Capitolo 46

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Feci colazione da sola quella mattina. Lì, fuori nel terrazzo, sul tavolino che si affacciò ad un giardino davanti alla strada, dove passarono veicoli tutti i minuti, spensierata ed incredula di aver lasciato Phil. Forse, come speravo che fosse, non è così facile lasciare alle spalle i momenti più belli passati con il ragazzo moro.

Mentre mangiai un pezzo della crostata, sentì i ragazzi dentro all'hotel ridere, scherzare come fanno tutti i giorni. Le loro risate si fecero spazio nella mia mente, facendomi rivenire in mente tutte le volte in cui mi faceva male la pancia a furia di ridere insieme a Phil.
Sapevo che avevo bisogno di lui, ma suo figlio di più.
Portai la mano sulla mia guancia apoggiando così il mio viso e lasciando l'ultimo pezzetto di crostata sul piatto.

Pensai. Pensai tutto il tempo. Avrò fatto la scelta giusta? Mi chiesi alzando lo sguardo al cielo azzurro mischiato all'arancione dell'alba e al blu della notte.
Sospirai più volte prima di sentire la porta alle mi spalle chiudersi.

-Oggi sola?- Domandò Jack alle mie spalle, facendomi un massaggio su di esse, a suo solito scherzando.
Nascosi il pianto che tra poco sarebbe uscito dai miei occhi da un momento all'altro, e sorrisi girando lo sguardo sul ragazzo che si sedette accanto a me.

-Sola soletta- Dissi ridendo facendo intravedere il mio sorriso che tra un po' sarebbe scomparso subito.

-Come stai?- Mi chiese. Probabilmente notò il mio sorriso che si sforzò ad uscire. A quella domanda non resistetti, e caddi in un pianto travolgente. Jack mi guardò sorpreso. Le mie mani strappazzarono i miei occhi ormai bagnati dalle lacrime e il mio fiato si fece sempre più breve.

Il ragazzo accanto a me mi prese le mani, togliendomele dal mio viso,  facendomi segno di guardarlo.

-L'ho lasciato Jack... Mi sono svegliata e sentì la voce di un bambino con una ragazza al suo fianco. Io capii che fosse la sua famiglia, così ho deciso di lasciarlo per farlo ritornare da loro, perché forse avevano bisogno di lui più di quanto io ne possa avere- Spiegai tutto prima che Jack mi potesse fare qualche domanda a riguardo. Lui mi ascoltò, senza farsi  distrarre da qualcosa.
Sembrava che non sapesse che dire. Probabilmente lui sapeva tutto, ma non mi disse mai niente.
Mi avvolse in un abbraccio confortevole e mi lasciai andare nelle sue braccia. Avevo bisogno di un abbraccio di Phil, ma non mi importò. Per il momento preferì che fu stato quello di qualcun'altro.

*Pov Phil*

Non volevo lasciarla. Volevo Elizabeth più di qualsiasi altra cosa, ma contemporaneamente volevo anche la mia famiglia. Se solo non fosse stato che Beth non avesse sentito quella chiamata, tutt'ora saremo stati ancora insieme. Decisi però di darle ascolto. Ronnie aveva bisogno di me. Così, decido di andare da loro, ma appena esco qualcosa mi bloccò.
Vedere Elizabeth in lacrime tra le braccia di Jack è come che si fosse aggiunta un'altra crepa al mio cuore.

-Stai tranquilla- Il ragazzo le sussurrò all'orecchio la stessa frase che dissi io quando lei stava male. Volevo esserci io al suo posto, volevo non staccarmi mai dal suo abbraccio, dato poco tempo fa, se solo sapessi che non fosse stato l'ultimo, volevo correre da lei.
Scossi la testa, e da lì mi accorsi che la ragazza mi fissò, con i suoi occhi ormai diventati rossi dal pianto. La guardai come se la colpa fosse la mia, disperato, con la voglia di poterla riabbracciare. Lei sembrò notare tutto ciò, ma il suo sorriso dopo tutto apparve comunque.
Feci cenno di no, facendole capire che era tutto sbagliato, mentre Jack guardò la ragazza come se finalmente avesse una chanz per potersi fidanzare con lei, ma sapevo che non l'avrebbe fatto, non era da lui.

-Phil fallo...- Vidi sussurrare sulle sue labbra. Le lacrime agli occhi si stavano facendo intravedere, la testa mi girava e iniziai a vedere tutto sfocato fino a vedere nero. Mi sentì cadere, le chiavi della mia auto caddero sull'asfalto, i rumori si fecero sentire a malapena, ma la voce di Beth che mi chiamò si sentì forte e chiara. Sentì il suo tocco sul mio torace, cercando di svegliarmi, la riconoscerei tra migliaia. Probabilmente ero svenuto.

_____

[-Phil va, loro ti aspettano- Un'anima si fece sentire davanti a me, ed indiettriggiai pauroso. La sua immagine era angelica, aveva l'aspetto uguale a quello di Elizabeth, o meglio: era lei. La sua luce azzurra per poco non mi accecò gli occhi.

-Non avere paura, sono Elizabeth- Disse porgendomi la sua graziosa mano davanti a me. Cercai di acchiappare la sua mano, ma attraversò la mia pelle. Guardai la mia mano stupito, per poi spostare lo sguardo sull'immagine davanti a me.

-Io...- Sussurrai cercando di nasconsere la mia paura. -Io non voglio lasciarti- Dissi ma sembrò non ascoltarmi, poiché subito dopo mi rispose.

-Hanno bisogno di te, non io di te- La sua voce rimbombò alle mie orecchie, e per un attimo le tappai pensando che da un momento all'altro si sarebbero rotti i timpani.

-Se non mi lascerai tu, lo farò io- Affermò, iniziando così ad allontanarsi. Mi alzai e ad ogni mio passo si allontanò sempre di più. Iniziai a correre e a correre per cercare di raggiungerla, finché la sua immagine scomparve ed io per poco non caddi in un dirupo.]

-ELIZABETH!- Urlai alzandomi di scatto, dal comodo materasso sotto di me, e mi misi seduto iniziando a respirare come se avessi percorso migliaia di chilometri correndo.

-Sta tranquillo- Sentì una voce accanto a me, sperai fosse di quella che reputai ancora la mia ragazza, ma non lo fu. Mi rimise coricato, facendomi calmare dal peggior risveglio di un sogno.

-Sei a casa adesso- Appena sentì per la seconda volta quella voce, la riconobbi. Rebecca era accanto a me. Qualcuno mi riportò a casa, ma non a quella che desideravo.

Spazio autrice:
Ecco un nuovo capitolo!🥰 Come state e come vi sta sembrando la storia? Secondo voi il nostro Phil riuscirà a tornare dalla carissima Elizabeth?🤔😉

"Fidati di me..." Where stories live. Discover now