Niagara Falls 7 Parte

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Quel misto di emozioni suscitò un certo appetito in tutto il gruppo. Nel corso degli anni la città di Niagara Falls, grazie ai molteplici visitatori, si era ampliata e arricchita, offrendo ai turisti un vero e proprio parco dei divertimenti a cielo aperto, composto da negozi, bar, ristoranti, casinò e le immancabili giostre.

Per prima cosa si concessero una lunga pausa in un ristorante dall’ambientazione fiabesca. Furono accompagnati al tavolo da una graziosa cameriera dalla voce squillante, che porse loro dei variopinti menù e consigliò le costolette tra le specialità del locale. Amber, sempre attenta alla linea, aveva preferito un’insalata di cavolo e patate, mentre gli altri optarono per hamburger e patatine fritte.

«Io prendo anche un Margarita» aggiunse Aberdeen, per dare un po’ di brio al pranzo.

Il posto era gremito di gente, specie di famiglie, i cui bimbi erano affascinati dagli animali in cartapesta posizionati in vari punti del ristorante che li facevano divertire. Sbucavano serpenti dagli alberi e grossi mammiferi ai bordi dei tavoli, mentre feroci felini erano accovacciati in attesa del pasto.

Il ristorante era dotato anche di un negozio nel quale si potevano acquistare dei pupazzi di varie dimensioni degli animali più insoliti. Amber non poté resistere e abbracciò un orango dal pelo nero lucidissimo. Lo stesso fece con un koala di dimensioni più piccole. Si fece scattare una foto mentre accarezzava la criniera di un leone e mostrò una faccia tenera mentre sorrideva avvinghiata a un delfino. Incitò le ragazze ad aggiungersi ai numerosi scatti, ma Brenda era troppo composta per lasciarsi convincere ed Emily non amava farsi riprendere, tanto era pudica. Aberdeen invece non aveva bisogno di un fotografo, anche improvvisato, tanto era abile negli autoscatti con le pose più accattivanti che riproduceva in modo sequenziale.  Logan, sempre disponibile e servizievole, si prestava volentieri ad assecondare Amber e la sua voglia di apparire. Al contrario di Jacob che si isolava, aspettando i compagni vicino a un cestino perché doveva fumare.

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