Capitolo 11

1.2K 26 2
                                    

Mentre guardai la strada si girò verso di me e mi guardò.

*Pov Elizabeth*

Ero così emozionata. Appena sorrisi mi chiese che lavoro volessi fare.
Avevo paura della sua reazione poiché avevo già deciso. Decisi di fare l'hostess di stadio, accompagnatrice dei giocatori del ManCity. Non glielo dissi, avrei voluto vedere la sua reazione appena arrivata dai ragazzi.

Avrei voluto fare un lavoro facile e con uno stipendo che andava abbastanza bene. Mi piace viaggiare e penso che questo sia il lavoro perfetto per me.

-Ancora non so- Mentí, di solito non mento mai, ma se si intende per sorprese allora facciamolo.

Sorrisi, Phil alzò ancora di più la musica.

Arrivammo, e appena mi prese la mano mi portò sulla passarella della spiaggia.

Era stupendo, anche poiché mi piace veramente molto il mare.

Trovai un tavolo per due ricoperto da telaio bianco sopra di esso.

Mi girai e vidi Phil sorridere.

-Avrei voluto portarti in una spiaggia più...- Non finì la frase che lo abbracciai.

-É bellissimo così- Sorrisi e mi porse la sedia per sedermi.

Appena misi la mano sul tavolo, sentì la sua che si appoggiò sulla mia.

Finimmo di mangiare e ci fecimo alcuni scatti.

All'ultima foto, quella che stava per venire, Phil mi prese per i fianchi e mi guardò ma non mi baciò.

I suoi occhi riflettevano nei miei. Una sensazione continuava a sbattere nel mio stomaco.

-Sei bellissima dottoressa- Disse ridendo.

Le sue mani scendevano fino ad arrivare nei miei fianchi stringendo il tessuto del vestito.

Appoggiai le mia mani sulle sue e sorrisi.

Era una giornata meravigliosa. La giornata d'eccellenza del mese.

*Tre giorni dopo*

Arrivai davanti al campo in cui i ragazzi si allenavano.

Il Coach, Josep Guardiola, li chiamò e tutti si avvicinarono.

-Ragazzi vi voglio far conoscere una ragazza, di qui ci accompagnerà in tutte le partite e allenamenti. Vi chiedo di accoglierla con il vostro bene- L'allenatore, appena finí, allungò il braccio.

Sentì già tutti i ragazzi sussurrare parole tra di loro.

Appena uscì, un po' timida, vidi tutti sorridere. Tutti tranne qualcuno.
Infatti Phil mi notò e rimase serio.

I ragazzi si avvicinarono e molto amichevolmente si presentarono stringendomi la mano, anche se già sapevo i loro nomi.

Phil rimase dietro e se né andò guardandomi con un'aria come se fosse arrabbiata.
Volevo solo fargli una sorpresa e pensai che fosse anche un modo per passare un po' di più tempo insieme.

Appena tornarono in campo, per ricominciare ad allenarsi, andai negli spogliatoi senza rendere conto a nessuno.

-Phil, sei qui?- Lo chiamai per parlargli ma nessunaa risposta.

-Sei arrabbiato con me?- Domandai, con la speranza che si fece avanti.

Vidi un'ombra era sicuro la sua.

-Phil...- Mi guardò con lo sguardo serio e con i denti stretti da cui si notò dalla postura della mascella.

Continuò a non rispondere, e girai lo sguardo intorno alla stanza.

-Non sei felice?- Chiesi borbottando.

-Con tutti i lavori che esistono proprio
l'hostess dovevi fare? E anche l'accompagnatrice dei giocatori?- Disse in modo severo.

Non lo avevo mai visto così. Non capí più niente. Non capivo il perché la prese così male.

-Io... Pensai che era anche un modo per passare del tempo con altre persone, più tempo anche con te- Giustificai io, ma fece cenno continuamente con il capo.

-Volevo solo farti una sorpresa- Dissi ma mi prese per le spalle e, abbassandosi fino alla mia altezza strinse le mani.

-Se devi fare una sorpresa, almeno falla bene.-
Era come se fosse geloso, ma di cosa? Non sopportai vederlo così. Che avevo fatto di male?

-ELIZABETH- Gridò e stringendomi le spalle per richiamare la mia attenzione che si soffermò sul suo viso.

Le mie lacrime scesero dai miei occhi e Phil lasciò la presa sempre più leggera come se si era appena reso conto di ciò che aveva detto.

-Io volevo solo farti contento- Dissi tra le lacrime e mi liberai dalla sua presa correndo così fuori.

-Elizabeth!- Mi chiamò rincorrendo chiamando così l'attenzione di tutti.

Uscì in strada e aspettai per attraversare, ma appena sentì la voce di Phil sempre più vicina, mi girai e lo vidi venirmi incontro.

Non volevo più ascoltarlo. Volevo solo capire il suo atteggiamento avuto in quel momento ma non ora.

D'improvviso attraversai senza guardare, e ignorando Phil.
"Male, proprio male" pensai.

-ELIZABETH NO!- Gridò e appena arrivata in mezzo alla strada mi bloccai.

Cercai di tornare indietro, non sapevo cosa stessi facendo.

La testa mi girò, le voci di Phil che continuarono a pronunciare il mio nome girarono intorno a me.

-ELIZABETH STA ATTENTA- Queste furono le ultime parole che io sentì da lui prima che un'auto mi prese in pieno.

*Ecco il capitolo 11, fatemi sapere come sempre🥰!*

"Fidati di me..." Where stories live. Discover now