Springfield 4 Parte

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Lì intorno non c’era nessuno, solo qualche macchina parcheggiata e nulla più.

Invece le stelle, specialmente nei piccoli centri, dove se ne vedevano di più e con una luminosità più intensa, erano una delizia per gli occhi, in special modo per chi si sentiva consolato dalla loro presenza.

Frugò nella borsa squadrata e funzionale tipica del professionista, tenuta in modo esemplare. Estrasse una busta di plastica dalla quale tirò fuori un’altra busta di carta, che conteneva una lettera. Si fermò vicino a un albero e fissò le poche righe che iniziavano dicendo:

“Alla cortese attenzione della Dottoressa Pennington,

Con la presente, a seguito della sua partecipazione al programma volto al reclutamento di nuovi Astronauti …”

Conosceva il testo a memoria senza bisogno di rileggerlo, anche se vedere quel pezzo di carta perfettamente conservato, come una reliquia di alto valore, era la testimonianza che il suo dolore fosse vero. La strada che aveva percorso con tanta fatica e impegno, con anni di studio e ricerca, lavorando con determinazione e costanza, l’aveva condotta a perdere la propria orbita tra l’indifferenza della comunità accademica. Si sentiva come una cometa che veniva dallo spazio lontano e che invece di risplendere di luce propria andava morire nel buio di un pianeta che la inghiottiva, senza aver potuto regalare l’effetto magico della sua coda. Ma il destino di alcune comete non era di essere ammirate e riconosciute, era quello di vagare nell’oscuro universo e di bruciare sole e senza essere viste. Si trattava di complesse reazioni chimiche, che non interessavano a nessuno; eppure avrebbero regalato al mondo uno spettacolo straordinario, se solo il loro valore fosse stato riconosciuto.

Brenda, nella solitudine di quel parcheggio, non poteva più fare a meno di nascondere a se stessa la verità. Che non esisteva via d’uscita, che non c’era la possibilità che qualcuno si fosse sbagliato nell’aver inviato quella lettera, trasformando il sogno della sua vita nel fardello più grande con cui convivere quotidianamente.

Era tutto vero, come il sole. Il dolore era reale, quanto i milioni di gradi che raggiungevano il nucleo delle stelle. Ci aveva messo l’anima in quel progetto, aveva rinunciato e dato tutto quello che poteva. Aveva attinto alle profondità del suo cuore per quel sogno, per quell’amore per l’astronomia che non aveva scelto ma che sentiva vivo ogni volta in cui guardava il cielo, le sue lontane stelle e si sentiva ripagata e compresa. Era ciò per cui era nata, ciò in cui si sentiva davvero Brenda, il punto attorno a cui tutta la sua vita poteva ruotare, per la quale avrebbe combattuto ogni battaglia, speso ogni energia, investito ogni minuto. Aveva rinunciato a qualsiasi altra alternativa per quella passione, per la luce pulsante delle stelle nel cielo notturno che da piccola l’aveva affascinata così tanto, facendole presupporre che ogni sogno sarebbe stato possibile se ci avesse messo tutto l’impegno, la preparazione e lo studio di cui era capace. E così aveva fatto. Era una abituata a calcolare ogni singolo aspetto, attendendosi un risultato. La matematica e la fisica, applicando determinate formule, portavano a valori certi.  Ma i sogni seguivano altre regole, precetti imperscrutabili e inattendibili, quasi frutto del caso.

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⏰ Last updated: Jun 29, 2022 ⏰

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