Detroit 7 Parte

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Il servizio fu veloce, tanto che dopo qualche minuto Jacob aveva già buttato giù il primo di tanti bicchieri di whisky, che sembravano non avere effetto sul suo fisico abituato allo sforzo fisico. I suoi silenzi e i suoi occhi chiari parlavano per lui, mentre meccanicamente afferrava il bicchiere, lo portava alla bocca e poi lasciava scivolare in gola il contenuto. C’era chi non ci faceva caso, come Aberdeen e Amber, il primo abituato a festeggiare con champagne e alcol nelle lunghe notti di New York, lei invece abituata a essere osannata da maschi sfatti che si presentavano nel locale dove si esibiva.

Brenda invece lo scrutava, come osservava scrupolosamente i misteri del cielo, in cerca di risposte, ma Jacob era immerso in una sorta di nebulosa, una densa nube di polvere cosmica, che impediva di osservare cosa ci fosse all’interno.

Aberdeen, al contrario, era frizzante e divertente e soprattutto privo di maschere. Riusciva a rompere la monotonia e far divertire il gruppo con le sue battute a volte un po’ piccanti e irriverenti. A differenza di Jacob, sempre in disparte, non aveva problemi a parlare con nessuno, tanta era la sua voglia di mettersi in mostra e di essere al centro dell’attenzione. Ordinava da bere per tutti e incitava continuamente a fare brindisi per celebrare la serata.

La musica era piuttosto alta e Amber si divertiva a cantare seguendo la band. Spronava gli altri a fare lo stesso, muovendosi e alzando le mani visibilmente concitata. Aberdeen le dava corda, pur essendo fuori tempo, ma non si tirava indietro aiutato dallo champagne che lo supportava nelle sue mediocri doti canore. Brenda seguiva con attenzione, senza però buttarsi, a differenza di Emily che di tanto in tanto, rompendo il suo guscio, intonava qualche ritornello, quando la folla intorno faceva da coro.

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