stare al telefono o alla TV.

Dopo pranzo sentii Ney, che intanto era tornato dalle sue vacanze in Brasile: "Olà Ky, come andiamo?"

Gli raccontai della mia assenza e intanto lui mi raccontò qualcosa sulle sue vacanze: "Amigo mio, la prossima estate vieni in Brasile con me che ci divertiamo un po'. Ovvio, dovremo mascherarci per non farci assalire dalle folle ahaha. Comunque qui l'ambiente non é dei migliori: non tanto noi compagni, quanto la società e i dirigenti... L'unico che mi guarda normalmente é il nuovo mister Gaultier che é appena arrivato e non sa cosa gli aspetta forse".

Avevo sentito parlare del nuovo mister, ma non avevo ancora fatto in tempo a conoscerlo. In ogni caso chiesi a Ney se aveva qualche novità riguardante il calciomercato, vista anche la nostra promessa pattuita in Costa Smeralda: "Tranquillo, non mi sono dimenticato del nostro patto. Io fino a oggi ho ricevuto solo un'offerta... Ma ti pare che me ne vada a giocare negli Stati Uniti? Non prendiamoci in giro".

Mi sollevò il morale questa notizia. Gli dissi di rimanere attento perché sappiamo bene come lavora il Paris: "A cazzo, lo so... Ma anche loro hanno le mani legate se non arriva nessuna offerta".

Incredibile come ci capiamo al volo anche senza guardarci negli occhi con Ney. Gli dissi che il giorno seguente sarei tornato dopo questa mini-vacanza: "Te la sei spassata a Cagliari? C'é anche un amico lì che gioca nella squadra di città. Quindi ora sei diventato uomo?"

Ecco che iniziava con le teorie cospiratorie tutte sue. Non volli raccontarglielo per telefono. Sull'amico di Ney forse Nafris me ne aveva accennato mentre stavamo parlando del Cagliari, perché mi nominò qualche giocatore celebre della squadra, ma in quel momento non me ne veniva neanche uno in mente, nonostante la avessi ascoltata bene.

Ci salutammo velocemente perché la pausa pranzo era finita e Ney doveva tornare in campo. Potevo tornare a riposare con l'umore un po' più alto rispetto a prima.

I giorni seguenti

Mi mancava davvero questa sensazione: la preparazione a una partita é sempre emozionante. Come dice sempre mio padre, "la devo vivere come la prima volta": effettivamente non é un approccio sbagliato. Mancava esattamente una settimana alla gara di Supercoppa contro il Nantes: il mister Gaultier mi fece una grandissima impressione già dal primo giorno. Mi prese da parte per parlare un po': "Io qui sono arrivato da poco... Ho visto l'ambiente e c'é la possibilità di costruire qualcosa, ma dobbiamo metterci d'impegno. Io do molto spazio alla tattica, e so benissimo che con le tue qualità tecniche non avrai bisogno di grandi spiegazioni. Sei un ragazzo giovane e hai già dimostrato tanto, ma non devi pensare minimamente di essere arrivato come calciatore. Voglio darti fiducia come prima punta nel mio 4-4-2. Chiederò alla società di acquistare un altro attaccante, magari più piazzato. 

Mi trattò come un figlio e di questo ne ero grato. Avevo la sua fiducia e dovevo ripagarla sul campo senza troppe paure di fallire. Poi gli chiesi con chi avrebbe voluto schierarmi per la prima gara, visto che difficilmente la società avrebbe fatto in tempo a prendere un altro attaccante nel giro di una settimana: "Considerando che Icardi é ormai prossimo alla partenza, io pensavo di adattare Leo insieme a te come tandem".

Gli annuì senza dire nulla, ma in realtà dentro morivo: tutti ma non Messi. Già é tanto se ci salutiamo quando ci incontriamo la mattina nella sala colazioni. Gaultier poi aggiunse: "Lo so bene che tra voi non c'é molto feeling, ma dovrete cercare di andare d'accordo. Quando avremo un attaccante, Leo credo che lo sposterò come esterno a destra".

Ci stringemmo la mano e poi tornammo in campo.

D'altronde quello che disse, diventò ben presto realtà: dopo il riscaldamento, iniziava la sessione di tattica condotta direttamente da lui coadiuvato dai suoi collaboratori: la seduta durava almeno 2 ore, a volte 3, e con poche pause. Voleva movimenti elaborati, giocate a memoria e tanta qualità. Questi allenamenti non erano nella nostra abitudine: con Pochettino l'allenamento era soprattutto una cura della tecnica, ma alle volte diventava un parco giochi. Qui invece c'era concentrazione, tanto silenzio interrotto solo dal fruscio dell'erba mentre correvamo noi o il pallone. Era un lavoro tosto, ma lo seguivo volentieri.

La situazione era ben diversa negli spogliatoi: a novembre infatti, il campionato si fermava, così come tutte le competizioni più importanti. Iniziava infatti la Coppa del Mondo con sede in Qatar. Da campioni in carica, non vedevo l'ora di iniziare. Anche Presnel lo era, che in Russia non giocò tantissimo ed era la volta buona per giocare finalmente da protagonista per lui. Ma non eravamo gli unici ad essere agguerriti: nella nostra squadra molti avrebbero giocato il mondiale e di certo la  voglia di far bene era tanta. Talmente tanta da spesso finire in discussioni molto pesanti: un giorno Gana stava per dare un pugno a Gini per via di una provocazione contro il suo Senegal. Si mise in mezzo Gigio che placcò i due. Messi e Ney ne parlavano tranquillamente, così come Marquinhos o Navas. Ma certi di noi sentivano questo Mondiale come un'occasione. E d'altronde é anche giusto visto che lo facciamo ogni 4 anni. Ma accanirsi così mi sembra eccessivo.

Quello Che FuWhere stories live. Discover now