15. Si chiama "gelosia", Adrien

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"La gelosia ha da entrar nell'amore, come nelle vivande la noce moscata. Ci ha da essere, ma non si ha da sentire"
Francesco Algarotti

Marinette's pov

Mi allontano dal biondo a passi ampi. In questo momento non voglio altro che raggiungere il mio letto e dormire.

Non mi giro nemmeno per guardarlo un'ultima volta mentre me ne vado, perché sono abbastanza delusa dalla sua affermazione: non pensavo che avesse questa opinione di me.
Non che dovrebbe importarmi cosa crede sul mio conto, ma è razionale che io non voglia stare ancora al suo fianco.

<<Purosangue>> dico piano entrando nella Sala Comune, ormai deserta. Apro la porta della mia stanza, trovando davanti a me il mio adorato letto, che mi aspetta a braccia aperte e che non mi era mai mancato così tanto come oggi.

Kagami e Chloe stanno già dormendo e non mi dispiace affatto; di sicuro non mi sarei messa a spiegar loro i motivi della mia assenza.
Voglio solo riposare e non riflettere più su niente, almeno fino a domani.

Mi sdraio e chiudo le palpebre, tuttavia non riesco a cadere tra le braccia di Morfeo nonostante i miei sforzi.
Inizio a immaginare pecore che passano lente davanti ai miei occhi e, quando dopo poco perdo il conto, ricomincio. Provo a non pensare a niente, poi a qualcosa di specifico, ma nulla pare funzionare.

Quando Chloe inizia a russare piano, decido che non posso restare ulteriormente in questa stanza e mi convinco che sia maledetta.

Levo la coperta che prima si trovava sul mio corpo e me la trascino dietro mentre mi dirigo verso la Sala Comune, infreddolita.
La misera maglietta bianca di alcune taglie più grandi che indosso, copre il mio corpo fino a metà coscia. Il tessuto sgualcito è leggermente trasparente e questo dovrebbe essere sufficiente per indurmi a rimanere nella mia camera, ma sono troppo stanca per contare anche sono un altro animale in un disperato tentativo di dormire qui.

"Come dovrei comportarmi ora con lui?" penso confusa, scendo pigramente le poche scale che separano la Sala dalla mia stanza.
Mi ha definita noiosa e tutto il resto, il che non dovrebbe nemmeno sorprendermi considerando che ho sempre saputo che è uno strafottente. Non dovrebbe, ma quel momento mi sembrava stupidamente essere qualcosa di speciale; questo spiega perché non me l'aspettassi.

Mi sdraio sul divano in pelle, coprendo le mie gambe con la coperta chiara, poi mi metto a guardare il camino acceso. Chiudo le palpebre, qualche attimo dopo, beandomi di quel silenzio: si può udire unicamente lo scoppiettare del fuoco.

Odio essere presa in giro, con uno come lui non c'è altra via, difatti non capisco perché io sia rimasta lì seduta, dato che ha trattata male nei giorni precedenti. Sentivo, inspiegabilmente, che fosse la giusta cosa da fare.
Forse, stando con lui, speravo che mi avrebbe rivelato qualcosa riguardo al suo comportamento ostile ed ingiustificato nei miei confronti. Agisce in modo talmente strano che a volte mi viene da pensare che ci sia qualcosa di serio dietro le sue azioni.

Non ho idea sul cosa fare, come comportarmi.
Mi servirebbe un consiglio, ma al contempo non mi va di raccontare a qualcuno dei miei fatti.

"Cosa mi direbbe mia madre?" mi domando, non trovando risposta. Lei è sempre stata un punto di riferimento per me, una donna forte che, nonostante l'aspetto dolce e gentile, non si faceva mettere i piedi in testa.

Improvvisamente ho la risposta a tutti i miei dubbi, è semplice e mi appare ben definita nella mente.
Non c'è altra strada se non una: ripagarlo con la stessa moneta.

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Quando mi sveglio ho due coperte addosso e il freddo non mi punge più.

In verde [Miraculous & Hogwarts]Where stories live. Discover now