Libro 2: 06) Un nuovo membro

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«Ecco qui.. »

Phoenix aveva appena finito di scrivere la lettera da appoggiare sul corpo privo di vita di Soul. Era stato costretto a riscriverla uguale ed identica a quella che il ragazzo gli aveva fatto leggere ed aveva prelevato dal suo frigo una sacca del suo stesso sangue. Ne teneva sempre un paio di scorta, nell'eventualità fosse successo qualcosa ai suoi colleghi o alla sua figlioccia. Il suo sangue era così speciale da permettere la rigenerazione cellulare del corpo umano. In molti erano morti nel tentativo di rubare quelle sacche di sangue e di poter scoprire il segreto della vita eterna di Phoenix.

« Fai bene attenzione.. Tre anni precisi. Non un giorno di più, non uno di meno. »

Il ragazzo con il ciondolo a delfino si trovò costretto a dare delle indicazioni al vecchio Clock. Si conoscevano da tanto tempo e Phoenix l'aveva visto crescere ed invecchiare, quindi poteva fidarsi ciecamente di lui.

«Tranquillo. Porto i tuoi saluti a Gonkituk? »

Phoenix ci pensò un attimo prima di rispondere, per poi rivolgere lo sguardo verso il giovane Soul con i capelli lunghi.

« Meglio di no.. Gli devo dei soldi ed ora sto lasciando nelle sue mani qualcuno che consumerà le sue scorte alimentari per i prossimi tre anni. »

Detto ciò, Clock prese con una mano la sacca di sangue e con l'altra il corpo senza vita del ragazzo. Dopo nemmeno un secondo, sia Clock che il corpo di Soul scomparvero nel nulla. Soul non ci fece quasi caso, anche perché Clock tornò due secondi dopo da solo.

« Lavoro compiuto.. »

Disse il vecchio mentre si sedeva sul letto, sudato ed affaticato.

« Ottimo. Tu come ti senti? »

Domandò Phoenix appoggiando il palmo della sua mano sulla fronte dell'amico. Era bollente, quasi come se avesse la febbre.

« Sono solo un po' stanco.. Non ti dispiace se riposo per un attimo? »

Chiese distendendosi sul letto, dopo essersi levato il pesante cappotto ed il cappello fedora. Sembrava stremato e respirava affannosamente cercando di ricevere più ossigeno possibile.

« Cosa è successo? »

Soul non riusciva a capire cosa fosse cambiato nel vecchio, dato che fino a qualche secondo prima era tranquillo e senza una goccia di sudore.

«Non ci sei arrivato? Eppure tu ti sforzi in continuazione per manifestare il tuo potere. »

A quanto pare, Clock usava un sacco di energia per poter viaggiare nel tempo. Soul non pensava che si potesse ridurre in quelle condizioni dopo solo un utilizzo del proprio potere, dato che a lui ci voleva almeno una decina di minuti di allenamento per poter incominciare a sentirsi stanco. Gli anni passati in Tibet avevano anche rafforzato la sua resistenza, rendendolo più abile nel dosaggio delle sue energie.

« Purtroppo Clock non ha né l'età né il fisico per poter rimanere al nostro passo.. Mi ricordo ancora di quando a vent'anni spaccava il mondo e creava buchi temporali in Germania.. Bei tempi quelli. »

Le sue parole lasciarono ancora più in confusione il giovane. Non credendo possibile una cosa del genere dato che Phoenix dimostrava solo venticinque anni, mentre Clock andava sui novanta.

« Uno di questi giorni mi dirai quanti anni hai.. »

Intervenne Valeria, intenta a giocare ad un videogame con una console portatile.

« Bene.. Sistemato questo problema.. Direi che sei libero di andare. »

Esclamò Phoenix con un sorriso verso il giovane dai capelli lunghi.

« Andare? »

Domandò Soul, ancora un po' intontito.

« Si.. A casa tua.. Meglio se cambi acconciatura prima. Qualcuno potrebbe farsi strane domande se un giorno ti vede con i capelli corti ed il giorno dopo con una chioma che ti arriva fino al sedere. »

In effetti non aveva tutti i torti. Soul non sarebbe riuscito a spiegare per nessuna ragione quel cambiamento ai suoi amici. Ma, senza farselo ripetere due volte, aprì la porta e fece un cenno di saluto verso Phoenix ed un pugno minaccioso verso la bambina.

« Ci vediamo presto! »

Urlò Phoenix chiudendo la porta di casa, non sapendo che Soul, invece, non aveva alcuna intenzione di continuare alcun tipo di relazione con quel gruppo di stramboidi dotati di poteri.

« Spero proprio di no.. »



Passò qualche giorno dal combattimento tra Valeria e Karim. Quest'ultimo aveva incominciato a fare qualcosa che non faceva dai tempi del liceo. Aveva iniziato ad allenarsi a casa con flessioni e piegamenti. Il Lunedì seguente avrebbe dovuto incontrare di nuovo la bambina con il suo padrino e non voleva farsi trovare impreparato o fuori forma. Anche se il suo corpo non gli permetteva di morire, Karim non aveva alcuna intenzione di farsi sbattere da una parte all'altra del parco da una bambina con circa la metà dei suoi anni.

« Sicuro che non stai esagerando? »

Domandò la sorella Lai quando vide il fratello allenarsi così duramente. Non aveva mai assistito ad una sessione d'allenamento così dura. Di solito, quando Karim aveva voglia di allenarsi, si faceva al massimo una corsa al parco. Ora, invece, aveva intensificato il suo allenamento così tanto da far preoccupare la bella Lai.

« Fidati.. È per il mio bene. »

E non aveva tutti i torti. Un corpo invincibile era inutile se il possessore di quel corpo non aveva un briciolo di resistenza o di forza. Doveva intervenire e doveva farla pagare a quella piccola peste che aveva tentato di ucciderlo. Ciò, però, non toglieva al giovane il tempo dello studio o la sua vita sociale. Infatti Karim si allenava la mattina alle sei, per poter studiare successivamente dalle undici fino alla sera, giusto in tempo per uscire con i suoi amici.

« Com'è andata la settimana? »

Chiese Machi al giovane mentre si dirigevano verso la cappella dove provavano i canti del coro.

« Stancante.. Non esiste un termine migliore di questo.. »

« Sempre stanco sei.. Tua sorella mi ha detto che ti stai allenando molto. Vuoi far colpo su qualche bella ragazza? »

La domanda di Machi si perse in una piccola risata che contagiò anche lo stanco studente. « Meglio non dirle che mi sto allenando a causa di una bambina.. Potrebbe pensare male. », pensò Karim prima di incontrare Lisa e Serena all'interno della cappella. Non ci volle molto tempo prima di iniziare le prove ed erano arrivati una ventina di ragazzi per quella sera. Stranamente, l'unico che mancava alla lista dei presenti fu Martin che, però, arrivò solo con un paio di minuti di ritardo.

« Scusatemi.. Ma c'è lo sciopero e non passava un autobus da un'ora. »

Il coro aveva già iniziato a provare, quindi non fece molto caso al suo arrivo ed all'amico che aveva portato con se.

« Ah.. Qui c'è un mio collega che vorrebbe iniziare a cantare con noi. Si chiama Fabio. »

Tutti fecero un piccolo cenno di saluto al nuovo membro del coro, che con i suoi occhiali ed i capelli in disordine parve non riscuotere parecchia attenzione dai presenti. L'unico dettaglio a cui si fece particolarmente caso, fu la barba incolta del ragazzo.

« Tu.. »

Karim fissò negli occhi il nuovo arrivato e non potè non rimanere scioccato nel vedere quella persona all'interno del coro e del suo gruppo. Un pizzico di rabbia lo travolse e desiderava, con tutto il cuore, di picchiare a sangue l'individuo che Martin aveva presentato agli altri come un suo collega. Quanto gli sarebbe piaciuto strozzarlo con la sua stessa collana con il ciondolo a delfino.

« Phoenix.. »

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