Sagitta

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Hanoi


"Cosa...cosa diavolo ci fai qui?" sussurrò Pierre sbattendo le palpebre confuso.

Vega non rispose, cercando di coprirsi le gambe tirando la maglietta verso il basso. Poi mormorò "No, che diavolo ci fai tu qui". Prima che Pierre potesse replicare, la voce di Alex proveniente dal salotto lo fermò "Vega, c'è qualche problema?". La ragazza respirò a fatica, cercando di riportare il battito cardiaco ad un ritmo accettabile. "Beh, si...forse" farfugliò a disagio non riuscendo nemmeno a guardare Pierre negli occhi. Si vergognava terribilmente per avergli aperto la porta in quelle condizioni e soprattutto non capiva il motivo della presenza del pilota francese in quella casa a tarda ora.

Alex finalmente comparve reggendo tra le mani i piatti impilati. "Pierre! -esclamò vagamente confuso- a cosa devo il piacere di questa visita improvvisa?". Il francese sbatté nuovamente le palpebre "Stai scherzando, spero! Mi hai invitato tu questo pomeriggio! Hai detto di aver organizzato una piccola festa nella tua casa in Vietnam a cui avrebbero partecipato anche Max, Lando, George e Charles!".

Vega spostò lo sguardo verso Alex, se possibile ancora più confusa. Cosa diamine stava accadendo? Il thailandese però sembrava tranquillo. "Credo ti stia sbagliando- disse infatti con un sorriso candido- come vedi non c'è nessuna festa. Temo che il tuo problema di memoria ti abbia giocato un altro brutto scherzo". "Non cercare di farmi risultare pazzo, Albon! -ringhiò furiosamente Pierre minacciandolo con un dito- come giustifichi il fatto che io conoscessi l'ubicazione di questa casa sperduta nelle colline circostanti Hanoi? Non passo di certo la mia vita a stalkerarti, idiota! Me lo hai detto tu stesso quando mi hai invitato!".

"Che cosa sta succedendo, Alex?" domandò Vega, stringendo forte le labbra. Aveva la netta impressione di essere appena caduta nella trappola ordita da qualcuno di diabolicamente geniale e tutto ciò la irritava notevolmente. "È tutto sotto controllo" le intimò lui appoggiando una mano sul suo braccio per tranquillizzarla. "Certo, è chiarissimo- sbottò Pierre a voce alta- ho visto già abbastanza, torno in hotel". Lanciò un'ultima occhiata di fuoco a Vega, facendole comprendere quanto disprezzo stesse provando nei suoi confronti, soprattutto per com'era vestita con gli abiti di Alex. E ciò che era peggio è che Vega sentiva di meritarsi quella disapprovazione da parte di Pierre.

"Vado anche io, è tardi" mormorò appoggiando il calice sul tavolino dell'ingresso per recuperare i suoi effetti personali e tornare nella sua stanza d'albergo. "Aspettate!- la bloccò immediatamente Alex prendendola per un polso e girandosi poi verso Pierre- non tornate ad Hanoi. La strada è preferibile percorrerla con la luce, non sono posti molto raccomandabili. Non potrei mai assumermi la responsabilità di avervi lasciati da soli di notte" "Non abbiamo altra scelta" osservò Pierre, con sguardo glaciale. "In realtà sì,- proseguì Alex ritrovando il sorriso- in questa casa ci sono molte stanze dal momento che la mia famiglia è parecchio numerosa. Potreste dormire in una di quelle e domani mattina tornare ad Hanoi senza problemi".

Pierre lo fissò per qualche istante, chiedendosi se il thailandese parlasse seriamente o se si stesse ancora prendendo gioco di lui. "Senti amico, -sbottò subito dopo con tono acido- non ho alcuna intenzione di rovinarvi la serata che come vedo era già iniziata bene. Preferisco essere aggredito sulla strada del ritorno che trascorrere del tempo con voi due". Vega si sentì sprofondare a quelle parole. Era ovvio che Pierre avesse frainteso totalmente, ma era anche comprensibile. Avrebbe voluto spiegargli che non era accaduto niente tra lei e Alex, ma non era quello il momento adatto. In più Pierre sembrava troppo fuori di sé per poterla ascoltare davvero.

"Insisto, non tornerai a casa! -esclamò Alex risoluto, afferrando il pilota per un braccio e trascinandolo dentro casa- e soprattutto non hai interrotto la serata, anzi!". Pierre emise un sospiro, arrendendosi all'idea di dover rimanere nell'abitazione per la notte anche se dalla sua espressione sembrava che preferisse di gran lunga ingerire del cianuro. "Vi lascio soli mentre preparo le vostre camere, -proseguì Alex salendo le scale con tono allegro- mi raccomando, non sbranatevi".

Lyrae (seconda parte)Where stories live. Discover now