Orion

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Sochi


Un leggero brusio di sottofondo.

La luce al neon che rendeva livida ogni cosa presente nella stanza.

Il caldo opprimente e quasi soffocante.

L'orologio appeso alla parete che batteva inesorabile i minuti.

La gamba di Vega che si muoveva freneticamente a tempo con le lancette, preda di un tic nervoso.

La ragazza si guardò attorno deglutendo a fatica. Attorno a lei, gli altri team manager erano comodamente seduti che dialogavano tranquilli tra loro. Vega era confinata in un angolo, in una sedia più scomoda delle altre, totalmente esclusa dai loro discorsi.

Si tende sempre a pensare che l'aggressività sia la peggior punizione. Non è così. Essere ignorati rappresenta il modo più terribile per capire che non si è accettati in quel posto. E Vega non aveva certo bisogno di sforzarsi troppo per comprenderlo. Nessuno si era avvicinato a lei per scambiare due parole, nessuno aveva provato ad intrattenere la minima conversazione.

Forse avrebbe potuto lei stessa infilarsi nelle discussioni altrui, dimostrarsi sicura di sé e del ruolo che rappresentava. La verità tuttavia era ben diversa. Vega soffriva da sempre di ansia sociale, si bloccava congelandosi sul posto ogni volta che si ritrovava in un luogo che non conosceva e immersa in una situazione di assoluto non comfort per lei. Senza contare che era genuinamente intimorita dalle figure professionali attorno a lei. Pensare di doversi relazionare con persone che avevano alle loro spalle svariate vittorie di campionati mondiali, la faceva impazzire. Si sentiva totalmente inadatta e fuori contesto. Eppure, quando Helmut Marko le aveva chiesto di presenziare a quel meeting importante ovviamente non aveva rifiutato.

Del resto, c'era davvero qualcuno che sapesse o potesse dire di no all'austriaco? Vega era convinta che nemmeno Chris lo facesse. Per cui era stato naturale assicurargli che avrebbe affrontato senza problemi l'incontro tra team manager e Federazione, dal momento che erano in programma alcune discussioni tecniche riguardanti le stagioni successive.

Vega era quindi entrata a testa alta nella stanza adibita per il meeting, fingendo una sicurezza iniziale che non possedeva. Tuttavia, quella barriera protettiva si era disciolta come neve al sole notando immediatamente i sorrisetti supponenti e arroganti degli altri team manager, che evidentemente trovavano divertente e alquanto comico il fatto che anche lei si trovasse lì con loro.

Di conseguenza la ragazza si era isolata rapidamente nell'angolo, sperando che quella riunione iniziasse il prima possibile e terminasse allo stesso modo quanto prima. Continuava a torturare la spirale di plastica nera del suo quadernino su cui pensava di appuntarsi ogni frase che sarebbe stata pronunciata. Notò anche come ogni altro team manager fosse affiancato da un addetto alle pubbliche relazioni che avrebbe svolto quel lavoro al posto suo, mentre lei non aveva pensato minimamente di chiedere a qualcuno di accompagnarla.

Vega sollevò il capo, sentendo qualcuno avvicinarsi a lei. Il suo stomaco si strinse, notando Cyril Abiteboul a qualche metro da lei. Esibiva un sorrisetto fastidioso, che prometteva solo guai. Vega si morse l'interno della guancia. Sapeva perfettamente come il team manager della Renault e suo padre non si sopportassero a causa di numerosi screzi avvenuti riguardo il motore che la casa francese forniva alla Red Bull.

"Come sta Chris? Ho saputo che è stato ricoverato in ospedale" disse Cyril, con supposta leggerezza. Vega si strinse nelle spalle "Sta meglio, grazie". "Curioso- ribatté l'altro ridacchiando- perché ho sentito da alcuni giornalisti che invece sembra quasi paralizzato a letto, come se qualcosa nel suo cervello si fosse incrinato". Vega rimase immobile, completamente gelata dalle parole del francese, mentre lui simulava il suono di un ingranaggio che si rompeva. "Un vero peccato- proseguì subito dopo- la Red Bull stava recuperando molti punti in ottica mondiale, non so ora come procederà senza la guida di Chris" "Sicuramente i tuoi piloti continueranno a vedere solo il nostro posteriore, non ti preoccupare" lo rassicurò Vega con un sorriso tirato.

Lyrae (seconda parte)Kde žijí příběhy. Začni objevovat