Aquila

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Liegi


Tra tutti gli scenari peggiori che Vega si era immaginata, questo di gran lunga batteva ogni fantasia.

Per un momento temette di aver compreso male. Forse la sua mente stanca e impaurita le giocava brutti scherzi. Pierre non poteva non ricordarsi di lei. Non era possibile.

Ma gli sguardi stupiti di Charles e del dottore le confermarono che purtroppo il suo udito non l'aveva assolutamente tradita.

Si aggrappò ad una sedia per rimanere in piedi e farsi forza cercando di non far notare a nessuno in quella stanza che sentiva le gambe cedere, mentre il monegasco si rivolgeva preoccupato al medico "È possibile? È davvero possibile che non ricordi?". L'altro scrollò le spalle, ritornando imperturbabile "Dovremo svolgere ancora ulteriori esami, ma è probabile che dopo un trauma simile possa verificarsi un'amnesia temporanea. Niente di troppo preoccupante comunque, dalle analisi non erano presenti traumi cranici importanti. Quindi ritengo sia solo causa dello shock".

"Ma è impossibile che lui non si ricordi di Vega!" esclamò Charles a voce alta, sconvolto. "Ti ripeto che non l'ho mai incontrata in vita mia!" continuò Pierre, dal suo letto d'ospedale. La ragazza si sentì trafitta nuovamente da una lama affilata. Voleva solo fuggire da quella stanza, limitare l'umiliazione e allontanarsi da quella situazione spiacevole. Non riusciva nemmeno a guardare il francese negli occhi, altrimenti era certa che sarebbe scoppiata a piangere. Poteva ammettere che ormai loro non fossero più niente, ma non era minimamente accettabile che lui potesse dimenticarsi di lei, di tutto ciò che avevano condiviso insieme.

Non era possibile annullare una storia d'amore come la loro.

"Vi lascio soli" mormorò il medico, intuendo che la situazione si stava complicando. Lasciò in un attimo la stanza, abbandonando Vega in compagnia dei due ragazzi. Charles sembrava il più imbarazzato tra tutti.

"Sei stata gentile a venire qui" mormorò infatti, cercando di riempire il silenzio irreale che si era creato. Lei scrollò le spalle, accennando appena "Volevo solo assicurarmi che lui stesse bene". "Ti ringrazio molto, chiunque tu sia- sorrise amabilmente Pierre- mi dispiace davvero non ricordare neppure il tuo nome o il tuo volto. È una situazione molto imbarazzante da cui spero di uscire presto. Sei per caso una giornalista?".

Vega avrebbe dovuto provare pietà per la condizione del francese, ma in quel momento avrebbe solo voluto tirargli un pugno in faccia. Lo ignorò totalmente, non sopportando il sorriso ebete che aveva stampato sul volto.

Si voltò verso Charles "Cosa è successo? Come è accaduto l'incidente?". Il ragazzo si grattò la testa, a disagio "Pierre stava guidando verso il circuito quando un furgone di un corriere gli ha tagliato la strada. Lui ha cercato di evitare il contatto, ma ha perso aderenza a causa della forte ed improvvisa sterzata e si è schiantato contro il muro di una casa all'angolo della strada. È stato un brutto impatto, ma se l'è cavata solo con qualche graffio. I medici in realtà dicono che già nel pomeriggio potrebbe essere dimesso".

"Ottima notizia" rispose Vega senza alcun tono, non riuscendo a provare un'emozione precisa. In realtà nel suo corpo era in atto una battaglia di sensazioni che si annullavano l'un l'altra, evitandole di sovraccaricare il suo cervello di pensieri deleteri.

"E non ricorda qualcos'altro? O solo me?" chiese poco dopo, temendo però la risposta. Era come quando sei sicuro già che andrà male ma sei talmente masochista che vuoi averne conferma.

"Purtroppo era la prima volta che si verificava una situazione simile- spiegò Charles grattandosi la testa e guardando Pierre come se fosse il più interessante e strano dei casi clinici- ha persino parlato al telefono con Chris e Franz e se li ricordava perfettamente. Anche per quanto riguarda me o la gara che doveva disputare. Quindi non so davvero darmi spiegazioni". "Forse è meglio così" replicò Vega, chiudendo l'argomento. Magari era davvero una benedizione quell'amnesia provvidenziale di Pierre. L'avrebbe aiutata ad allontanarsi da lui per sempre, senza lasciare invece ogni volta un piccolo spiraglio aperto nel caso lui avesse deciso di tornare. Probabilmente il destino le stava indicando cosa era giusto fare. In questo caso, cogliere l'occasione e fuggire dal francese.

Lyrae (seconda parte)Where stories live. Discover now