𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝐗𝐈𝐈

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È successo quello che temevo, ne sono stata consapevole fin dal momento in cui ho accettato la sua proposta ma l'impulsività come sempre è riuscita a prevalere sulla coscienza. Ormai è da quasi una settimana che io e Yeonjun ci incontriamo in segreto nelle ore pomeridiane.

All'inizio mi trovavo a disagio ma passando il tempo con lui ho imparato ad apprezzarlo e a conoscerlo meglio, mentre passeggiamo riusciamo a trovare sempre un argomento di cui parlare e devo essere sincera nel dire che la sua compagnia mi rende felice. È una persona molto più semplice e alla mano di quel che pensassi.

Allo stesso tempo, giorno dopo giorno, vivo con l'angoscia che Viktor e Beomgyu sospettino qualcosa a causa delle mie molteplici assenze, mi sento tremendamente in colpa di mentirgli su una cosa simile ma so che se glielo rivelassi farebbero di tutto pur di impedirmi di incontrarlo di nuovo. Non avrebbero tutti i torti, so che lo fanno per proteggermi ma in fondo non penso di correre un grave rischio, conversiamo e basta come due amici.

A proposito, quasi dimenticavo che anche ci siamo messi d'accordo di incontrarci oggi nel posto in cui lui mi è saltato addosso per evitare che una freccia scoccata durante un allenamento mi trafiggesse, anche se quel giorno mi ero prefissata di dirgli addio per sempre ma in cuor mio sapevo che non sarebbe finita.

Per fortuna poco fa Beomgyu mi ha chiesto se potevo andare a raccogliere delle fragoline situate al confine del bosco, anche se siamo nel bel mezzo della stagione primaverile dubito di trovarne molte; di solito crescono in un campo a cui si arriva oltrepassando il grande insieme di alberi che separa il nostro villaggio dagli altri. A piedi ci metterei troppo e di salire su un cavallo da sola non ci penso proprio, fin da piccola ho sempre avuto il timore di cavalcarne uno.

Appena arrivata nel luogo prestabilito noto che Yeonjun si trova già lì attendendo il mio arrivo con la schiena appoggiata ad un albero.

Mentre mi avvicino osservo con attenzione il modo in cui è vestito e rimango letteralmente a bocca aperta: di solito indossa una maglia non troppo impegnativa ma questa volta porta una sorta di uniforme con appese all'altezza del petto svariate medaglie d'oro e d'argento, da ambi i lati delle spalline scende un mantello di colore rosso lungo fino alle ginocchia anch'esse ricoperte da pantaloni di un certo spessore i quali si inseriscono in degli stivali di pelle.

Vorrei contenere questo pensiero ma lo devo ammettere, è bellissimo.

Il rumore delle scarpe sull'erba lo avverte della mia presenza facendolo voltare e, come sempre, non appena i nostri sguardi si incrociano mi accoglie con uno dei suoi sorrisi contagiosi "ben arrivata"

"Buongiorno a te" il mio sguardo non può fare a meno di rivolgersi al terreno.

"Qualcosa non va?"

"È tutto a posto non preoccuparti. Sono solo incuriosita dal tuo abbigliamento"

"Oh questi?" chiede lui abbassando la testa per indicare gli indumenti "è una divisa che indosso quando ci sono avvenimenti importanti. Oggi alcuni dei miei allievi sono passati ad un grado superiore e per celebrare questo momento ho dovuto presenziare a palazzo, è un miracolo se sono riuscito a venire. Queste cerimonie durano troppo tempo"

"Hai saltato un evento così importante per me? Non avresti dovuto farlo e mi dispiace, se lo avessi saputo prima ti avrei chiesto di vederci un altro giorno. Non volevo crearti problemi o farti scoprire, adesso mi sento in colpa io-"

"Hey" mormora interrompendomi "è stata una mia scelta, preferisco di gran lunga stare con te che passare l'intera giornata seduto su una scomoda sedia a fare il manichino. Abbiamo la fortuna dalla nostra parte, l'accampamento dove alleno è deserto perchè tutti sono presenti alla cerimonia e ho trovato una scusa credibile"

𝖨𝗅 𝖲𝖾𝗀𝗋𝖾𝗍𝗈 𝖽𝗂 𝖤𝗏𝖾𝗅𝗂𝗇𝖾Where stories live. Discover now