Cepheus

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Monza


Vega non aveva potuto fare altro che accettare di rimanere bloccata nei box.

Osservava con sguardo attento tutti i movimenti febbricitanti che avvenivano di fronte a lei. Mancava meno di mezz'ora all'inizio del gran premio e nel box Red Bull la tensione era palpabile.

Vega chiuse gli occhi per qualche istante, riportando sulla sua pelle il ricordo dell'ebbrezza del pre gara che aveva vissuto in Giappone durante le sue stagioni in Super Formula. Era una sensazione strana, terrore misto ad adrenalina, ma talmente forte che creava totale dipendenza. Vega aveva lasciato il mondo delle corse per disperazione e immensa solitudine, ma se avesse dovuto dare ascolto a quell'emozione che le provocava dei brividi come niente altro, non avrebbe mai smesso, non sarebbe nemmeno mai scesa da una monoposto.

La ragazza riaprì gli occhi, tornando alla realtà del box Red Bull e alla sua situazione di semplice spettatrice passiva. Vide Chris avvicinarsi velocemente a lei, sistemandosi la camicia per essere sempre impeccabile, non che ce ne fosse effettivamente bisogno. "Ti andrebbe di venire con me sulla griglia di partenza?" le chiese evitando di guardarla in volto, come se porre quella domanda fosse stato altrettanto difficile di riceverne la risposta.

Vega spalancò gli occhi, aspettandosi di tutto tranne che una richiesta simile. "Certo, volentieri!" si affrettò a dire, scendendo dall'alto sgabello su cui si era appollaiata. "Perfetto" rispose Chris, con un timido sorriso sul volto, come se fosse davvero felice che la figlia avesse accettato.

Percorsero la pit lane in silenzio, ma Vega non si era mai sentita così vicina al padre, così inclusa da lui nel suo lavoro e nella sua vita. Quella domanda era sintomo che lui si fidasse di lei e che avesse anche una buona opinione nei suoi confronti. Forse le dinamiche tra di loro avrebbero potuto davvero sistemarsi e raggiungere quel rapporto padre-figlia che lei aveva spesso desiderato invano di costruire. Ma se anni prima le condizioni non erano state le migliori, magari ora era il momento giusto.

Si avvicinarono alla piazzola numero cinque, dove Max aveva appena fermato la sua vettura. "Vedervi arrivare in coppia mi ha parecchio spaventato, lo ammetto" ridacchiò il pilota togliendosi il casco e alludendo ai due Horner. Chris scosse la testa, divertito "Vega mi aiuta a controllare che voi non vi comportiate male". La ragazza scoppiò a ridere, arrossendo lievemente alla considerazione che il padre aveva di lei. "A me continuate a spaventare" si ostinò a ripetere Max sorridendo e scrollando le spalle e ottenendo un'occhiata di fuoco da parte di entrambi.

"Mentre io discuto con questo disgraziato di alcuni dettagli per la gara, potresti andare da Alex e capire se è tutto ok?" disse Chris voltandosi verso la figlia. Vega annuì fermamente con il capo, contenta di poter ricoprire un vero ruolo. Salutò Max, augurandogli buona fortuna per la gara e si diresse verso la nona posizione in griglia.

Mentre percorreva quei pochi metri, non riusciva a togliersi dalle labbra un sorriso trionfante e soddisfatto. Raddrizzò la schiena più che poteva, facendosi strada tra tutti i meccanici e gli ingegneri. Le piaceva tornare ad essere immersa nel suo mondo, ciò che più le apparteneva. Sentiva di tornare a riappropriarsi della sua personalità solo a contatto con quell'asfalto bruciante.

"Vega, non mi aspettavo di vederti qui!" esclamò Alex con un'espressione stupita, appoggiato al guard-rail al lato della pista mentre il suo personal trainer gli reggeva un ombrello sopra la testa. "Nemmeno io, ma ho avuto il permesso" replicò lei non nascondendo la sua felicità e stringendosi nelle spalle. "Ora che ti ho vista mi sento ancora più carico per la gara" ribatté Alex pizzicandole la guancia con un ampio sorriso dipinto sul volto. Vega arrossì di colpo, non aspettandosi quel gesto così fisico da parte di una persona che conosceva da poco. Non è che lo trovasse fastidioso, solo...strano.

Lyrae (seconda parte)Where stories live. Discover now