Libro 1: 09) Phoenix

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Dopo una nottata passata a fare il giro per le vie di Roma e dopo aver incontrato altri due individui con le sue stesse abilità, il giovane, coperto dal cappuccio della sua felpa marrone, svolazzava in direzione di Tor Vergata, verso la facoltà di medicina. La notte era stata abbastanza movimentata ed anche quella sera era stato costretto ad intervenire per evitare spargimenti di sangue innocente. Dopo aver sistemato un losco rapinatore che aveva l'abilità di produrre fiamme a suo piacimento, il misterioso ragazzo aveva parlato con un ragazzo "speciale" come lui. Si era presentato con lo pseudonimo di "Soul Silver", nome banale, sebbene sia strettamente collegato al suo potere. Il ragazzo che aveva salvato non sapeva di possedere poteri speciali, quindi non serviva al misterioso Soul, che cercava risposte e non altra gente con un mucchio di domande nella testa.

« Peccato.. »

Quel ragazzo all'ospedale, sebbene fosse più vecchio di Soul di qualche anno, ricordò al giovane salvatore la prima volta che scoprì di essere "diverso". Erano passati quattro anni da quando scoprì il suo potere, nascondendolo al mondo. Era arrivato da poco a Roma, giusto da pochi giorni. Ma erano bastati per poter scoprire due suoi simili. Nessuno sapeva ciò che era in grado di fare, né amici né parenti. Soul era stato abbastanza bravo da nasconderlo per così tanto tempo. C'era anche da dire che, nel suo paese natale, non aveva molte possibilità di usare i propri poteri. La città era abbastanza piccola e tutti si conoscevano. Se la notizia dei suoi poteri si fosse sparsa tra la gente, non avrebbe più potuto farsi vedere per le strade e sarebbe stato considerato come un fenomeno da baraccone, portando disonore e vergogna alla propria famiglia. La stessa famiglia che ha fatto grandi sacrifici per poterlo mandare all'università e che lui non aveva intenzione di deludere. Era stato uno dei pochi ragazzi del suo anno a lasciare la città per affrontare questa nuova sfida chiamata "università" e la cosa non poteva non eccitarlo. Era ansioso di provare questa nuova avventura e di poter essere libero dai limiti che gli poneva la sua città natale. Gli bastò poco per potersi ambientare perfettamente e non aveva nemmeno timore di usare i propri poteri.

« Roma è piena di pericoli e di insidie. Se userò le mie capacità al meglio, riuscirò a fare qualcosa di buono! »

Questo era stato il pensiero del giovane durante i suoi primi giorni di "indipendenza". Negli ultimi due giorni aveva salvato una graziosa ragazza da un gruppetto di teppisti ed aveva incontrato due esseri speciali come lui.

« Non poteva andarmi meglio.. ».

Ora Soul si trovava proprio sopra il luogo in cui incominceranno le costruzioni per la nuova sede dell'università di giurisprudenza. Dato che non voleva esser visto da occhi indiscreti, decise di atterrare in quella zona e di farsi un piccolo tragitto a piedi per poter tornare a casa. Vedere un uomo alato volare sopra gli edifici di Tor Vergata sarebbe stato controproducente per la sua vera identità. Dopo aver fatto sparire le ali, incominciò a camminare verso casa, stanco ed affamato.

« Ho usato troppo il mio potere oggi.. Sono distrutto! »

Disse tra sé e sé il giovane Soul. Non era abituato ad usare i suoi poteri per così tanto tempo. Nella sua terra natale si limitava a creare oggetti argentati come delle penne o come delle spade. Solo quando si trovò a Roma ebbe l'occasione di creare ali o addirittura animali, e ciò costava fatica ed innumerevoli sforzi per il giovane.

« Speriamo che il frigo non sia vuoto.. »

Dopo un piccolo tragitto, Soul incominciò a rallentare il passo sempre di più. Si sentiva osservato. All'improvviso, con un lieve movimento delle mani, creò dal nulla una piccola civetta argentata e la fece volare in alto per poter perlustrare la zona. Appena vide la civetta scomparire si fermò di colpo, proprio di fronte ad uno dei tanti lampioni accesi della via.

« Esci fuori.. Chiunque tu sia! »

Urlò girandosi di scatto e lanciando un piccolo pugnale argentato verso la direzione in cui si era girato. Pochi secondi dopo vide l'individuo che lo seguiva negli occhi. Non si era degnato nemmeno di schivare il coltello argentato. Soul vide il coltello conficcato nella sua mano destra, ricolma di sangue, e, subito dopo, soffermò la sua attenzione sul viso del suo pedinatore. Era un ragazzo abbastanza giovane che portava un maglione a collo alto nero ed un paio di jeans. Al collo portava una collana con un delfino dorato come pendolo. Aveva una folta barba non curata sul volto e portava un paio di occhiali che coprivano i suoi occhi neri. I capelli erano molto scuri, ma Soul, per colpa della mancanza di luce, non riusciva a capire se avesse i capelli neri o marroni. Purtroppo quel ragazzo se ne stava in disparte, lontano dal raggio d'azione del lampione in cui si trovava Soul.

« Dammi una buona ragione per non farti assalire da un lupo. Chi sei? »

Il giovane di fronte a lui non si mosse e non ebbe nemmeno il desiderio di levarsi quel piccolo coltello che aveva conficcato nella mano, che continuava a fargli perdere sangue.

« Non ho un nome.. Ma puoi chiamarmi Phoenix se vuoi.. »

« Non ha un nome? In che senso? », si domandò il giovane Soul. Intanto il ragazzo tirò fuori dalla tasca dei suoi jeans un foglio di carta. In quel foglio c'erano una sfilza di nomi e, con grande sorpresa, Phoenix disse a bassa voce il vero nome e cognome di Soul.

« Come fai a sapere chi sono? »

Soul era stato abbastanza cauto per quanto riguardava la sua identità segreta. Nessuno lo conosceva a Roma e solo da pochi giorni aveva incominciato a sfoderare i suoi poteri. Per ogni evenienza, agiva solo di notte con il favore delle tenebre ed era sempre col il volto coperto dal cappuccio della felpa. Stava per innervosirsi. Era quasi tentato di uccidere quel ragazzo che gli stava di fronte.

« Non ti agitare.. La tua identità segreta non è in pericolo con me.. »

Disse levandosi finalmente il coltello insanguinato dalla mano. Non appena levò il coltello dalla sua pelle, Soul notò, con grande sorpresa, che la sua ferita si stava rimarginando ad una velocità incredibile. « Impossibile! », la pelle della mano si era completamente rimarginata in pochi secondi, senza lasciare nemmeno l'ombra di una cicatrice.

« Visto? Sono come te.. »

Soul non sapendo come reagire, si mise in posizione di combattimento, evocando dal nulla il suo lupo argentato. Non voleva trovarsi impreparato in caso di scontro. Il lupo argentato, intanto, si avvicinò verso il ragazzo con aria minacciosa.

« Quanto sei aggressivo! Metti a cuccia Zanna Bianca.. Voglio solo parlarti! »

Ironizzò facendo finta di voler accarezzare il lupo argentato.

« Dammi una risposta sensata e dissolverò il mio fedele amico. »

« Non sei interessato a conoscere altri ragazzi "speciali" come te? »

Pochi secondi dopo, Soul schioccò le dita, facendo sparire nel nulla il suo lupo argentato. Phoenix aveva centrato l'unico argomento veramente importante per lui.

Soul SilverWhere stories live. Discover now