𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝐕

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ZERO POV
Nel cammino verso la reggia nessuno proferisce parola. Eveline tiene lo sguardo basso mentre Yeonjun, che si trova poco più indietro, tiene la situazione sotto controllo grazie alla lunga corda con la quale tiene prigioniera la ragazza dagli occhi viola.

Nonostante il generale stia obbedendo ad un ordine reale si sente in colpa per aver legato e trattato una donna in quel modo, è terribilmente spietato verso i suoi avversari ma è pur sempre di buon animo.

Non si era mai imbattuto in ragazze così impavide, anzi le donne facevano a gara per parlare con lui. Essendo di bell'aspetto e una piacevole presenza attira l'attenzione tra le dame di corte ma non ne vuole sapere di maritarsi con persone così superficiali e svenevoli.

Questa volta però la curiosità di sapere qualcosa sul passato della minore aumenta sempre più, così per porre fine alla tensione creatasi tra loro decide di rompere il silenzio "vuole riposare qualche minuto?"

Nessuna risposta da parte della giovane ma Yeonjun non si arrende "perdonatemi se prima vi ho stretta tra le braccia, non era mia intenzione spaventarvi e non mi permetterei mai di farvi del male" ancora niente "volete tenermi il muso per tutto il tragitto? Mi odiate a tal punto? Vi ho pure chiesto scusa"

La castana, stanca di tutte quelle domande, si decide a rispondere "si risparmi pure le scuse, non me ne faccio nulla"

Il soldato rimane stupito dal tono acido con cui pronuncia quelle parole, nemmeno lui sa perché continua a sprecare tempo ma la situazione lo diverte e non poco "se vi preoccupa la sorte del vostro spasimante potete starvene tranquilla, non l'ho ferito mortalmente"

"Glielo ripeto per l'ultima volta: non siamo legati da alcuna relazione amorosa e per quanto mi riguarda lo ha attaccato ugualmente"

"Sembra tenga molto a voi"

"Smettela"

"Va bene, calmatevi. Cercavo solo di avere una conversazione pacifica ma a quanto pare è impossibile con voi"

"Allora vi consiglio di non rivolgermi la parola"

Yeonjun, fingendo di non aver sentito continua con le richieste "come mai stavate rubando dalle scorte? Chi vi ha insegnato ad utilizzare il pugnale? È stato quel ragazzo ad istruirvi?"

Anche se l'idea di comportarsi bene con il generale non la entusiasma, Eveline decide di assecondarlo. Prima di arrendersi del tutto vuole tentarle tutte e se riuscirà a fidarsi di lei potrà crearsi un'occasione per fuggire.

"Questione di sopravvivenza" risponde quest'ultima con tono deciso "sapete non tutti vivono in un castello con servi pronti ad appagare ogni singolo capriccio"

"Questo è vero ma non avete risposto alla seconda domanda: chi vi ha insegnato a difendervi?"

"Ho imparato da sola"

"Da sola? I vostri genitori sono d'accordo sul farvi usare le armi?"

La castana esita, il passato è sempre difficile da dimenticare e per le poche volte che viene fuori il discorso prova un senso di nostalgia non indifferente "loro sono morti"

Il maggiore, preso alla sprovvista, si maledice internamente per averle posto una simile domanda, non avrebbe mai potuto immaginare una cosa del genere e comincia a capire perché la sua prigioniera possiede un carattere così scontroso "perdonatemi, non ne avevo idea. Se la può consolare anch'io mi trovo nella stessa situazione, i miei genitori sono stati uccisi entrambi durante una guerra ed io sono l'unico sopravvissuto del villaggio"

"Mi dispiace, è terribile"

"Anche a me per voi, alla fine abbiamo trovato qualcosa in comune"

"Non è cosa di cui andarne fieri ma effettivamente è così"

𝖨𝗅 𝖲𝖾𝗀𝗋𝖾𝗍𝗈 𝖽𝗂 𝖤𝗏𝖾𝗅𝗂𝗇𝖾On viuen les histories. Descobreix ara