Draco

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Marina Bay


"Mi cercavi?" chiese Vega, affacciandosi alla porta dell'ufficio.

Chris sollevò lo sguardo dai documenti davanti a sé, annuendo lentamente con la testa e invitandola ad entrare nella stanza. Vega obbedì, richiudendo dietro di sé la porta. "C'è qualche problema?" domandò con tono leggermente preoccupato, mentre incrociava le braccia come per difendersi da un possibile attacco che sarebbe giunto di lì a breve.

Il team manager si lasciò sfuggire un piccolo sospiro sconsolato. "Volevo confrontarmi con te su alcune questioni" rispose abbassando il tono della voce e intrecciando le mani sotto al mento, come a far intendere che si trattasse di qualcosa di veramente serio. Vega si sedette sulla sedia di fronte a lui, invitandolo a proseguire, nonostante potesse benissimo immaginare a cosa si volesse riferire.

"Non voglio immischiarmi nella tua vita privata, davvero- iniziò Chris, palesemente a disagio ed evitando di guardare negli occhi sua figlia- però si sono verificate alcune coincidenze che meritano di essere approfondite. Gasly era il tuo fidanzato e Albon era il ragazzo con cui avevi organizzato una cena. Entrambi hanno subito incidenti di diverso tipo. Fin qui sembrerebbe non esserci nulla di strano, se non fosse che non posso assolutamente dimenticare il biglietto con cui tu sei ritornata in questo paddock. Qualcuno sapeva o aveva previsto l'incidente di Gasly. Continuo a rifletterci da tempo, ma davvero non riesco a trovare una spiegazione plausibile. E vorrei sinceramente individuarla, dal momento che tu risulti sempre coinvolta in ogni aspetto che cerco di profilare".

Vega si lasciò ricadere indietro sulla sedia, non sapendo come rispondere ad un quesito che la tormentava già abbastanza. "Comprendi che oltre a preoccuparmi per te devo anche stare attento alla mia squadra? -proseguì Chris sporgendosi verso di lei notando il suo silenzio- devo forse temere un possibile attacco a Max o a Sebastian? Non possiamo permetterci di sostituire in continuazione i nostri piloti, tutto ciò ci indebolisce agli occhi dei nostri avversari e in ottica mondiale può essere davvero dannoso".

Vega sbatté le palpebre più volte, accorgendosi che il padre non era a conoscenza del quasi incidente accaduto a Max al ritorno dal Mugello. Probabilmente l'olandese non aveva voluto contribuire ad allarmare maggiormente la scuderia e i suoi responsabili. "Non so davvero cosa dire- ribatté infine con un sospiro- continuo a cercare di convincermi che sia tutto uno scherzo orchestrato da qualcuno che è degenerato in un modo improvviso, però tutti gli indizi mi portano a pensare che ci sia un filo conduttore. Anche se ovviamente non ho ancora compreso quale". "Io spero solo che non sia tu questo legame di base- la interruppe Chris passandosi una mano sul volto- non potrei sopportarlo".

Vega rimase in silenzio, osservando suo padre. Sembrava invecchiato di qualche anno, segno che la stanchezza e la pressione degli ultimi mesi lo stavano schiacciando. Il suo cuore si strinse nel realizzare che fosse anche responsabilità sua, se lei non fosse tornata a frequentare quell'ambito probabilmente Chris avrebbe avuto molti meno problemi. Compresi anche Pierre, Max e Alex che in modi diversi avevano rischiato di farsi molto male. Se davvero tutto ciò era legato a lei, non se lo sarebbe mai perdonata.

"E se fosse stato tutto architettato dalle scuderie rivali per indebolirci?" accennò Vega, provando ad esporgli le varie ipotesi che erano sorte anche parlando con Max e Pierre. "È plausibile, -commentò Chris- ma è difficile comprendere quale team sia così spregiudicato da agire in un modo simile rischiando, in caso il suo piano fallisse, di essere estromesso dalla Formula 1". Vega annuì con il capo, abbassando la testa. Ogni possibilità che compariva sullo scenario sembrava in realtà poco probabile, riportandoli inesorabilmente in continuazione al punto di partenza.

Lyrae (seconda parte)Where stories live. Discover now