𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝐗𝐕𝐈𝐈𝐈

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Eveline vorrebbe fiondarsi fra le braccia della sua amica, poterle dire quanto le è mancata e farle sapere che lei è viva. Ma qualcosa la blocca dal farlo.

Non sa di preciso il perchè, ma una sensazione inspiegabile impedisce al suo corpo di girarsi e rivelare la sua identità. L'ancella, non ricevendo risposta, ripropone la domanda "vi sentite male? Posso aiutarvi in qualche modo?"

La principessa, avvertendo il rumore dei passi farsi sempre più vicini, si decide a parlare e nel farlo abbassa la voce di qualche tono per non farsi riconoscere "non ho bisogno di nulla. Grazie" mormora, cercando di trattenere i singulti.

Senza dare tempo alla donna più grande di rispondere, la castana riprende a correre dirigendosi in un altro corridoio, addentrandosi ancora di più nell'imponente castello dalle infinite stanze. Isabel, non capendo il motivo di quel comportamento, decide di lasciar perdere e ritorna ai piani inferiori per dare un aiuto alle serve nelle cucine.

La castana ormai è stanca di scappare e si ferma ad osservare il luogo in cui è capitata, non ci vuole molto prima che si accorga di dove si trova. La lunga corsia è priva del mobilio ma piena di quadri appesi alle pareti: il corridoio delle famiglie reali.

Ella si ferma ad ammirare il ritratto della sua e, nel rivedere i volti dei propri cari, un sorriso colmo di nostalgia le appare sul viso "mi siete mancati" sussurra, sfiorando con un dito la tela.

Un cigolio improvviso, provocato da una delle porte di legno che si spalanca di colpo, la fa sussultare sul posto. La luce dei candelabri rivela la figura di Yeonjun, il quale si precipita verso di lei.

"Finalmente ti ho trovata" appoggia entrambe le mani sulle ginocchia per riprendere fiato "non sono abituato a provare questi sentimenti, è stato un gesto impulsivo. So che non è un motivo valido per giustificarmi, ma ti giuro che la prossima volta non lo farò più senza il tuo consenso. Per favore, perdonami"

"Non ci sarà una prossima volta" la ragazza abbassa lo sguardo. In cuor suo non vorrebbe abbandonare il rosa, ma ciò che prova è un sentimento che porterebbe sofferenza ad entrambi e lei non vuole recargli alcun danno.

"Non ti piaccio? È per questo che sei fuggita?"

"Yeonjun voglio essere sincera nel dirti che mi piaci, al punto da definirlo quasi amore. Nessuno era riuscito a farmi provare emozioni così forti, ma noi non possiamo stare assieme"

"Se il vero motivo è per le diverse posizioni sociali sappi che a me non interessa. Non importa se non provieni da una famiglia ricca, mi piaci così come sei"

"Proveniamo da due realtà differenti e non sto parlando di società, con me non avresti la vita che meriti. Non sono la persona adatta a te, ti farei solo stare male"

"Come potresti farmi soffrire se sei l'unica con cui mi trovo bene? Quando ti ho accanto sento la forza di poter fare qualsiasi cosa, mi sento vivo"

"Per favore, non rendere le cose più difficili" Eveline mantiene gli occhi fissi sul pavimento, non ha il coraggio di guardare il maggiore che, dopo le parole da lei pronunciate, è rimasto in silenzio.

Dopo qualche minuto finalmente trova la forza di volgere il suo sguardo verso il rosa, nel farlo nota che l'attenzione di lui non è più rivolta alla conversazione, ma alla parete retrostante.

Inizialmente non capisce la motivazione che si cela dietro all'improvviso silenzio da parte di lui "Yeonjun dì qualcosa. Ora mi starai odiando, ma ti giuro che lo faccio per il tuo ben-"

"Ferma" la interrompe appoggiandole le sue mani sulle spalle e costringendola a bloccarsi. Dalla voce traspare una calma quasi inquietante.

Il terrore prende possesso di Eveline alla vista del generale che continua a fissare il quadro e poi lei, ripetendo il gesto in continuazione "non è possibile"

𝖨𝗅 𝖲𝖾𝗀𝗋𝖾𝗍𝗈 𝖽𝗂 𝖤𝗏𝖾𝗅𝗂𝗇𝖾Nơi câu chuyện tồn tại. Hãy khám phá bây giờ