Crux

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Marina Bay

Vega amava il clima di Singapore.

Le gare in notturna erano decisamente le sue preferite, da sempre. Le monoposto si circondavano di luccichii luminosi e di chiaroscuri creati dall'illuminazione nei punti diversi del circuito, donando alla Formula 1 un'atmosfera del tutto diversa da quella indossata durante i gran premi svolti sotto la luce accecante del sole.

Inutile aggiungere che un punto in più per quella tappa del campionato la vincevano le elevate temperature, che permettevano di poter utilizzare solo abiti leggeri. A tutto ciò ovviamente si contrapponeva l'elevata difficoltà fisica di un tracciato che portava i piloti a perdere molti liquidi durante la gara. Si allenavano duramente prima della stagione soprattutto in vista di Singapore.

Ma dal momento che Vega non era più una pilota, si avviava verso il paddock con un enorme sorriso sul volto e fischiettando un motivetto che le era rimasto in testa e che aveva sicuramente sentito per radio poco prima, mentre salutava con un cenno della mano i pochi fan già presenti all'entrata del paddock, pronti a fermare qualche pilota per foto o autografi.

Come a confermare il suo pensiero, Vega notò poco più in là un gruppo di persone attaccate alle transenne, mentre Pierre firmava velocemente sui fogli che gli porgevano e si concedeva tranquillamente a vari selfie. Scosse la testa, decidendo che il suo umore quella mattina era troppo alto per essere rovinato dal francese. Lo avrebbe semplicemente ignorato, procedendo oltre. Nella migliore delle ipotesi lui non si sarebbe nemmeno accorto del suo passaggio.

Mentre gli sfilava accanto sentì un ragazzo chiedere a Pierre "Potresti scrivere il mio nome nell'autografo?". "Certo, con piacere" rispose prontamente il francese. "Mi chiamo Riccardo" ribatté l'altro con un enorme sorriso. Vega compì l'errore di voltarsi ad osservare la scena, sentendo il suo cuore stringersi. Da una parte era soddisfatta di trovare italiani ovunque in giro per il mondo, si sentiva decisamente sempre a casa, dall'altra era anche colpita dall'estrema gentilezza di Pierre, il quale aveva sempre voluto mantenere un bel legame con i fan. Le piaceva molto quella sua caratteristica ed era felice che negli anni non l'avesse minimamente persa.

"Vega Horner!" esclamò quel Riccardo spalancando gli occhi e indicandola, attirando l'attenzione di tutta la gente su di lei. Anche Pierre si voltò verso la ragazza, nel volto dipinta un'espressione di pura sorpresa. Niente a che vedere con la furia che si era introdotta nella sua camera d'hotel al Mugello. Ora lo riconosceva decisamente di più.

"Ehilà" disse semplicemente Vega sollevando una mano timidamente in segno di saluto, totalmente in imbarazzo. "Ti prego, possiamo fare una foto insieme?" gridò ancora il ragazzo. Vega si strinse nelle spalle non potendo rifiutare, del resto non era niente di male. "Sono famosa anche io?" scherzò avvicinandosi al gruppo, mentre Pierre non aveva staccato gli occhi nemmeno un istante da lei. "Puoi scommetterci! -esclamò il fan- hai corso in Super Formula e sei la figlia di Chris Horner, sei quasi più nota di lui". Terminò indicando Pierre, che tossicchiò nervoso. Vega invece scoppiò a ridere divertita. "Beh, io proseguo. Vi lascio scattare la foto" sussurrò il pilota, allontanandosi dalla transenna. "No, no! -lo richiamò Riccardo- voglio una foto con entrambi!".

Vega e Pierre raggelarono di colpo. Si lanciarono uno sguardo, entrambi timorosi di dire o fare qualcosa. "Non credo sia una buona idea" commentò infine Pierre, con un sorriso tirato. La figlia di Chris vide però il volto del ragazzo spegnersi dopo il rifiuto ricevuto. Le si strinse il cuore. "No, è tutto ok. Credo si possa fare- disse improvvisamente, stupendo tutti i presenti- Pierre, avvicinati". Il pilota sbatté più volte le palpebre per capire se avesse compreso correttamente, poi lentamente si riportò accanto alla transenna.

Lyrae (seconda parte)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora