Libro 2: 05) Tre anni

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« Tre anni.. Mi hai fatto marcire in quell'inferno abbandonato da Dio per tre lunghi anni! »

Gridò infuriato il giovane Soul al povero Phoenix, che era disteso sul pavimento con il naso sanguinante.

« Non capisco la logica del tuo gesto! Che ho fatto di male? »

Soul gli lanciò in faccia la lettera che aveva trovato tre anni prima nel monastero scritta dallo stesso Phoenix. Il ragazzo con la collana dal ciondolo a forma di delfino, leggendo la lettera con attenzione e pensando a come tutto questo fosse potuto essere possibile, incominciò a capire.

« Ok.. A quanto vedo è colpa mia.. Ma non capisco ancora quale sia il tuo problema. »

Disse con un grosso sorriso e tentandosi di aggiustarsi il naso. Il pugno del ragazzo gli aveva parecchio fatto male.

« Mi hai mandato in Tibet in compagnia di un vecchio muto che mi ha nutrito solo con brodaglie liquide per tre lunghi anni! »

« Il vecchio Gonkituk non è muto.. Parla perfettamente nove lingue diverse. Compresa la nostra. »

Soul, carico di rabbia, non sapeva se prendersela con il povero Phoenix, che si era già rialzato da terra con il naso in perfette condizioni, grazie al suo potere, oppure tornare indietro in Tibet per farla pagare al vecchio per tutti gli anni di silenzio.

« Quel vecchio bastardo! Non mi ha rivolto una singola parola da quando lo conosco! »

Qualche secondo dopo, Soul vide nella stanza, disteso sul letto, il suo corpo senza vita. Gli venne quasi un colpo nel vederlo li. Erano passati tre anni ed il suo corpo giovane e morente era li di fronte a lui. « Com'è possibile? », pensò il giovane che doveva avere parecchie spiegazioni. Era il minimo per quanto aveva passato. Poi, dopo lo shock iniziale, volse lo sguardo verso la bambina che era seduta su una sedia affianco al letto. E, in quel momento, si ricordò il motivo del perchè era morto.

« Piccola mocciosa! Dovrei ucciderti in questo istante per quello che mi hai fatto! »

« Impossibile.. Non hai chance contro di lei. »

Intervenne Phoenix nel tentativo di calmare il giovane.

« Ho sconfitto il vecchio Goku.. Una bambina con super poteri non sarà un problema! »

Esclamò Soul desideroso di vendetta, riscaldando i muscoli per poter dare una lezione alla piccola.

« Gonkituk.. »

« È lo stesso! »

Phoenix, nonostante tenesse sotto controllo Soul, si stupì nel sapere che era riuscito a battere il vecchio tibetiano in così poco tempo. « Io ho impiegato quindici anni per poter sottrarre la chiave dal suo collo.. Come avrà fatto a cavarsela in così poco tempo? », pensò mentre notava che la bambina si era alzata per accettare la sfida del ragazzo che aveva di fronte a lei.

« Invece dovresti ringraziare la piccola Valeria.. Ti ha salvato dall'attacco del piromane che ti stava per polverizzare a forza di fiammate. »

Valeria incrociò le braccia in segno di sfida e fece una linguaccia a Soul in segno di sfida e ciò fece infuriare ancora di più il giovane.

« Si ma poi ha ucciso anche me! »

Phoenix: « Dettagli.. Ma come hai fatto a trovarci? »

Chiese con curiosità, se un ragazzo come lui li aveva trovati, doveva preoccuparsi di trovare un nascondiglio migliore.

« Il mio corpo emana ancora un piccolo flusso d'anima argentata verso l'alto. L'ho notato subito mentre stavo sorvolando Roma per tornare a casa. »

« Ah.. Quindi l'hai trovato per caso.. Che fortuna che hai! Prima vieni ucciso, poi resusciti ed ora c'hai trovato. Sei un ragazzo fortunato.

Phoenix non stava dando la giusta importanza alla situazione. La cosa che gli importava per davvero era il fatto che Soul era vivo e che tutto si era sistemato per il meglio. Qualche istante dopo, qualcuno bussò nuovamente alla porta. Phoenix l'aprì per poter accogliere il vero ospite che aspettava quella sera.

« Clock! Sei in ritardo come sempre! »



L'ospite di Phoenix era un signore molto anziano, grosso e di media altezza. Era vestito in giacca e cravatta nera con una camicia bianca. Portava un fedora nero ed era accompagnato da un bastone marrone. I suoi capelli, bianchi come la neve, lasciavano cadere sulle sue spalle una montagna di forfora.

« Ti avevo avvisato che il treno avrebbe tardato. »

Il vecchio Clock si girò intorno e si accorse della presenza nella stanza di Valeria, di un ragazzo dai capelli di color nero pece e lunghi e di un altro ragazzo disteso sul letto, affianco a Valeria.

« Sono passato in un brutto momento? »

Domandò notando la tensione che c'era attorno a quel luogo.

« Al contrario.. Ci serve il tuo aiuto. »

Esclamò Phoenix con il suo solito sorriso stampato sul volto.

« Chi è questo? »

Chiese Soul, che ancora non si era calmato dopo tutto il putiferio di prima.

« Colui che spedirà il giovane te dal vecchio Gonkituk. »

Clock, facendo maggiore attenzione al corpo disteso sul letto, notò che il ragazzo in piedi e quello sul letto erano la stessa persona.

« Cosa intendi dire? »

Domandò Soul, non capendo come potesse essere possibile.

« Questo ragazzo non brilla d'intelligenza o sbaglio? »

Soul lo fissò arrabbiato, sia per il fatto che non riusciva a capire cosa stava succedendo sia per l'insulto subito dal vecchio.

« Vedi quello li? Sai chi è? »

Phoenix indicò il letto.

« Sono io.. Senza vita e più giovane. »

Il giovane mascherato fece fatica a rispondere, non riusciva a vedere in maniera diretta il suo corpo morto.

« Bravo ed ora ragiona. Il tuo corpo giovane e morto sta qui e tu dici di aver passato tre anni in compagnia di Gonkituk, ma ti trovi in nostra presenza ora per poter contemplare la tua morte, tutto ciò cosa vuole significare? »

Soul era ancora più confuso di prima e non riusciva a comprendere ciò che Phoenix voleva fargli capire.

« Ha viaggiato nel tempo grazie a Clock, vero? »

Intervenne la piccola Valeria spiazzando il giovane Soul.

Soul SilverNơi câu chuyện tồn tại. Hãy khám phá bây giờ