Chicago 5 Parte

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Il giorno seguente, di buon mattino, dopo un'abbondante colazione, l'umore del gruppo era positivo. Aberdeen sembrava meno assonnato del solito, Amber aveva un vestito grazioso, le scarpe abbinate alla borsa e i capelli raccolti. Emily non mancava di sfoggiare il peggio che aveva in valigia e un insolito sorriso. Logan, vestito di scuro, lo stesso colore dei suoi occhi e capelli. La cresta rossa di Kiki era ben dritta, come il suo naso tondeggiante, i tatuaggi e i muscoli ben in vista. Jacob, sobrio, con i capelli in ordine e la barba appena fatta, come al solito indossava una camicia e gli immancabili jeans. Brenda era felice di notare che nonostante i discorsi impegnativi della notte precedente l'atteggiamento fosse dei migliori, anche perché nella città più grande dell'Illinois le attrattive erano molte e il tempo era poco.

Una visita veloce a Downtown, caratterizzata da un'infinità di palazzi, venti dei quali superavano i duecento metri in altezza e molti altri i cento metri. Ovunque vetro, acciaio, negozi e caffetterie. La sensazione era quella di essere allo stesso tempo al centro del mondo, per la concentrazione di attività e di persone, e al medesimo instante di non essere che un minuscolo e insignificante tassello, in quel puzzle costituito da milioni di altre tessere.

Successivamente, su insistenza di Kiki che aveva convinto Brenda a cambiare il programma, si diressero al centro del Grant Park, sede dell'Art Institute. Si trovarono di fronte all'entrata principale dove ad accogliergli c'erano le statue in bronzo di due leoni e Kiki non mancò di scattare diverse foto. Era euforico e saltava di gioia per le opere d'arte dell'Ottocento che avrebbero visto, tra autori del calibro di Monet, Cézanne, Gauguin, Picasso, Van Gogh e Renoir. Fin da piccolo era stato attratto dai pennarelli, con i quali disegnava ovunque, sui muri di casa, nei libri, per terra.

Jacob, seduto in un angolo, in attesa che Logan acquistasse i biglietti, lo osservava come se fosse un individuo diverso, trasformato dalla prospettiva di vedere quadri. Chiuso nei suoi impenetrabili silenzi lo seguiva, chiedendosi se bastasse così poco per essere felice, se amare qualcosa o qualcuno potesse davvero cambiare la nostra percezione del mondo. Amber si ripassava il rossetto controllando con lo specchietto che fosse tutto in ordine.

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